India – Censurare i comici per difendere la morale indiana

In by Gabriele Battaglia

Da mercoledì 26 novembre, per sei giorni, il canale satellitare Comedy Central sarà oscurato per ordine della High Court di New Delhi, reo di aver trasmesso contenuti non adatti a un pubblico di minori e che rappresentano la donna come oggetto sessuale. Esempio del funzionamento bipolare degli organi censori nell’entertainment indiano.
I fatti risalgono al 2012, quando Comedy Central ha trasmesso durante il programma Stand Up Club lo sketch di un comico in cui ricorrebbero (ho provato a cercare video su Youtube, impresa impossibile, quindi ci fidiamo dei documenti del tribunale) "parolacce accompagnate da gesti e rotazioni oscene ed esplicite". Traducendo dal legalese, con ogni probabilità il comico stava simulando un orgasmo e/o un amplesso.

Inoltre, l’uomo avrebbe pronunciato frasi "denigratorie nei confronti delle donne, riferendosi in maniera indecente ad organi sessuali maschili e femminili in una canzoncina che, nel testo, dipinge le donne come mero strumento sessuale". Il tutto, secondo i giudici, risulterebbe in uno spettacolo "depravato, corrotto e ingiurioso rispetto alla morale pubblica".

Ad un primo ammonimento da parte degli organi censori del Ministry of Information and Broadcast, il gruppo Viacom18 – proprietario di Comedy Central India – si è scusato dicendo che lo show era andato "inavvertitamente in onda" e che non sarebbe più capitato.

Pochi giorni dopo, in un altro programma di candid camera di Comedy Central – PopCorn – andava in onda una gag con un uomo che finge di fare sesso con delle gambe di donna, finte. Anche questo spezzone, secondo il Ministero, è stato ritenuto insultante, soprattutto considerando che – cito testualmente dalla sentenza – con l’avvento del satellite in India, lo spuntare come funghi di nuovi canali ha significato "un’invasione culturale", con programmi dal contenuto "in maggioranza occidentale e alieno alla cultura e stile di vita indiani".

L’oscuramento di Comedy Central ha prodotto una serie di reazioni online, raccolte ad esempio in questo pezzo di Dna India.

L’azione dell’autorità ribadisce i numerosissimi problemi che la società indiana ha sia col concetto di pudore – invariabilmente declinato nella sua vaga accezione "indiana" – sia col potere. L’autorità, in India, agisce spesso con modalità apparentemente schizofreniche, concependo il proprio ruolo di regolatore in chiave maternalistica: la censura copre con la mano gli occhi del cittadino indiano – bambino, considerandolo incapace di resistere alle tentazioni carnali veicolate dall’avvento dell’Occidente nel palinsesto indiano.

Quando di Occidente ce n’era meno le cose andavano molto meglio? Ecco uno spezzone di Bombay 405 miles, pellicola di Bollywood del 1980 impreziosita dalla colonna sonora firmata da Kalyanji Anandji. Il pezzo in questione, Na Na Na, Yeh Kya Karne Lage Ho, è un tema "sexy funk" – bellissimo – in cui la cantante simula più volte un amplesso mentre un gruppo di uomini la sbirciano dai finestrini di un pulmino.

Mentre quest’anno è uscito Ragini MMS 2, film di Bollywood che vede la partecipazione da protagonista di Sunny Leone: ex pornostar indo-canadese "sdoganata" in India con la partecipazione alla versione indiana del Grande Fratello, Bigg Brother. La title track del film si intitola Baby Doll e nel video abbiamo un esempio virtuoso di rappresentazione della donna indiana in accordo alle regolamentazioni del Ministry of Information and Broadcast.

Grande è la confusione sotto il cielo.

[Scritto per East online; foto credit: twitter.com]