India – Il tour transatlantico di NaMo (parte seconda)

In by Simone

A differenza della tappa francese, dove Modi ha concluso una serie di contratti importanti nei settori della difesa e dell’energia nucleare, i due giorni in Germania sono stati decisamente meno produttivi in termini commerciali sul breve termine. Ma la frenesia  che circonda il primo ministro indiano non ha dato segni di cedimento.
Germania – In mancanza di arrosto, avanti tutta col fumo

Lo ripetiamo e lo ripeteremo allo sfinimento: l’opera diplomatica di Narendra Modi, in questi mesi, risponde all’unico imperativo di attirare investitori in India. È l’unico tema reale della politica estera indiana e ogni singola uscita pubblica di NaMo fuori dai confini indiani ha la finalità di promuovere il paese come nuova meta degli investimenti provenienti dall’estero. Il tutto si sublima nello slogan Make in India, e in due giorni Modi non ha fatto altro che pubblicizzare quello che è a tutti gli effetti il suo marchio di fabbrica.

Lo ha fatto ad Hannover, partecipando all’inaugurazione della Hannover Messe, la più grande fiera industriale del mondo. Il leone di ingranaggi di Make in India l’ha fatta da padrone, in bella vista dietro al primo ministro indiano che ha esortato i manager tedeschi a venire a vedere di persona come stanno cambiando le cose in India da quando è arrivato lui al governo: tassazione più semplice, meno ghirigori burocratici, tanta manodopera, nuove infrastrutture…stiamo facendo di tutto e manca solo che voi (dove voi, in questo frangente, sono Volkswagen, Bmw, Siemens, Daimler e Bayer tra gli altri) veniate ad aprire delle fabbriche da noi.

Modi, insomma, vuole far percepire anche fuori dall’India quanto il suo arrivo abbia segnato un punto di rottura con le precedenti amministrazioni cercando di riconquistare la fiducia degli investitori stranieri che nel tempo hanno preferito al caotico ambiente produttivo indiano altre mete molto più agili (sud est asiatico, in particolare, oltre chiaramente alla Cina). Il concetto è stato ribadito a più riprese alla Hannover Messe, durante la cena con la cancelliera Angela Merkel e alcuni top manager indiani, davanti a una platea di Non Resident Indian (Nri) che hanno organizzato una cerimonia per Modi, in una chiacchiera col sindaco di Hannover (dove Modi ha anche partecipato all’inaugurazione di una bella statua del Mahatma Gandhi).

Stesso copione, ripetuto quasi alla lettera in tutte queste occasioni, tanto che la stampa indiana ha evidentemente avuto difficoltà a coprire due giorni di discorso praticamente ininterrotto, vivacizzato da metafore confezionate dal team della comunicazione di Modi per prefigurare meglio la futura collaborazione tra l’India e la Germania (primo partner commerciale indiano dell’Ue con un interscambio da 16 miliardi di dollari all’anno: pochino, in termini assoluti, ma comunque il doppio dell’Italia).

Mi perdonerete se vado abbastanza spedito su questo, ma di sostanziale c’è davvero poco e per gli appassionati – come chi scrive – consiglio la consultazione del portale della propaganda modiana narendramodi.in, dove la cronaca del viaggio di NaMo è impreziosita dalle metafore di cui sopra (il futuro glorioso che vedrà la cooperazione tra Il Leone, re della Terra e simbolo dell’India, e l’Aquila, la regina dei cieli e simbolo della Germania. Cose FAN-TA-STI-CHE). Per dare l’idea dell’efficienza della macchina della propaganda indiana, guardatevi gli effetti speciali in ologrammi 3D che hanno preceduto il discorso di Modi all’inaugurazione della Hannover Messe, qui sotto.

La risposta tedesca all’appello di Modi è stata cortese, nel senso che non si è firmato nulla ma in futuro le aziende tedesche verranno a dare un’occhiata a questa nuova India Modi-fied e valuteranno: questo emerge dal resoconto dell’incontro che Modi e una delegazione di India Inc. ha tenuto coi principali direttori generali di compagnie tedesche (quelle elencate sopra). Ma da quel pezzo emergono altre cose credo molto più interessanti per analizzare il fenomeno mediatico di Modi, capace di oscurare sistematicamente i problemi realissimi che l’India di oggi continua ad avere.

In un passaggio del pezzo pubblicato sull’Economic Times, infatti, si legge:

Gli imprenditori tedeschi, secondo quanto riportato da una fonte presente all’incontro, hanno fatto domande relative a temi come la presenza di nuove infrastrutture e la disponibilità di energia elettrica 24 ore su 24.

E basta, finita lì. Queste sono Le Domande per un imprenditore qualsiasi che voglia fare affari in India e nel pezzo non si riportano né le eventuali risposte né si chiarisce che, al netto della campagna Make in India, l’India di oggi ha ancora gli stessi problemi infrastrutturali e di energia elettrica di quella di ieri. Non è cambiato nulla e, in nemmeno un anno di governo, non poteva essere altrimenti, ma un passaggio monco di questo tipo risulta sospetto. E infatti, in fondo tra parentesi, si legge sotto la firma dell’autore:

Questo corrispondente è in Germania dietro invito di Siemens India

Il che la dice lunga sulla presunta obiettività di Economic Times e sul contesto mediatico che si costruisce ad arte attorno ad ogni uscita pubblica di Modi.

Contenuti extra

Parliamo un po’ di questo contesto mediatico, partendo da un filmato andato in onda su Aaj Tak, tg in lingua hindi. Questo:

L’audio in hindi non è importante, basta vedere le immagini: decine di indiani letteralmente impazziti al passaggio di NaMo, con tanto di bandierine e cori.

Il telespettatore ingenuo può pensare che questa sia la reazione naturale della comunità indiana all’estero, a riprova della grandeur del premier indiano e dell’amore che per lui prova la sua gente. Ipotesi reale fino a un certo punto, ma che – con malizia ma un minimo di verosimiglianza alla realtà – si realizza grazie a un formidabile lavoro di organizzazione e mobilitazione di masse più o meno piccole, svolto da vari gruppi del Bharatiya Janata Party (più o meno ufficiali) presenti all’estero.

Niente di nuovo, era già successo paro paro quando Modi è stato negli Usa (qui, punto 4), dove sono andate in onda le medesime scene (e poi, ma davvero ogni indiano all’estero trova così facilmente una bandierina dell’India da sventolare ogni volta che il proprio primo ministro passa di lì?).

Altro elemento: sui media indiani è stata ripresa questa lettera inviata a India Today da Madhuri Kalyan, una ragazza di 29 anni che ha raccontato l’entusiasmo e l’emozione di poter vedere dal vivo il proprio idolo – NaMo – e farsi anche un bel selfie. Anche qui, il documento viene presentato come il contributo spontaneo di "una ragazza di 29 anni che vive e lavora in Germania", una qualsiasi, a riprova della trasversalità della fama di Modi.

Ma basta una micro ricerca su Facebook per scoprire che Kalyan è sì una fan sfegatata di Modi, ma è anche iscritta a una serie di gruppi tipo Bjp supporters in Europe che, sempre verosimilmente, sono gli organizzatori dei set scenografici di indiani estasiati e apparentemente apolitici presenti ogni volta che Modi mette piede fuori dall’India.

Non che il loro entusiasmo non sia genuino – ci mancherebbe! – ma è interessante svelare il corto circuito tra propaganda e notizia che rafforza continuamente la figura di Modi sia all’estero che all’interno del territorio indiano. Quelle scene non aiutano  a migliorare la reputazione di Modi davanti alla comunità internazionale (che dei fan che urlano se ne frega), ma consolida il consenso interno per un leader amatissimo di quell’amore che conosciamo molto bene anche qui in Italia: quello che vince sull’odio e sull’invidia.

[Scritto per East online; foto credit: firstpost.in]