In Cina e Asia – Mongolia interna, i pastori protestano

In Uncategorized by Gabriele Battaglia

I pastori della Mongolia interna denunciano perdita di terreni da pascolo e le autorità della regione iniziano ad esaminare le loro istanze. Ambiente e cultura prossime frontiere della lotta alla corruzione cinese. In Malaysia poi dove un vignettista è stato arrestato con l’accusa di sedizione. Corea del Sud, naufragio Sewol: in carcere un capitano della guardia costiera. Xi Jinping insiste sulla creazione della megalopoli JinJingJi.  CINA – I pastori mongoli protestano
Le autorità della Mongolia Interna (Cina) hanno iniziato a esaminare le denunce da parte delle comunità di pastori locali per la perdita dei loro pascoli tradizionali, dopo che lunedì centinaia di cittadini di etnia mongola hanno protestato di fronte agli uffici governativi della “bandiera” (tipica divisione amministrativa locale corrispondente a una contea) di Ar Horqin.
I mongoli protestano da tempo contro una compagnia forestale di proprietà statale la Hanwula, che sta espropriandoli dei pascoli fin dagli anni Ottanta. Poliziotti armati hanno impedito alla maggior parte dei manifestanti di entrare negli edifici del governo locale, ma le petizioni sono ora sotto esame. Più in generale, la disputa mette in risalto il mai risolto conflitto tra stili di vita – e finanche civiltà – così diversi: nomadi e sedentari. 

CINA – Anticorruzione: ambiente e cultura 
Prossime tappe della campagna anticorruzione: il ministero dell’Ambiente e quello della Cultura. Così sembrerebbe dalle ultime dichiarazioni della Comissione Centrale di Ispezione e Disciplina, la terribile agenzia che sta decapitando a destra e manca.
L’Ambiente è criticato perché alcuni funzionari ficcherebbero il naso nelle ispezioni al fine di corromperle e trarre profitto personale. Idem alla Cultura, dove però si preferisce moltiplicare premi e riconoscimenti, gestendo malamente i fondi interni. Si tratta di due ministeri chiave per il futuro della Cina: da un lato, bisogna fare fronte all’emergenza ambientale; dall’altro, creare quella industria culturale di Stato che – nelle intenzioni della leadership – dovrebbe aumentare la presa del Partito sull’immaginario collettivo e, al contempo, esercitare soft power all’estero. Non sono permesse distrazioni. L’avvertimento è partito (anzi, “Partito”).

MALAYSIA – Non sono Charlie


[Foto credit: twitter, bbc.com]

Un vignettista malaysiano è stato arrestato con l’accusa di sedizione per aver criticato la sentenza di condanna a cinque anni di reclusione con l’accusa di sodomia per il leader dell’opposizione Anwar Ibrahim. Zulkilfee Anwat Haque ha pubblicato una serie di tweet con cui accusa il premier Najib Razak di aver influenzato il verdetto della corte federale che ieri ha confermato in appello la condanna contro Anwar. Zulkiflee, conosciuto con il nome d’arte di Zunar, ha postato un’immagine nel quale accusava gli “uomini in toga nera”, ossia i giudici “ di essere orgogliosi per la sentenza”. Il riconoscimento dei loro padroni politici “sarà molto ricco”. La polizia, riferisce la polizia, sta indagando anche su due politici dell’opposizione accusati per aver criticato la sentenza.

COREA DEL SUD – Naufragio Sewol, capitano guardia costiera in prigione per negligenza
Un ex capitano della guardia costiera sudcoreano è stato condannato a 4 anni di carcere con l’accusa di negligenza in relazione all’affondamento del traghetto Sewol ad aprile 2014.
Kim Kyung-il era al comando della prima nave inviata dalle autorità a soccorrere i passeggeri del traghetto a largo dell’isola di Jeju. L’accusa è di negligenza nei soccorsi: secondo l’accusa, l’uomo avrebbe rallentato le operazoini di soccorso e ritardato così l’evacuazione della nave.
Nell’incidente del Sewol morirono oltre 300 passeggeri, la maggior parte dei quali studenti di un liceo. A seguito dell’accaduto, la presidente Park Geun-hye ha promesso un giro di vite sugli standard di sicurezza nazionali.

CINA – Urbanizzazione: Xi insiste sulla megalopoli


[Foto credit: wsj.net]

Xi Jinping ha definito “fondamentale” il progetto di JingJinJi, la megalopoli del futuro (130 milioni di abitanti) che dovrebbe comprendere amministrativamente Pechino, Tianjin e la circostante regione dell’Hebei. Smog e risorse scarse sono i motivi per cui il presidente cinese insiste su un’organizzazione più razionale dell’intera area.
Pechino dovrebbe devolvere alle zone circostanti le proprie funzioni “non da capitale”, rimanendo comunque il centro politico, culturale, delle comunicazioni e dell’innovazione tecnologica del Paese. Al contempo, si punta allo sviluppo dell’Hebei. Il nuovo gigantesco organismo verrà unito da ferrovie ad alta velocità (già ampiamente in costruzione) e autostrade. Nell’ambito del progetto, si sperimenta: di pochi giorni fa, l’annuncio che nel distretto pechinese di Tongzhou saranno facilitati i permessi di residenza per migranti.

[Foto credit: innermongolia.org]