In Cina e Asia – Per gli Usa Hong Kong non è più autonoma dalla Cina

In Notizie Brevi by Serena Console

Hong Kong ora non è più solo affare cinese. Ieri l’amministrazione Trump, attraverso il Segretario di Stato Mike Pompeo, ha informato il Congresso che la città portuale non è più adeguatamente autonoma dalla Cina. La valutazione è un passaggio cruciale per stabilire se l’ex colonia britannica continuerà a ricevere un trattamento economico e commerciale preferenziale, oppure se si terrà necessario fare ricorso all’Hong Kong Human Rights and Democracy Act, la legge federale che vincola il trattamento speciale riservato dagli Usa a Hong Kong a revisioni periodiche sullo stato dei diritti umani e civili nella ex colonia britannica. L’affondo americano, che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti tra Washington e Pechino, è arrivato dopo una giornata di manifestazioni e scontri con la polizia a Hong Kong. Le forze dell’ordine della città hanno arrestato più di 300 manifestanti per le proteste contro la legge a tutela dell’inno nazionale cinese, in discussione al parlamento locale, e la legge sulla sicurezza nazionale che sarà votata oggi a Pechino. Manifestazione non autorizzata e possesso di armi offensive sono le accuse più comuni contestate. A scendere in campo in aiuto dei cittadini di Hong Kong. la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, e il premier Su Tseng-chang, secondo cui il governo lancerà un piano di assistenza a favore di chi arriverà dall’ex colonia. Il Mainland Affairs Council, l’agenzia dell’isola che cura i rapporti con la Cina continentale, metterà a punto un progetto e lo attuerà dopo il coordinamento coi vari dipartimenti coinvolti. Il governo finanzierà il piano focalizzato su diritto di residenza, accoglienza e cura per gli hongkonghesi in cerca di rifugio a Taiwan. [Fonte: SCMP, The Guardian, Reuters]

La CFO di Huawei resta ai domiciliari

Meng Wanzhou resterà ai domiciliari. Secondo la corte suprema della British Columbia, le accuse di frode a carico della a CFO di Huawei soddisfano il principio della cosiddetta “doppia criminalità”, stando al quale i fatti contestati da Washington costituiscono reato anche in Canada. Meng era stata arrestata nel dicembre 2018 mentre transitava per Vancouver su richiesta degli Stati Uniti in riferimento alla presunta violazione delle sanzioni americane contro l’Iran, di cui Ottawa non riconosce la validità. Ecco perché la magistratura ha deciso portare avanti il caso sulla base delle accuse secondo le quali la donna avrebbe nascosto a banche e investitori gli affari dell’azienda nel paese degli ayatollah. La battaglia legale non si ferma qui: la difesa si appresta a contestare il trattamento subito dalla donna durante la perquisizione in aeroporto da parte delle autorità canadesi. La prossima udienza è fissata per il 15 giugno. Intanto le relazioni tra Cina, Stati Uniti e Canada si fanno sempre più tese. [fonte: NYT, FT]

Per l’Ue la repressione di Hong Kong è una minaccia per l’ordine internazionale

La repressione della Cina su Hong Kong è una minaccia per l’ordine globale: è questa l’accusa che arriva dal capo della politica estera europea Josep Borrell. Con un messaggio rivolto ai 27 Stati membri dell’Ue, Borrell ha sottolineato come le azioni cinesi sull’ex colonia britannica mettano a rischio la tenuta dei trattati politici internazionali. L’Alto Rappresentante dell’Ue ha invitato a dare una risposta comunitaria. Domani è in programma una videochiamata tra i ministri degli Esteri dell’Ue per discutere la questione. Come già sottolineato da Borrell nella lettera inviata agli Stati membri, si discuterà anche dei rapporti che Bruxelles mantiene sia con Pechino, sia con Washington: l’obiettivo è quello di non dover cedere alle pressioni delle due potenze economiche. Non è chiaro se l’Unione prenderà in considerazione sanzioni contro la Cina, ma certamente Borrell vuole attuare una strategia più solida nei confronti del Dragone. [Fonte: Bloomberg]

India-Cina, tensione nel territorio conteso del Ladakh

Cresce la tensione tra Cina e India lungo il confine orientale del Ladakh. L’area contesa dai due giganti asiatici ha visto in questi giorni l’arrivo di migliaia di truppe dell’esercito di liberazione popolare cinese, che hanno installato tende e posizionato veicoli pesanti in quello che l’India considera il suo territorio. Immediata è stata la risposta di New Delhi: l’esercito indiano ha spostato nel Ladakh diversi battaglioni da una divisione di fanteria con base nella città di Leh. L’offensiva militare lanciata da Pechino è la risposta a quanto accaduto nelle aree di confine del lago Pangong e del Sikkim settentrionale del Ladakh, dove sono rimasti feriti in diversi scontri, tra il 5 e il 9 maggio, oltre un centinaio di soldati di entrambi le parti. Sembra, però, che le azioni militari cinesi siano diventate più aggressive dopo la ripresa dei lavori di costruzione di strade e piste di atterraggio adiacenti alla Linea effettiva di controllo (Lac): il progetto indiano migliorerebbe la connettività e gli spostamenti delle truppe indiane nell’area. La situazione non è sfuggita all’attenzione di Washington. Ieri, il Presidente americano Donald Trump, tramite twitter, ha comunicato che gli Stati Uniti stanno monitorando la situazione e sono pronti a mediare o arbitrare la contesa tra i due Paesi. [Fonte: The Guardian]

La Cina esclude il mercato ittico e il laboratorio di Wuhan all’origine del coronavirus

Nel rimbalzo di responsabilità sull’origine del coronavirus, tra accuse e disinformazione mosse da Pechino e Washington, gli scienziati cinesi provano a fare chiarezza. Il direttore dell’Istituto di virologia di Wuhan, Wang Yanyi, al centro delle accuse relative a un potenziale incidente di laboratorio, in un’intervista rilasciata alla China Central Television ha detto che il Covid è diverso da qualsiasi agente patogeno vivo che è stato studiato nell’istituto. L’affermazione vorrebbe quindi allontanare le critiche secondo cui il virus sarebbe sfuggito al controllo del laboratorio. Ma anche il direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), Gao Fu, ha cercato di risollevare l’immagine del mercato ittico di Wuhan, Huanan, da dove si pensa che il virus abbia avuto origine. Gao ha affermato che il coronavirus è stato trovato in campioni provenienti dall’ambiente locale, ma non negli animali del mercato ittico. La sua affermazione ha scatenato l’ironia e l’indignazione dei netizen cinesi: sui social è diventato virale l’hashtag “ll mercato del pesce di Huanan potrebbe essere una vittima”. [Fonte: WSJ]

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