xi

In Cina e Asia – Tutto pronto per il primo incontro tra Xi e Biden

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Tutto pronto per il primo incontro tra Xi e Biden
  • Double 11: i colossi dell’e-commerce nascondono il fatturato
  • Yin Li è il nuovo segretario del partito a Pechino
  • Cina, maxi piano di salvataggio per l’immobiliare
  • Scienziata sino-americana accusata di spionaggio vince la causa contro il governo USA dopo 10 anni
  • Cina, raddoppiano gli investimenti nel settore della realtà virtuale
  • Porti temporanei per difendere le isole del Giappone

Domenica si sono conclusi i sei giorni di vertici ASEAN a Phnom Penh, in Cambogia. Particolarmente intenso è stato il programma del weekend. Protagonisti: il presidente americano Joe Biden e il premier cinese Li Keqiang. Sabato gli Stati Uniti hanno elevato il proprio livello di relazioni con l’ASEAN, sottoscrivendo con l’Associazione un Partenariato Strategico Globale. 860 milioni di dollari è la cifra promessa alla regione sotto forma di aiuti. Secondo il South China Morning Post, non è chiaro se abbiano parlato direttamente, ma Biden e Li si sono incontrati domenica al Vertice dell’Asia Orientale (EAS) insieme agli altri leader. Mar Cinese meridionale e orientale, guerra in Ucraina e le “gravi preoccupazioni” per i test missilistici della Corea del Nord sono stati i temi caldi della riunione (quest’ultimo al centro anche di un meeting tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, e di un trilaterale con Biden). Domenica Li ha anche tenuto un breve colloquio con il premier australiano Anthony Albanese in previsione dell‘incontro tra il leader laburista e Xi Jinping al G20 in Indonesia. Quest’oggi, a Bali, ci sarà invece l’atteso faccia a faccia tra Biden e Xi. Molti sono i dossier sul tavolo: non solo Taiwan, ma anche la guerra russo-ucraina. Secondo indiscrezioni dei media anglofoni, mentre si trovava in Cambogia, il premier cinese avrebbe espresso una velata critica nei confronti della minaccia nucleare di Mosca.

Double 11: i colossi dell’e-commerce nascondono il fatturato

Per la prima volta i giganti dell’e-commerce cinese Alibaba e Jd.com non hanno rivelato i dati relativi al valore lordo della merce (GMV) all’indomani della “Double 11”. La festa dei single, che si celebra in Cina l’11 novembre, da oltre dieci anni si traduce nel più grande festival dello shopping online e offline del paese. Se lo scorso anno il GMV della multinazionale fondata da Jack Ma era cresciuto del 8,45% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra record di 540,3 miliardi di yuan, quest’anno non sono stati annunciati numeri: la società ha dichiarato che il suo fatturato finale “è in linea con le performance dello scorso anno, nonostante le enormi sfide e l’impatto del Covid”. Aggiungendo, anzi, che l’evento di quest’anno ha mostrato “la resilienza e la vivacità del settore dei consumi cinese”. Il suo grande rivale JD.com ha dichiarato di aver stabilito “un record” di vendite nei giorni di sconti precedenti all’11 novembre. Secondo molti analisti, ha scritto il South China Morning Post, le affermazioni vaghe significherebbero un consistente calo del fatturato.

Xi Jinping punta sui tecnocrati: Yin Li è il nuovo segretario del partito a Pechino

Yin Li, esperto di salute pubblica, è stato nominato segretario del Partito comunista di Pechino. Ex membro – tra gli altri incarichi – del Comitato esecutivo dell’OMS, Yin negli ultimi due anni è stato segretario del partito del Fujian (dove ha prestato servizio anche Xi) ed è uno dei 24 alti funzionari del Politburo. La sua nomina conferma un certo spostamento dei tecnocrati ai vertici del partito, tanto che a sostituirlo nel Fujian, secondo Xinhua, sarà un geofisico: Zhou Zuyi. Yin Li (60 anni) prende il posto di Cai Qi, entrato a far parte del Comitato permanente del Politburo. Data la sua esperienza nella sanità, ci si chiede come questo influirà sulle politiche anti-covid di Pechino.

Cina, maxi piano di salvataggio per l’immobiliare

Secondo fonti della stampa internazionale, la People’s Bank of China e la China Banking and Insurance Regulatory Commission hanno emesso un piano ad hoc per garantire uno “sviluppo stabile e sano” del mercato immobiliare. Negli ultimi mesi le autorità hanno cercato di disinnescare la crisi immobiliare (che assieme alla politica Zero Covid si è rivelata una delle maggiori cause del rallentamento economico) con una serie di misure, come il taglio dei tassi di interesse e l’offerta di prestiti speciali.  Le ultime diramate sono invece disposizioni più concrete delle precedenti, dalla proroga di un anno dei prestiti bancari attuali e quelli fiduciari in scadenza entro i prossimi sei mesi, all’allentamento dei requisiti di acconto per gli acquirenti di case. Ma soprattutto si affronta la crisi di liquidità: pare che si consentirà un allentamento “temporaneo” delle restrizioni sui prestiti bancari agli sviluppatori. Si tratta di un chiaro segnale di Xi Jinping, all’inizio del suo terzo mandato, della volontà di allentare la pressione sul mercato immobiliare e salvare le imprese coinvolte.

Scienziata sino-americana accusata di spionaggio vince la causa contro il governo USA dopo 10 anni

Un’epopea incredibile nonché caso emblematico della crescente sinofobia statunitense. È la storia di Sherry Chen, scienziata sino-americana che dopo 10 anni può definitivamente affermare che l’indagine aperta dal governo nei suoi confronti sia stata “discriminatoria e ingiustificata”. Nel 2012 Chen, all’epoca idrologa della National Weather Service, fu accusata di spionaggio per conto della Cina e perse il lavoro nel 2016. Come riportato dal South China Morning Post, lo scorso giovedì Chen ha firmato un accordo con Dipartimento del Commercio americano per ottenere 1,8 milioni di dollari di risarcimento, frutto di due cause che aveva intentato per “ingiusto processo e licenziamento illegale”. A febbraio Biden aveva chiuso la “China Iniziative” di Trump nata per il contrasto al presunto spionaggio economico degli scienziati cinesi, da allora perseguitati ancora più duramente dal governo statunitense.

Colpa anche del fatto che la retorica anti-cinese negli USA è bipartisan. In Ohio, per esempio, alle elezioni di midterm sia il candidato democratico Tim Ryan che quello repubblicano JD Vance hanno preso dure posizioni contro la Cina. Il tutto mentre nel paese continuano a registrarsi episodi di razzismo contro gli asiatici americani.

Cina, raddoppiano gli investimenti nel settore della realtà virtuale

Il settore della realtà virtuale (VR) cinese è entrato in un periodo di “crescita esplosiva”. Lo ha dichiarato sabato (all’annuale Conferenza mondiale sulla realtà virtuale di Nanchang) Wang Jiangping, funzionario del ministero dell’Industria e della tecnologia dell’informazione (MIIT) di Pechino. Dai dati presentati dal governo all’evento, e riportati dal South China Morning Post, gli investimenti nella VR cinese sono raddoppiati nel 2021 rispetto al 2020. Ma è solo l’inizio. Secondo la società di ricerca Touluo Research, nella prima metà del 2022 si parla già di un + 67% rispetto allo scorso anno. Pechino sta puntando forte su quella che ha definito “una delle 7 industrie chiave del digitale“. Cercando di recuperare terreno su USA e Corea del Sud, la Cina vorrebbe espandere la produzione nel settore fino a 350 miliardi di yuan nel 2026: sei volte rispetto al valore della produzione 2021.

Porti temporanei per difendere le isole del Giappone

Porti mobili per aiutare a difendere le isole sud-occidentali: si tratta di un programma incluso nel bilancio nazionale per l’anno fiscale 2023 del Giappone, che prevede la ricerca e la messa a punto (già a partire dal prossimo aprile) di porti portabili e temporanei, da assemblare con facilità estendendo il molo al largo della costa. Permetterebbero di scaricare personale, rifornimenti, veicoli blindati e altre attrezzature dalle navi che attraccano anche su isole che dispongono di piccoli porti. Il progetto consentirebbe alle Jieitai, le Forze di autodifesa del paese, di dispiegarsi rapidamente sulle isole del Giappone nel Mar Cinese Orientale, come le isole Nansei e le isole Sakishima, in caso di conflitto armato a Taiwan o altrove. Il 4 agosto, l’esercito cinese ha lanciato missili balistici nelle acque attorno Taiwan, uno dei quali è caduto a soli 80 chilometri dall’isola Yonaguni, la più occidentale del Giappone. Il primo ministro Fumio Kishida nelle ore successive aveva condannato i testi di Pechino definendoli “un grave problema per la sicurezza” di Tokyo.

A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno

[photo credit: James Griffit]