In Cina e Asia – Nuovi ricambi nel Pcc

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

– Nuovi ricambi nel Pcc dopo la pausa estiva
15 accordi tra Cina e Arabia Saudita
– I numeri degli abusi infantili in Cina
– Pyongyang: «Ogni soldato dovrà diventare un arsenale nucleare»
– Nuove purghe in Corea del Nord?
Nuovi ricambi nel Pcc dopo la pausa estiva

Conclusa la pausa estiva dei leader – che in Cina prevede colloqui a porte chiuse nella località marittima di Beidaihe prima del tradizionale plenum autunnale -, nel weekend i media di stato hanno annunciato rimpasto in tre delle cinque regioni autonome della Repubblica popolare. Spicca il trasferimento dell’astro nascente Chen Quanguo dalla regione autonoma del Tibet a quella islamica dello Xinjiang (sempre con il ruolo di capo del partito locale), che potrebbe suggerire l’ingresso di Chen nel potente Politburo in occasione del Diciannovesimo Congresso del Partito. Il ricambio vede inoltre Li Jiheng, ex segretario dello Yunnan diventare capo del partito della regione autonoma della Mongolia Interna, mentre Li Jinbin, ex governatore dello Anhui rimane nella provincia orientale, ma con il nuovo ruolo di governatore.

Come sottolineano gli analisti, il rimpasto conferma la volontà da parte di Xi Jinping di cementare la posizione di alcuni uomini a lui fedeli, come nel caso della nomina a segretario dello Yunnan di Chen Hao, che vanta un passato come vicepresidente dell’Assemblea nazionale del popolo di Shanghai negli anni in cui Xi era segretario del partito a livello locale.


15 accordi tra Cina e Arabia Saudita

È cominciata con la firma di 15 accordi preliminari la trasferta cinese del vice principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. I memorandum d’intesa, siglati a margine dell’incontro tra il principe Mohammed e il vice premier cinese Zhang Gaoli, spaziano dal settore energetico alla cooperazione scientifica e tecnologica. Tra gli altri, compare un’intesa per la costruzione congiunta di 10mila unità abitative nel sobborgo di Asfar.

Il viaggio di Mohammed – che dopo una deviazione in Giappone farà ritorno in Cina per il G20 di Hangzhou- ha lo scopo di presentare il piano di riforme lanciato da Riyadh e volto a diversificare l’economia saudita troppo dipendente dall’export di petrolio. Mentre in Asia l’oro nero saudita comincia a risentire della competizione russa e iraniana, in futuro ci si aspetta che a fare la parte del leone nella crescita economica del paese mediorentale saranno sopratutto gli investimenti infrastrutturali, musica per le orecchie di banche e compagnie cinesi e giapponesi.

I numeri degli abusi infantili in Cina

Secondo l’ente benefico Girls’ Protection Foundation, in Cina, tra il 2013 e il 2015, si sono registrati 968 casi di abusi su bambini, per un totale di 1790 vittime. Ma si tratta di stime prudenti, dal momento che per ogni caso riportato sette rimangono nell’ombra. Il che potrebbe alzare il computo a 12mila vittime nel biennio preso in esame.

Secondo un rapporto pubblicato nel 2015 dalla World Health Organization il 9,5 per cento delle ragazze e l’8 per cento dei ragazzi cinesi ha subito una qualche forma di abuso sessuale, dal contatto indesiderato allo stupro. Una percentuale che gli esperti ritengono sia in qualche modo dovuta al fenomeno dei left behind children, i bambini che i genitori emigrati nelle città in cerca di lavoro lasciano nelle campagne alle cure di nonni e conoscenti. Secondo l’Unicef, 61 milioni di bambini sotto i 17 anni di età vivono nelle aree rurali del paese, lontano dai genitori, di cui 30 milioni risiedono presso collegi statali.

Pyongyang: «Ogni soldato dovrà diventare un arsenale nucleare»

Secondo quanto riporta Radio Free Asia, la Corea del Nord avrebbe creato un’unità di fanteria addestrata per portare ordigni nucleari occultati all’interno di zaini e pronti per essere detonati nell’ambito di incursioni in Corea del Sud. In caso di guerra nella penisola, ogni soldato dovrà diventare un arsenale nucleare, pare abbia ordinato Pyongyang ai propri uomini. Non è chiaro se l’unità avrà un ruolo analogo a quello rivestito dai kamikaze giapponesi durante la seconda guerra mondiale. 

Durante la parata militare andata in scena a ottobre per il 70esimo dalla fondazione del Partito dei Lavoratori, soldati muniti di zaini con l’inconfondibile trifoglio nucleare giallo e nero avevano sfilato in piazza Kim Il-sung. 

Nuove purghe in Corea del Nord?

Secondo indiscrezioni del sudcoreano JoongAng Ilbo, all’inizio di agosto due funzionari nordcoreani sarebbero stati giustiziati per aver mancato di rispetto al leader Kim Jong-un. Si tratta di Hwang Min e Ri Yong Jin, rispettivamente ex ministro dell’Agricoltura e alto funzionario presso il ministero dell’Istruzione. La notizia non confermata dai media nordcoreani, arriva a pochi giorni dalla rivelazione bomba della fuga a Sud del 38esimo parallelo da parte del viceambasciatore della Corea del Nord a Londra. Mentre la morte di Ri Yong Jin è stata confermata stamattina dal ministero della Riunificazione di Seul senza nuovi dettagli, l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap riferisce che a scatenare l’ira di Pyongyang sarebbe stata la postura rilassata mantenuta dal funzionario durante un evento pubblico. Seul riporta inoltre la temporanea sparizione di Kim Yong Chol, direttore del United Front Department, mandato nei campi di lavoro tra luglio e agosto per aver tentato di accrescere la propria autorità.

Da quando ha assunto il potere alla morte del padre, nel 2011, il giovane Kim non ha mancato di cementare il proprio ruolo facendo piazza pulita degli avversari politici. Tra le purghe eccellenti, confermate da Pyongyang, ricordiamo l’esecuzione dello zio di Kim Jang Song Thaek, mentre secondo l’agenzia di spionaggio sudcoreana non sarebbe andata meglio all’ex ministro della Difesa Hyon Yong-chol, condannato a morte lo scorso anno per tradimento. Ma negli ultimi tempi l’attendibilità delle fonti di Seul non si è dimostrata sempre impeccabile, con presunti giustiziati rispuntati in piena salute dopo alcuni mesi.