In Cina e Asia – Una mozione Ue in sostegno di Hong Kong

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Oltre un decimo dei 751 membri del Parlamento europeo si è riunito mercoledì per chiedere al governo di Hong Kong di ritirare formalmente la sua proposta di estradizione e introdurre riforme democratiche. La mozione, che sarà discussa “urgentemente” giovedì, è stata presentata da 85 membri nella giornata di ieri, all’indomani dell’approvazione della nomina di Ursula von der Leyen a nuovo presidente della Commissione europea. Tra le richieste avanzate – oltre al rilascio degli arrestati – spicca la proposta di un divieto a livello comunitario sulla fornitura di armi alla polizia hongkonghese accusata dai manifestanti di abuso di potere. Facendo eco alle rivendicazioni dei dimostranti, la mozione “condanna fermamente la costante e crescente dell’interferenza cinese negli affari interni di Hong Kong, così come la recente asserzione da parte della Cina che la Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 è un documento storico e quindi non più valida” [fonte: Scmp]

Shanghai nel pallone per la differenziata

Dal 1° luglio, rigidissime norme per il riciclo dei rifiuti sono entrate in vigore a Shanghai. Nonostante la metropoli del sud sia solo una tra le tante città ad aver instaurato una politica in materia, è la prima volta che le regole sul riciclaggio assumono forza di legge. In caso di infrazione, le oltre 30.000 autorità addette al controllo rifiuti possono imporre pene gravi, come per esempio la decurtazione di punti dal “credito sociale” per i trasgressori, con dirette ripercussioni in occasioni di colloqui di lavoro o richieste di prestito. Considerata la complessità del sistema, pagare qualcun altro per eliminare la spazzatura sembra la nuova evoluzione naturale di una città dedita alla consegna rapida di cibo: infatti, anche la più grande piattaforma di acquisti online della Cina, Taobao, offre già servizi di smistamento e smaltimento dei rifiuti con prezzi compresi tra 0,5 e 924 yuan (7 centesimi a 134 dollari). Per chi invece preferisce il fai-da-te, in questi giorni WeChat, Alipay e App Store di Apple hanno accontentato i loro utenti con centinaia di App uniche che consentono agli utenti di digitare una parola chiave o di scattare una foto della loro spazzatura per scoprire in che contenitore deve andare [fonte: Scmp]

L’industria cinematografica cinese si tinge di rosso

Huayi Brothers, la casa cinematografica privata più affermata della Cina, ha sancito pubblicamente i suoi legami con il Partito Comunista Cinese (PCC) dopo un anno di enormi perdite finanziarie e la cancellazione del suo blockbuster estivo “Gli ottocento”, da parte di censori del PCC. L’azienda ha istituito un “Comitato di Partito per i media” al fine di “integrare meglio il lavoro e i progressi del Partito in ogni aspetto del processo di creazione di contenuti cinematografici e televisivi”, ha riferito Cao He, addetto alle Pubbliche Relazioni della Huayi e, da oggi, capo del comitato per le relazioni con il PCC. La mossa va letta nell’ambito di una progressiva stretta ideologica sull’industria dell’intrattenimento che ha visto il ritiro in extremis di varie pellicole dai contenuti controversi. Sono tempi difficili. Nel 2018 Huayi ha riportato una perdita di 1,09 miliardi di yuan (158 milioni di dollari) in concomitanza con l’avvio di una maxi campagna contro l’evasione fiscale, costata alla famosa attrice cinese Fan Bingbing una multa salatissima. Specialisti dell’Australian Strategic Policy Institute di Canberra, commentano che nonostante l’inusuale pubblicità attorno all’avvicinamento tra Huayi e il PCC, in futuro vedremo molte più compagnie dell’industria cinematografica fare lo stesso, sia per evitare inutili perdite economiche sia come effetto del clima di generale tensione [fonte: NIkkei]

Il Giappone punta alla Luna

Toyota, la più grande casa automobilistica giapponese, ha svelato i piani per la costruzione di un rover lunare di ultima tecnologia. La Toyota ha annunciato la sua road map per sviluppare, costruire e testare il suo veicolo per la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) mercoledì, pochi giorni prima del 50° anniversario del primo sbarco sulla luna. L’accordo di ricerca triennale tra JAXA e Toyota mira a produrre un rover lunare presidiato e pressurizzato che funziona con tecnologia a celle a combustibile e che sarà in grado di ospitare gli astronauti senza la necessità di indossare tute spaziali. L’obiettivo dichiarato è che il veicolo venga inviato sulla luna a bordo di un razzo americano nel 2029. Il programma giapponese è l’ultimo nato sul piano internazionale: infatti, negli ultimi tre decenni il Sol Levante aveva deciso di sostenere finanziariamente il programma spaziale statunitense, senza mai lanciarsi nella creazione di un proprio rover. Tuttavia, dopo lo sbarco sul lato oscuro della luna del rover cinese Chang’e 4 a gennaio, anche il governo nipponico ha messo in moto il suo ambizioso piano, aggiungendosi così a USA, Cina ed India nella corsa alla Luna [fonte: Scmp]

Riapre lo spazio aereo tra Pakistan e India

Il Pakistan ha completamente riaperto il suo spazio aereo ai voli civili, quasi cinque mesi dopo la sua chiusura a seguito di una situazione di stallo con l’India. L’annuncio è arrivato nelle prime ore di martedì dal sito dell’Autorità per l’Aviazione Civile Pakistana. La chiusura, lo scorso febbraio, delle rotte civili tra le più trafficate al mondo ha costretto finora le compagnie aeree internazionali a volare intorno al Pakistan per ragioni di sicurezza. La chiusura era avvenuta a febbraio, dopo che l’India aveva compiuto un attacco aereo preventivo contro quello che le autorità indiane avevano identificato come campo di addestramento per terroristi nel territorio pakistano di Balakot, i quali avevano precedentmente rivendicato un attentato suicida nel Kashmir indiano, che ha ucciso più di 40 soldati indiani. Fonti della BBC riconducono la decisione del Pakistan di riaprire lo spazio aereo all’annuncio, poche ore prima, rilasciato dalla United Airlines in cui la compagnia considerava la sospensione dei suoi voli dagli Stati Uniti a Delhi e Mumbai in India fino a ottobre a causa delle continue limitazioni dello spazio aereo. Lo spazio aereo pakistano è fondamentale per l’aviazione intercontinentale e la sua chiusura ha causato danni per un costo di decine di milioni di dollari. Le compagnie aree indiane- Air India, SpiceJet, IndiGo e GoAir – hanno perso quasi 80 milioni di dollari a causa della sua chiusura, ha dichiarato di recente al parlamento il ministro dell’India Hardeep Singh Pur [Fonte: BBC]

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