In Cina e Asia – Pechino rimette in libertà due ragazzi americani dopo 3 anni di exit ban

In Notizie Brevi by Redazione

La Cina ha rimesso in libertà due cittadini americani, a cui è stato impedito di lasciare il paese per più di tre anni. Victor Liu, studente della Georgetown University, e Cynthia Liu, consulente di McKinsey & Company, sono finalmente tornati negli Stati uniti. Mai accusati ufficialmente di alcun illecito, i due fratelli erano soggetti a un “divieto di uscita” dal paese in vigore dal giugno 2018, quando erano tornati in Cina con la madre per visitare il nonno. In quella stessa occasione la signora Liu – anche lei naturalizzata americana – è stata arrestata e si trova tutt’ora nelle mani delle autorità cinesi. Secondo chi ha seguito il caso, l’exit ban comminato ai due ragazzi avrebbe dovuto indurre alla resa il padre, Liu Changming, ex dirigente della Bank of Communications, ricercato dalla polizia cinese per il suo ruolo in un caso di frode. Ma ad oggi di Liu senior non si hanno notizie, mentre il rilascio dei figli ha coinciso con tempismo quanto mai sospetto con il rimpatrio incrociato della Cfo di Huawei, dal 2018 ai domiciliari in Canada su richiesta degli States, e dei due canadesi arrestati dalla Cina a stretto giro. Le autorità cinesi e americane continuano a negare si sia trattato di uno scambio di ostaggi. Ma la risoluzione concertata dei tre casi sembra suggerire piuttosto chiaramente il tentativo di normalizzare le relazioni tra le due sponde del Pacifico dopo il quinquennio di follia cominciato con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. [fonte NYT, SCMP]

Il caso Evergrande rilancia la campagna anticorruzione

Il crack finanziario del gigante immobiliare Evergrande non poteva rimanere nel silenzio delle autorità. È di domenica 27 settembre l’annuncio della Commissione centrale per l’ispezione disciplinare che promette, come enunciato dal segretario Zhao Leji, il rilancio di una nuova campagna anticorruzione e una cascata di “ispezioni disciplinari su vasta scala”. Sotto l’occhio del Partito finiranno anche i principali enti finanziari, con l’obiettivo di ridurre il “rischio sistemico” all’interno del sistema di credito per le aziende cinesi. La mossa arriva come evoluzione naturale della stretta del Governo centrale su attori privati e governi locali, colpevoli di aver alimentato un sistema economico poco performante.

In questo contesto la crisi del settore immobiliare è quella che più rischia di espandersi nell’economia nazionale, coinvolgendo in primo luogo le banche. Da quando la Commissione per la stabilità finanziaria e lo sviluppo è stata lanciata nel 2017, Pechino ha dovuto farsi carico di diverse istituzioni finanziarie in difficoltà, mentre dall’altro lato condannava i dirigenti coinvolti in attività sospette. L’esposizione delle banche ai rischi del settore immobiliare è stato definito dallo stesso presidente della China Banking and Insurance Regulatory Commission (Cbirc) Guo Shuqing il più grande caso di “rinoceronte grigio” (una minaccia altamente probabile e devastante che non viene percepita come tale) che riguarda la Cina. [Fonte: SCMP]

 

Il segretario generale Nato incontra Wang Yi

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha parlato di sicurezza internazionale con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nella giornata di lunedì 27 settembre. L’incontro virtuale è stato occasione di confronto sulle tematiche più calde del momento, ma anche di paternali sul ruolo di Pechino nella comunità internazionale. Il segretario Stoltenberg ha sollevato le preoccupazioni degli alleati nei confronti dell’assertività cinese nell’Indopacifico, oltre a invitare la Cina a cooperare per una “maggiore trasparenza e dialogo” in campo militare, soprattutto per quanto riguarda gli armamenti nucleari.

Non poteva mancare un cenno alla situazione in Afghanistan, dove la Cina sembrava godere da subito di una posizione privilegiata nei confronti dei Talebani. La situazione nel Paese è ancora incerta, e l’invito del segretario Nato è di collaborare insieme per contrastare il terrorismo e le violazioni dei diritti umani. Leggendo i media cinesi emerge un’altra dialettica, dove Pechino si posiziona con maggiore determinazione per difendere il proprio operato internazionale. Wang Yi avrebbe precisato che: “Sempre più paesi resisteranno a ogni tipo di sanzioni unilaterali illegali, giurisdizione a lungo braccio e inquadramento politico [intesi come influenzati dai valori statunitensi, ndr.], come ha fatto la Cina, e difenderanno congiuntamente l’equità e la giustizia globali, oltre a salvaguardare le norme di base che governano le relazioni internazionali.” [Fonti: NATO, Ecns]

 

Quotidiano del Popolo: l’ascesa della Cina è inarrestabile e il declino dell’Occidente irreversibile

Le nazioni di tutto il mondo osservano la Cina per imparare dai suoi successi. È quanto affermato da un commento apparso ieri nella prima pagina del Quotidiano del Popolo (人民日报), giornale ufficiale del Comitato centrale del Partito comunista cinese. L’articolo, il cui titolo recita qualcosa come “Le ragioni del nostro successo” (我们为什么能够成), ha definito l’ascesa del paese “inarrestabile”, di pari passo con un “irreversibile” declino dell’Occidente.

Il partito viene elogiato per essere stato capace di trasformare il paese in una grande potenza economica mondiale e di aver superato una lunga serie di ostacoli: dalle umiliazioni da parte delle potenze coloniali alla povertà diffusa, fino alla pandemica di coronavirus. “Ancora oggi, tra i principali paesi del mondo, abbiamo il tasso di incidenza più basso e il minor numero di decessi legati al Covid-19”. Il Pcc, inoltre, ha promosso uno sviluppo del tutto pacifico verso un percorso di modernizzazione su larga scala che ha interessato un quinto della popolazione mondiale.

Pubblicato non a caso a ridosso del primo ottobre, giornata nazionale della Repubblica Popolare cinese, secondo gli osservatori il commento riflette con tutta probabilità il contenuto della risoluzione che sarà adottata durante il sesto plenum del Comitato centrale di fine ottobre. In un momento di forti tensioni con le altre potenze e di ostacoli seri sul piano economico, serve rafforzare la legittimità di Xi Jinping: al South China Morning Post Xie Maosong, ricercatore alla Tsinghua University, spiega che le parole dell’articolo sembrano “elaborare ulteriormente” il discorso tenuto dal segretario generale per il centenario del partito, a luglio. Ci si aspetta che la risoluzione fornisca “una importante narrazione ufficiale non solo sugli eventi storici passati, i risultati e gli errori del partito, ma anche sulla direzione futura della Cina sotto Xi”. Nel frattempo, anche i vertici militari degli altri paesi iniziano a parlare dell’ascesa di Pechino come potenza tecnologica: “L’emergere della Cina come gigante tecnologico significa che paesi democratici come il Giappone e gli Stati Uniti sono sul punto di perdere il predominio tecnologico“, ha affermato il giapponese Suzuki Atsuo questo martedì. [Fonte: SCMP, SCMP]

 

Cina. Riduzione degli aborti per “scopi non medici”

Nuove linee guida governative pubblicate ieri hanno preso di mira la pratica dell’aborto. Il Consiglio di Stato ha infatti dichiarato che saranno prese misure per prevenire gravidanze indesiderate e per incoraggiare gli uomini a “condividere la responsabilità” della prevenzione, con l’intenzione di ridurre il numero di aborti eseguiti senza specifici motivi sanitari. Pechino ha già messo in atto misure rigorose contro gli aborti mirati alla selezione del sesso, criticati per aver contribuito alla disuguaglianza di genere. Inoltre, le autorità hanno dichiarato che si procederà con un generale miglioramento della educazione sessuale e con una implementazione dell’assistenza post-parto e post-aborto.

Dopo anni di politiche volte a limitare la crescita della popolazione, ora il governo si sta impegnando a incoraggiare le famiglie a fare più figli. Già nel 2015 un allentamento delle politiche di pianificazione familiare aveva consentito a ogni famiglia di avere due figli, e a giugno è stato dato il via libera a tre. I dati dell’ultimo censimento non sono incoraggianti: la crescita della popolazione dal 2011 al 2020 è stata la più lenta dagli anni Cinquanta e si prevede che ai livelli attuali il numero dei cinesi inizierà a diminuire entro pochi anni. Gli aborti, invece, hanno registrato un aumento: 9,7 milioni all’anno in media nel periodo 2014-2018, il 51% in più del periodo 2009-2013. [Fonte: Reuters]

A cura di Sabrina Moles, Vittoria Mazzieri e Alessandra Colarizi