India – Sushma Verma: una storia che dà speranza

In by Simone

Sushma Verma viene da una famiglia povera, ma all’età di 7 anni aveva già finito il liceo e a 13 preso una laurea. In un paese in cui spesso l’istruzione delle figlie  ètralasciata a favore di quella dei maschi, il caso di Verma mostra che qualcosa, lentamente, anche negli strati più poveri della società sta cambiando. La speranza di cambiamento per l’India passa da una 13enne iscritta a un Master in microbiologia. Quella di Sushma Verma è la classica storia della bimba prodigio: diploma superiore a sette anni e accesso all’università ancora adolescente. Ma a renderla eccezionale è il fatto che l’India vanta uno dei più alti tassi di analfabetismo del mondo.

Nel Subcontinente indiano, infatti, la scuola non è per tutti. Il censimento del 2011 ha rivelato che l’India è ben al sotto del tasso medio di alfabetizzazione (84% della popolazione) e si ferma al 74 per cento. Ma se l’82 per cento degli uomini riceve un grado minimo di istruzione, le donne che accedono alle scuole sono appena il 65 per cento.

La disparità di alfabetizzazione tra maschi e femmine riflette gli stereotipi che ancora persistono nel Paese, soprattutto nelle zone rurali: qui l’educazione è concessa solo agli uomini (ritenuti più utili), mentre le donne sono costrette a lavorare nei campi. Sempre secondo il censimento 2011, infatti, meno del 2% di ragazze impegnate in attività agricole frequenta la scuola.

Le defezioni dipendono anche dall’assenza di infrastrutture adeguate. Ma pure dalla mancanza di insegnanti idonei.
In circa 600mila villaggi e slum urbani, i ragazzi ricevono un’educazione base da personale non qualificato e in strutture non a norma.

 A sostenere Sushma nel suo percorso ci sono i suoi genitori.  La famiglia della 13enne, infatti, è determinata a educare i figli a qualsiasi costo nonostante il padre, Tej Bahadur, riceva 200 rupie al giorno (circa due euro) e la madre sia casalinga. I Shushma sono una famiglia modesta che vive in un appartamento formato da un’unica stanza a Lucknow, città a circa 450 chilometri da New Delhi, in cui gli unici beni di lusso sono una scrivania e un computer usato.

Sushma ha ammesso che non era il luogo ideale per studiare – anche per colpa dei tre fratellini – ma è riuscita ugualmente a coronare il suo sogno. In realtà, quella dei Verma è una famiglia di bambini prodigio. Prima di Sushma era toccato al fratello maggiore Shailendra laurearsi in informatica all’età di 14 anni.

Intervistata dal Times of India, la ragazzina ha rivelato che lo stimolo principale a impegnarsi nello studio le è stato dato proprio dal fratello. È stato lui a riconoscere le particolari capacità della sorella e a spingerla a sostenere gli esami di terza liceo a soli sette anni.

Per permetterle di proseguire gli studi, il padre della 13enne ha venduto l’unico pezzo di terra che possedeva (930 metri quadri) in un villaggio dell’Uttar Pradesh, da cui ha ricavato 25mila rupie (circa 300 euro). "Penso che l’educazione sia importante per i miei figli, così non ho esitato a vendere la mia terra. Noi non abbiamo mai avuto la possibilità di studiare, non voglio che i miei figli lavorino come manovali. Farò il possibile per dare loro un’istruzione", ha confessato Tej Bahadur alla stampa.

La cifra raccolta dal padre di Sushma, però, non avrebbe permesso alla giovane di pagarsi il Master. Per questo in suo aiuto è arrivata un’organizzazione benefica che si occupa delle aree rurali e che ha donato 800 mila rupie (circa 9.500 euro), assieme al sostegno di altre Ong e fondazioni private, il cui obiettivo, come alcune campagne governative, è incrementare il tasso di alfabetizzazione e diffondere la consapevolezza dell’importanza dell’educazione soprattutto nelle aree rurali e la necessità della parità dei diritti.

Presto la 13enne è previsto inizi i corsi presso la Ambedkar Central University di Lucknow, anche se ha già fatto qualche giro nel college per incontrare i professori (sempre accompagnata dal padre che la segue in bicicletta).

Sushma ha scelto un Master in microbiologia perché è ancora troppo giovane per essere ammessa a Medicina: l’età minima iniziare gli studi come dottore in India è 17 anni. Ma lei non demorde e conclusi i suoi studi ha intenzione di sostenere un dottorato e poi dedicarsi alla sua vera passione. Per l’India è un piccolo passo verso un futuro migliore.

[Scritto per Lettera43. Foto credit: fuh.my ]

*Daniela Bevilacqua nasce a Roma nel 1983. Durante gli studi universitari in Lingue e Civiltà Orientali sviluppa un rapporto odi et amo con l’India. Dapprima interessata a studi storici sulla religione, decide poi di focalizzarsi sul nazionalismo di estrema destra hindu e i movimenti politici ad esso connesso. Al momento lavora ad una ricerca storico/antropologica sul ruolo del guru tradizionale nell’India contemporanea.