In Cina e Asia – Stella rossa sul Tibet

In by Gabriele Battaglia

Valutazioni sul patriottismo anche per i monaci buddhisti tibetani: è la decisione del presidente del Pcc del Tibet. Bufera su un noto volto della Cctv protagonista di un video diffuso online in cui criticava Mao. Le ragioni delle proteste ambientaliste dopo l’ultimo incidente in una fabbrica di px. Il rettore di un’università giapponese critica l’uso eccessivo degli smartphone da parte degli studenti. Sopravvissuti della guerra in Vietnam in Corea per partecipare a una cerimonia criticati dai veterani sudcoreani del conflitto. CINA – Stella rossa sul Tibet

Anche i monaci saranno soggetti a una valutazione sul loro patriottismo. Così il presidente del Partito della regione che ha invitato i monasteri ad “armonizzarsi” facendo sventolar la bandiera cinese. L’educazione patriottica comprenderà anche l’obbligo dei monasteri di dotarsi di “telefono, giornali e una sala di lettura”.
La polemica è sempre la stessa. I tibetani rivendicano le loro differenze culturali e accusano Pechino di erodere lentamente la loro millenaria cultura. Pechino sostene di portare sviluppo e modernità nella regione.

CINA – Una Cctv fedele alla linea

Bi Fujian è uno dei presentatori più famosi della televisione di stato. Per intenderci è uno di quelli che presenta il Gran Gala di capodanno, un programma da 700 milioni di spettatori. Ma i titoli degli ultimi giorni sono tutti contro di lui. In rete si è diffuso un suo video in cui cantava una delle opere della rivoluzione culturale e criticava l’operato di Mao.
Sono immagini di una cena privata che gli sono costate una sospensione di quattro giorni e critiche aperte da tutti i media di stato. Nessuno sa esattamente cosa stia succedendo all’interno della Cctv ma molti dei progetti più innovativi sono stati interrotti. Persone a conoscenza dei fatti hanno raccontato al New York Times di aver nel frattempo ricevuto direttive per concentrarsi più su storie “vecchio stile” tipo quelle su “contadini e lavoratori migranti” e che pongano l’enfasi su “valori morali e virtù sociali”.

GIAPPONE – "O lo smartphone o l’università"


Foto credit: ajw.asahi.com

La minaccia è arrivata nei giorni scorsi a qualche migliaia di matricole dal rettore dell’Università dello Shinshu, Giappone occidentale. "Lasciate perdere gli smartphone o lasciate questa università", ha ammonito il rettore Kiyohito Yamasawa in occasione della cerimonia di apertura dell’anno accademico. "Leggete libri, parlate con gli amici e pensate con la vostra testa". Un invito quello del rettore dell’ateneo nei pressi della città di Nagano di buon senso in un periodo in cui su mezzi pubblici e per strada non è raro vedere persone che non staccano mai gli occhi dal proprio cellulare.
In Giappone è quasi un problema di ordine pubblico, con un alto numero di incidenti stradali legati all’uso dello smartphone. Ma anche anacronistico se si pensa a quanto i cellulari di nuova generazione aiutino la vita universitaria nel caso di annunci dell’ultimo minuto di cancellazioni di lezioni e variazioni di orario.

CINA – Nimby: le ragioni e le proteste

Più di 14mila persone sono state evacuate a seguito dell’incendio della fabbrica di paraxilene nella regione orientale del Fujian. È il terzo giorno che il fuoco si riaccende e finalmente le autorità hanno deciso di evacuare la zona intorno all’impianto per un raggio di 5 chilometri. Le proteste contro le fabbriche di paraxilene (o px) hanno fermato importanti progetti di impianti petrolchimici a Xiamen (2007), Dalian (2011), Ningbo (2012) e Kunming (2013), solo per fare gli esempi più noti.
Ieri la costruzione di un inceneritore è stata fermata a Luoding, nella regione meridionale del Guangdong. Secondo informazioni non verificabile una protesta di oltre 10mila persone avrebbe portato al ribaltamento di macchine della polizia e uffici pubblici vandalizzati. Le autorità locali hanno condannato l’accaduto ma hanno annunciato di aver cancellato il progetto.

COREA DEL SUD – Fare i conti con il Vietnam 


Foto credit: english.hani.co.kr

Per la prima volta sopravvissuti al conflitto in Vietnam sono stati in Corea del Sud per ricordare la guerra. L’evento cui avrebbero dovuto partecipare i vietnamiti è però diventato bersaglio delle contestazioni di un gruppi di veterani sudcoreani, che hanno impedito il dibattito, accusando gli organizzatori di essere sostenitori della sinistra e antipatriottici. La Corea del Sud fu uno dei Paesi che sostenne anche con truppe gli Usa nel Sudest asiatico. 

[Foto credit: ibtimes.com]