Domani l’India ospiterà per la prima volta il gran premio di Formula uno nel nuovo circuito vicino a Nuova Delhi. La terra su cui poggia è stata sottratta a contadini e piccoli proprietari terrieri di dodici villaggi della regione. Insoddisfatti del misero compenso, i contadini minacciano di sabotare il Gran Premio. Come? Organizzando una partita di cricket sulla pista.
L’India in questi giorni, complice la festività nazionale del Diwali, é percorsa da una scarica di adrenalina incontenibile. Per la gioia di tutti gli amanti della Formula 1 del subcontinente indiano, il baraccone delle meraviglie di Bernie Ecclestone farà per la prima volta tappa in India il 28 ottobre, inaugurando il complesso sportivo del Buddh International Circuit col primo Gran Premio indiano della storia.
I preparativi per il grande show sono in atto sin dal 2008, quando il governo dell’Uttar Pradesh acquistò dai contadini della regione del Greater Noida – a 40 km da Nuova Delhi – 2500 acri di terreno per "motivi industriali". Le terre sono state poi date in gestione al gruppo Jaypee che, con un investimento vicino ai 400 milioni di dollari, ha realizzato a tempo record il complesso della Jaypee Sports City, comprensivo di circuito automobilistico, stadio da cricket, campo da hockey e accademia sportiva.
L’evento rappresenta per l’India un’ottima occasione per proiettare la sua immagine più moderna e – se vogliamo – glamour, una prova che il paese sembra deciso a superare ricorrendo a stratagemmi per stupire il pubblico indiano e non. La lettura della headline scelta dagli organizzatori per animare i concerti paralleli al Gran Premio non può che destare stupore. Si alterneranno sul palco – forse alla ricerca di un filo conduttore artistico – i Metallica, Boy George e, per un’esclusiva festa privata, Lady Gaga.
L’imperativo categorico per l’opinione pubblica indiana è: non interferire. La maggioranza degli articoli dedicati all’evento dalla stampa locale pongono l’accento sull’importanza di dimostrare al mondo la maturità raggiunta dall’organizzazione indiana per eventi di respiro mondiale, reduce per altro da una magra figura come paese ospitante degli scorsi Giochi del Commonwealth. Il presidente della Federation of Motors Sports Club indiana, Vicky Chandok, nel suo editoriale sul The Hindu non usa mezzi termini: “Mai, nemmeno nelle mie fantasie più sfrenate avrei pensato che l’organizzazione del Gran Premio qui in India avrebbe generato tutta questa euforia”.
Ma il placido svolgersi degli eventi è minacciato dai contadini del Greater Noida, furiosi per aver perso le loro terre senza un’adeguata compensazione. G. Vishnu per il magazine indipendente indiano Tehelka è andato ad incontrare alcuni di loro, cercando di capire il motivo del malcontento. Secondo le fonti di Vishnu oltre mille proprietari terrieri hanno ricevuto al massimo 800 rupie (11 euro) per ogni metro quadro di terreno coltivabile venduto allo stato, un’inezia rispetto ai 980 crore (141 milioni di euro) che il gruppo Jaypee prevede di ricavare da questa prima edizione del Gran Premio.
Dal 2008 ad oggi le famiglie di contadini hanno protestato a più riprese davanti alle autorità, spesso tramite la dharna, ovvero organizzando sit-in davanti ai palazzi del potere locale con sciopero della fame annesso. Sono convinti di essere stati fregati dal governo dell’Uttar Pradesh e dalla Jaypee, che avevano promesso in cambio dell’acquisizione terriera una serie di posti di lavoro e benefit economici per la popolazione locale, che invece a distanza di tre anni in nessun modo ha giovato della valanga di investimenti piovuti su una delle regioni indiane che sta crescendo più velocemente.
Per questo, a pochi giorni dal 28 ottobre, i portavoce dei villaggi del Greater Noida hanno riformulato le loro richieste: o ci date 200 lakh (14 milioni di euro) all’acro, oppure blocchiamo il Gran Premio. Come una goccia nell’oceano di euforia indiano, i contadini hanno intenzione di mettere in scena un “torneo di cricket” sulla pista del circuito proprio durante il weekend. “Vogliamo protestare in maniera non violenta – ha dichiarato il portavoce della comunità contadina Nathiram Sharma ripreso dall’agenzia France-Presse – non vogliamo causare problemi, ma la nostra voce deve essere ascoltata”.
Ma la Jaypee non sembra avere la minima intenzione di farsi mettere in scacco: “C’è molto in ballo con questo Gran Premio – ha risposto il portavoce del gruppo organizzatore del GP d’India – pensate che permetteremo a una manciata di contadini di rovinare tutto? Abbiamo speso quasi 400 milioni di dollari e ne spenderemo altri per mettere in sicurezza tutta la zona. Faremo tutto ciò che è necessario per organizzare un evento meraviglioso come questo”.
Sugan Singh, uno dei contadini che si è ritrovato con un sesto delle sue terre dopo la costruzione del circuito Buddh, centra amaramente il nocciolo della questione: “Ho sentito che verrà una certa Lady Gaga dall’America – ha spiegato a Tehelka – i biglietti per il suo concerto di un’ora costano 40mila rupie (578 euro). Il contadino che perde tutte le sue terre prende solo 800 rupie (11 euro) al metro quadro? Se si lamenta, gli sparano”.