China-EU White Paper: sudditanza politica in cambio di benefici economici
Pechino ha da poco rilasciato una versione aggiornata delle linee guida per coordinare le relazioni politiche ed economiche con l’Unione Europea. Come riporta il South China Morning Post, “la Cina chiede all’Europa di lavorare fianco a fianco con Pechino per supere assieme i pericoli del protezionismo commerciale e ridurre gli ostacoli per gli investimenti cinesi”. Il documento è per lo più caratterizzato dall’ormai noto linguaggio ‘win-win’ per il rafforzamento delle relazioni bilaterali, ma al contempo vengono delineate richieste ben precise che l’UE è chiamata a rispettare per il mantenimento dello status quo. Ed in particolare, Bruxelles non potrà assolutamente riconoscere Taiwan in alcuna istituzione internazionale che richieda come requisito di adesione l’essere uno Stato a tutti gli effetti. L’UE deve astenersi inoltre da qualunque tipo di supporto a forme di separatismo legate al Tibet e alla regione dello Xinjiang e non potrà interferire nelle questioni che riguardano Hong Kong e Macao, in quanto realtà sotto il diretto controllo di Pechino. Quest’ultima promette di aumentare le importazioni di prodotti europei dall’alto valore aggiunto, attraverso canali affidabili come il nuovo China International Import Expo, a patto che Bruxelles diminuisca i controlli sull’esportazione di tecnologie avanzate verso la Cina.
Aumento nella vendita delle armi di produzione cinese in Africa
L’esercito del Ruanda è il primo al mondo ad aver impiegato missili di produzione cinese durante una sessione di esercitazione militare. Alcune foto mostrerebbero infatti i soldati della piccola nazione africana adoperare il sistema di puntamento PCL-09 e i missili anticarro ‘Red Arrow’, entrambi armamenti “made in China”. Il Ruanda, pur essendo una nazione poverissima ancora duramente colpita dal genocidio del 1994, è da tempo acquirente di armi cinesi, inclusi veicoli a propulsione e missili per la difesa aerea. Zhou Chenming, esperto di armamenti e di strategia militare, ha sottolineato come la vendita di armi cinesi in Africa sia in forte aumento, soprattutto grazie alla loro versatilità, efficacia, facilità di utilizzato e costo ridotto. Secondo il Stockholm Internatioanal Peace Research Institute, tra il 2013 e il 2017, la vendita di armi cinesi a livello globale è aumentata del 38% rispetto ai cinque anni precedenti, di cui il 21% in Africa. Non sono poche tuttavia le critiche rivolte a Pechino, accusata di aver fomentato con la vendita delle proprie armi i conflitti in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo.
Più turisti cinesi all’estero ma meno spese per viaggio nel 2019
Secondo l’azienda di consulenza China Luxury Advisors (CLA), il 2019 vedrà un aumento vertiginoso del numero di turisti cinesi all’estero accompagnato tuttavia da un calo nelle spese medie per viaggio. Questo calo potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui figurano nuove politiche di rilascio dei visti, le incertezze legate alla guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti e le fluttuazioni del valore dello Yuan. CLA sottolinea però che, con solo il 10% dei cittadini cinesi in possesso del passaporto, nel lungo periodo i consumi dei turisti cinesi sono destinati ad aumentare. I turisti cinesi tenderanno a viaggiare in maniera più indipendente, ad esplorare nuove aree ‘fuori dai sentieri battuti’ e ad affidarsi per i propri acquisti all’ormai consolidato O2O, ovvero ricerca del prodotto online prima dell’acquisto offline in negozio.
Hollywood ringrazia Fang Bingbing
Il Ministero della Propaganda cinese ha ufficialmente approvato la proiezione nelle sale cinematografiche di sette ulteriori film stranieri rispetto alla precedente quota annuale fissata a 34 pellicole. Il rilascio di nuovi film è sintomatico di una forte domanda interna a cui l’offerta cinematografica domestica non è ancora in grado di far fronte. Pechino non è particolarmente interessata nel promuovere il cinema americano e spinge sempre più per rilanciare la produzione cinematografica interna, mossa dalla volontà di rendere la Cina il primo paese al mondo per incassi cinematografici. L’unico modo per ottenere questo risultato, al momento, però è proprio quello di aumentare la quota dedicata ai film stranieri semplicemente perché la produzione interna non è ancora all’altezza. In questo senso, inoltre, Hollywood può ringraziare lo scandalo legato all’evasione fiscale dell’attrice cinese Fan Bingbing che ha rallentato o annullato l’uscita di tutta una serie di pellicole cinesi per la paura di maggiori controlli da parte degli organi statali.