In Cina e Asia – Sconti e incentivi per far rimanere i cinesi a casa durante il Capodanno

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

Il Capodanno cinese rappresenta una vera e propria migrazione di massa: milioni e milioni di persone si spostano da ogni angolo della Cina per raggiungere la propria famiglia nella città natale. Ma quest’anno, a fronte di una nuova ondata di trasmissioni locali di Covid-19, Pechino punta a ridurre al massimo gli spostamenti durante le vacanze. Buoni sconto presso le attività locali, ingressi gratuiti alle attrazioni turistiche, sconti per il cinema e decorazioni gratis per il Capodanno sono solo alcuni degli incentivi che i governi locali stanno applicando nel tentativo di trattenere la popolazione nelle città. Nel 2020 i primi segnali di allarme della pandemia avevano fatto crollare gli spostamenti per il Capodanno cinese oltre il -50%, ma rimangono alte le cifre previste per il 2021. Stimati almeno 300 milioni di viaggi in treno, con un picco nella settimana centrale, quando la maggior parte dei lavoratori ottiene dei giorni di ferie per recarsi anche a migliaia di chilometri di distanza per raggiungere i propri cari. Insieme alle autorità locali, arrivano anche le proposte delle aziende private, a cui vengono promessi grossi aiuti per disincentivare i viaggi fuori città con aumenti di salario o tagli negli affitti. [Fonte: Inkstone]

I vaccini cinesi e russi iniziano a conquistare i mercati internazionali

Mentre il mondo intero corre all’inseguimento delle maggior dosi di vaccino possibili, iniziano a crescere le richieste per acquistare i vaccini prodotti da Russia e Cina. Nonostante i dubbi sollevati in merito all’efficacia e il rispetto degli standard scientifici, sono sempre di più i governi che stringono accordi per ricevere le dosi, in particolare stati asiatici, sudamericani o dell’area mediorientale – ma non mancano eccezioni sul continente europeo, come l’Ungheria e la Serbia. Il boom di vendite rappresenta un grande conquista per Mosca e Pechino, che desiderano competere alla pari degli stati leader nel settore farmaceutico. Casi precedenti di bassa qualità nella produzione dei vaccini hanno intaccato notevolmente la reputazione delle aziende cinesi, ma gli sforzi per rafforzare il settore stanno accrescendo la fiducia dell’opinione pubblica. Interessante anche la dicotomia tra le aziende coinvolte nella produzione del vaccino occidentali e le loro controparti russe e cinesi: se le prime devono affrontare un lungo processo di verifiche e mostrarsi trasparenti sui dati per guadagnare mercato, le seconde sentono meno la necessità di rendere pubblici i propri processi lavorativi in quanto godono del pieno supporto finanziario e politico dello Stato. In risposta alle crtiche dell’Occidente, recentemente la stampa cinese ha messo in dubbio la sicurezza dei vaccini Pfizer -BioNTech dopo una serie di decessi in Norvegia. [Fonte: Financial Times]

L’Esercito Popolare di Liberazione studia l’inglese per gestire le incursioni straniere nel Mar Cinese Meridionale

Le crescenti attività dell’esercito cinese nel Mar Cinese Meridionale diventano un banco di prova per l’internazionalizzazione delle truppe. Secondo l’emittente statale CGTN le ultime esercitazioni presso le isole Paracelso includevano delle lezioni di lingua inglese, segno che Pechino riconosce la necessità per i soldati di essere in grado di affrontare comunicazioni con enti di nazionalità diverse. Poter comunicare in una lingua franca è diventato importante per evitare incomprensioni e valutazioni fallaci, sempre più frequenti con l’aumentare delle tensioni tra i confini delle zone di competenza statale. L’inglese dovrebbe diventare anche mezzo di comunicazione durante delle manovre impegnative, in modo da rassicurare chiunque possa captare il messaggio sulle intenzioni dell’esercito cinese. Non è la prima volta che vengano proposte iniziative per esercitare l’uso della lingua inglese sul campo, ma è soprattutto negli ultimi anni che il fenomeno ha assunto maggiore importanza per dare maggiori strumenti ai soldati che vengono inviati fuori dal paese o in zone di confine. [Fonte: SCMP]

Status quo economico e rimpasto di governo per la Corea del Nord

Domenica il Parlamento della Corea del nord ha approvato le decisioni prese durante il Congresso del partito dei lavoratori di Corea. Secondo gli analisti mancano però dei veri segnali di riforma, che potrebbero fare la differenza in un clima economico molto sfavorevole. Le sanzioni, l’isolamento forzato a causa della pandemia e gli eventi climatici estremi della scorsa estate avrebbero esacerbato la crisi interna. Gli scambi commerciali con la Cina sono crollati del 70%. Ciononostante, il nuovo piano quinquennale rimarrà saldo sulle vecchie posizioni di dominio dello Stato sul mercato, con grossi investimenti nei settori tradizionali dell’industria pesante e chimica. Non perde terreno il settore della difesa, con le ultime segnalazioni che farebbero pensare a nuovi esperimenti per ottenere razzi con copertura delle distanze sempre maggiore. Anche il rimpasto dell’Assemblea Suprema del Popolo voluto da Kim Jong-un segnala un tentativo di scaricare il fallimento sui funzionari, ma senza introdurre novità. [Fonti AP News, AsiaNews]

BJP e media: sotto indagine il nesso tra attacchi militari e boom di consensi

Secondo indiscrezioni fuoriuscite da un’indagine della polizia indiana sulla manipolazione dei rating televisivi, i media indiani sarebbero stati informati in anticipo dell’attacco aereo contro il Pakistan nel febbraio del 2019. In uno scambio di messaggi su Whatsapp il conduttore televisivo Arnab Goswami avrebbe parlato dell’attacco come progetto per raccogliere consensi nei confronti di Narendra Modi, che a maggio avrebbe poi ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni. La notizia ha fatto emergere di nuovo le accuse che vedono il partito di Modi, il Bharatiya Janata Party (BJP), sempre più intrusivo nei confronti dei media indiani. Imran Khan – premier del Pakistan – ha criticato il governo Modi accusandolo di propaganda militarista e nazionalista nei confronti di Islamabad per rafforzare la propria posizione politica. L’attacco del febbraio 2019 era avvenuto in risposta a un attacco suicida in Kashmir che aveva causato quaranta morti ad opera del gruppo Jaish-e-Mohammed, militanti che però le autorità pakistane avevano provveduto ad arrestare. Al momento non ci sono ancora commenti da parte del BJP e dei professionisti coinvolti nello scandalo, mentre l’opposizione ha commentato il fatto come un pericoloso precedente che solleva seri interrogativi sulla sicurezza del Paese e della regione. [Fonte: SCMP]

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