In Cina e Asia – Miscelare i vaccini Covid-19 per una maggiore protezione

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

In una conferenza tenutasi a Chengdu lo scorso sabato, Gao Fu, Direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha affermato che la Cina sta esplorando la possibilità di mescolare diversi vaccini contro il Covid-19 come soluzione all’efficacia relativamente bassa dei vaccini esistenti. Tra le opzioni attualmente al vaglio ci sarebbero, oltre che mescolare diversi vaccini, anche regolare il dosaggio e l’intervallo tra le dosi o aumentare il numero di dosi. Gli esperti sanitari generalmente concordano sul fatto che la miscelazione di diversi vaccini contro Covid-19 dovrebbe essere sicura ed in Gran Bretagna sono già in corso studi clinici per verificare se ciò consentirebbe una protezione migliore. In particolare, i vaccini formulati a partire dalle avanzate tecnologie mRNA (come quelli elaborati da Moderna o Pfizer) potrebbero essere più efficaci che i vaccini formulati a partire da materiale virale inattivo, come i vaccini cinesi. Di conseguenza, ottenere una terza dose di vaccino mRNA per i pazienti trattati con vaccini inattivi potrebbe garantire una migliore copertura. Mentre i due vaccini mRNA sviluppati da Pfizer / BioNtech e Moderna hanno avuto tassi di efficacia sorprendenti – circa il 95% negli studi clinici in fase avanzata -, tutti gli altri vaccini Covid-19 sono molto indietro: Sinovac avrebbe un tasso di efficacia del 50,4% secondo alcuni studi effettuati in Brasile e dell’83,5% in studi separati in Turchia. Sinopharm afferma che i suoi due vaccini avrebbero tassi di efficacia rispettivamente del 79% e del 72,5%, mentre CanSino ha dichiarato un tasso di efficacia del 75%. [fonte SCMP]

100esimo anniversario del PCC: Pechino punta sulla propaganda domestica

Secondo un avviso pubblicato sul sito web del ministero degli Esteri cinese, dal mese scorso i diplomatici hanno iniziato a studiare la storia del Partito Comunista come parte di una campagna nazionale – guidata dal presidente Xi Jinping – mirata a far ritrovare ai quadri del partito lo “spirito combattivo” in vista del centesimo anniversario del PCC. L’enfasi sullo “spirito combattivo” è stata più volte ripetuta da Xi Jinping e nella pratica si è tradotta in una posizione più dura che i diplomatici hanno assunto di fronte alle crescenti critiche internazionali, in particolar modo relativamente a contesti quali la guerra commerciale con gli Stati Uniti e le proteste antigovernative a Hong Kong. Sebbene alcuni quadri tradizionalisti abbiano difeso quest’approccio duro – conosciuto come “Wolf Warrior” – definendolo un “contrattacco “alle calunnie e alle voci provenienti dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali, secondo alcuni ex funzionari e consiglieri governativi, la linea adottata da Pechino potrebbe essere controproducente, aumentando i dissidi interni al governo. Ma la Cina non ha indirizzato la propaganda interna solamente ai membri del partito: venerdì scorso, il cyber-regolatore cinese ha lanciato una linea diretta per segnalare commenti online che diffamano il Partito Comunista al potere e la sua storia. Il nuovo numero verde consente alle persone di segnalare gli utenti che “distorcono” la storia del Partito, attaccano la sua leadership e le sue politiche, diffamano gli eroi nazionali e “negano l’eccellenza della cultura socialista avanzata” online. [fonte SCMP; Reuters]

Cina: le donne guidano gli acquisti immobiliari

Secondo un report pubblicato dalla piattaforma di intermediazione immobiliare online Beike Zhaofang 贝壳 找 房, le donne cinesi stanno acquistando case a un tasso più elevato rispetto agli maschi, almeno in alcune parti del paese. Non è la prima volta che viene documentato un aumento degli acquisti “al femminile” di case: Beike Zaofang ha documentato per la prima volta la tendenza nel 2019, che è continuata lo scorso anno con ben il 47,54% degli acquisti di casa in 30 città chiave, tra cui Pechino e Shanghai, operati da donne. Si tratta di un aumento minore rispetto al 2019, ma vertiginoso rispetto al 2016, quando solo il 14,7% delle donne nelle aree urbane aveva proprietà sotto il proprio nome. Secondo lo studio, nel 2020 le città con le percentuali più alte di acquirenti femminili sono state Changsha e Zhengzhou, e, nei casi in cui le coppie hanno acquistato insieme la casa, oltre il 60% delle donne ha dichiarato di “aver svolto un ruolo chiave” nel processo di acquisto, prendendo l’iniziativa o contribuendo equamente al pagamento del mutuo. Per quanto incoraggiante, il rapporto sottolinea che non è ancora così facile per una donna cinese acquistare una casa: i maggiori ostacoli per le donne restano il divario retributivo tra uomini e donne, nonché la reticenza di alcuni proprietari a preferire come candidati coppie di giovani sposi e non donne single. [fonte SupChina]

Pyongyang: crisi economica e missili balistici

Le autorità di intelligence sudcoreane e statunitensi ritengono che la Corea del Nord sia pronta a lanciare un nuovo sottomarino da 3.000 tonnellate, ha riferito domenica la Yonhap News Agency. Le fonti hanno dichiarato che il sottomarino potrà trasportare tre missili balistici conosciuti come SLBM. Sebbene non vi siano date precise riguardo all’inaugurazione del nuovo sottomarino, gli esperti concordano sul fatto che la Corea del Nord aspetterà il momento giusto per massimizzare l’effetto strategico del suo lancio, mirando specialmente ad alleviare le conseguenze del difficile contesto geopolitico tra Pyongyang e Washington e della crisi economica post pandemia. Infatti, giovedì scorso, al termine di una conferenza di membri di basso livello del Partito dei Lavoratori, Kim ha dichiarato che la Corea del Nord stava affrontando la sua “peggiore situazione in assoluto” e “numerose sfide senza precedenti”: le rigide misure Covid-19 della Corea del Nord sembrano aver svolto un ruolo significativo nel peggioramento di un’economia già indebolita dall’effetto delle sanzioni a guida statunitense imposte per il suo programma nucleare. Il regime sembra poi preoccupato dall’andamento dell’ epidemia all’estero e recentemente si è ritirato dalle Olimpiadi estive di Tokyo, citando il rischio che i suoi atleti contraggano il Covid-19. I pochi operatori umanitari internazionali rimasti hanno lasciato Pyongyang negli ultimi mesi quando le restrizioni del Covid della Corea del Nord sono entrate in vigore ed i funzionari si sono anche mossi per ridurre il commercio lungo il confine con la Cina, contribuendo a quello che potrebbe essere un calo del 10% della produzione economica, secondo una stima recente della Seoul National University. Il più grande calo precedente è stato del 7,1% nel 1992, quando l’economia altamente centralizzata del paese stava lottando per far fronte ad una serie di disastri naturali e alla fine del sostegno dell’ex Unione Sovietica. [fonte WSJ; Nikkei]

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