In Cina e Asia – Pechino aggiunge 270 miliardi al Pil nazionale

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Nel 2018, il Pil della Cina ha raggiunto i 13,1 trilioni di dollari. E’ quanto comunicato oggi dalle autorità cinesi dopo che l’ultimo censimento economico ha portato a un incremento delle precedenti stime dell’2,1%, pari a 270 miliardi. Non è chiaro quale impatto la revisione avrà sulla crescita, che per ora rimane, come annunciato lo scorso gennaio, al 6,6%. Pechino effettua un censimento ogni cinque anni per aggiornare in maniera più dettagliata i cambiamenti dell’economia nazionale. Quello di quest’anno vede aumentare il contributo del settore terziario e diminuire, in proporzione, il comparto agricolo. Perché è importante? Secondo gli esperti, il ritocco dovrebbe riuscire ad assicurare il raggiungimento della cosiddetta “società del moderato benessere” (raddoppiando il Pil del 2010) anche con un tasso di crescita inferiore al 6% nel 2020. [fonte: SCMP]

Un 39enne a capo della costruzione della terza portaerei cinese

E’ classe 1980 il capo dei lavori di sviluppo della terza portaerei cinese che proprio in questi giorni è in costruzione presso il cantiere navale di Jiangnan, a Shanghai. La notizia è stata divulgata questa settimana dalla CCTV e rappresenta la prima conferma ufficiale del fatto che la nuova portaerei navigherà nelle acque cinesi in un futuro prossimo. Secondo fonti interne all’esercito, l’ingegnere ed il suo team intendono apportare alcune modifiche rispetto ai due modelli precedenti – come ad esempio la creazione di un vettore più grande ed un ponte piatto fornito di catapulta elettromagnetica. Ciò porterebbe la marina cinese tecnologicamente alla pari della US NAVY americana, riporta il Global Times. Mentre la nuova portaerei è in costruzione, alcuni analisti militari affermano che a questo passo la Cina potrebbe in poco tempo sviluppare fino a sei portaerei, probabilmente alimentate a propulsione nucleare. [fonte: Global Times]

Il gigante cinese della genetica “adatta” la medicina al DNA

Il gigante cinese della genetica BGI aspira a commercializzare un processo low-cost di analisi personalizzata del DNA a scopo medico. Indubbiamente una delle aziende mediche più avanzate al mondo, la BGI è riuscita a ridurre il prezzo del sequenziamento del genoma tanto da renderlo potenzialmente commercializzabile anche nei laboratori dei paesi sottosviluppati, che potrebbero così utilizzare l’analisi del DNA per prevenire le malattie e far avanzare la ricerca sui medicinali adattandoli alla genetica del paziente. Nella sua sede di Shenzen il dottor Wang, CEO di BGI, ha già testato il prodotto sui suoi dipendenti, sottoponendoli a test genetici che consentono loro di conoscere un’eventuale predisposizione verso una certa malattia e fornendo indicazioni ad hoc per l’eventuale profilassi. L’obiettivo del dottor Wang è quello di dimostrare che un’azienda medica cinese è affidabile e soddisfa gli standard scientifici ed etici della comunità internazionale, dopo alcuni recenti scandali riguardanti alcuni laboratori di genetica cinesi (non legati alla BGI) che hanno sollevato le polemiche di molti esperti della comunità scientifica internazionale. Tuttavia, alcuni esperimenti moralmente controversi condotti dalla BGI – come l’isolamento dei genomi che denotano intelligenza – stanno rendendo difficile l’esportazione di questa tecnologia, complici anche le recenti rivelazioni del New York Times riguardo ai prelievi forzati di DNA effettuati dal governo cinese sulla popolazione uigura nel Xinjiang. [fonte: Bloomberg]

La popolazione degli asini decimata dalla medicina cinese

Metà della popolazione mondiale di asini potrebbe essere sterminata nei prossimi cinque anni per soddisfare la crescente domanda di pelle di asino, ingrediente fondamentale dell’ejiao, una medicina tradizionale cinese a base di gelatina animale. A lanciare l’allarme è un nuovo rapporto dell’ONG Donkey Sanctuary, secondo il quale ben 4,8 milioni di pelli d’asino sarebbero richieste annualmente dal mercato cinese. La forte domanda, unita al basso tasso riproduttivo di questi animali, ha ridotto il numero di asini in Cina del 76% dal 1992, obbligando il paese ad aprirsi agli import per colmare il divario. Ciò ha però causato una vera e propria ecatombe in Brasile, Botswana e Kirghizistan, le cui popolazioni di asini sono diminuite rispettivamente del 28%, 37% e 53%. Sebbene il Donkey Sanctuary abbia riconosciuto l’importanza del ruolo della gelatina di asino nel patrimonio culturale cinese, molte associazioni per i diritti degli animali hanno sollecitato i produttori di ejiao ad accelerare gli sforzi per trovare alternative sostenibili, quali ad esempio il collagene artificiale o quello biologico. [fonte: Guardian]

Filippine: la Cina potrebbe bloccare l’approvvigionamento elettrico nazionale

La Cina potrebbe tagliare la fornitura di elettricità alle Filippine. Ad annunciarlo è stato il Senato filippino, preoccupato dalla disputa territoriale in corso tra i due paesi per aggiudicarsi la supremazia sulle acque e le isole del Mar Cinese Meridionale. Secondo le autorità di Manila, la Cina potrebbe agire in un atto di rappresaglia e bloccare l’approvvigionamento della National Grid Corporation delle Filippine (NGCP), l’azienda che gestisce la rete elettrica nazionale e di cui Pechino possiede il 40% delle quote di partecipazione. Secondo il presidente della NGCP, la disconnessione potrebbe addirittura avvenire all’improvviso e da remoto, complici l’attuale livello di sviluppo tecnologico e l’interconnessione tra le reti elettriche delle due nazioni. Tuttavia, a rassicurare Manila vi sono alcune clausole di garanzia consentirebbero al Presidente di ripristinare il controllo sulla rete elettrica dopo 24 o 48 ore. Il caso delle Filippine rappresenta un chiaro esempio dei rischi connessi agli enormi piani di investimento infrastrutturale realizzati dalla Cina negli ultimi anni: scenari simili si potrebbero infatti anche profilare in Kenya, Indonesia e Thailandia. [fonte: BBC]

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