In Cina e Asia – L’Ue vera vincitrice nella guerra tariffaria tra Cina e Usa

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Tra i due litiganti il terzo gode. Nel caso della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, il “terzo” è l’Unione Europea. O almeno questo è quanto sostiene un rapporto pubblicato in settimana dalle Nazioni Unite secondo il quale – in caso di fallito accordo – su circa 302 miliardi di dollari di beni interessati dalla controversia, scambi per 250 miliardi verrebbero deviati altrove, di cui circa 70 miliardi verso le imprese europee. Anche Messico, Giappone e Canada rientrano tra i beneficiari. Molto poco andrebbe invece alle aziende americane (solo il 6%), smentendo le promesse di lauti guadagni con cui Trump ha difeso l’imposizione di tariffe sul made in China.

Dallo scandalo dei vaccini a quello del plasma infetto

La Food and Drug Administration di Shanghai ha annunciato il ritiro immediato di una partita di plasma prodotto dalla Shanghai Xinxing Medicine Company, risultato positivo al test dell’HIV. Ad essere coinvolti sono 12.229 flaconi da 50 ml, utilizzati nelle immunoterapie per malattie come la leucemia. Al momento, non risultano casi di contrazione del virus e gli esperti considerano il rischio di infezione piuttosto basso grazie a un trattamento anti-HIV durante il processo di preparazione. Tuttavia, se confermata (un nuovo esame della National Medical Products Administration sarebbe risultato negativo), la notizia assesta un nuovo colpo per l’industria farmaceutica cinese, uno dei settori su cui Pechino sta puntando di più per affrancare la Cina dallo stereotipo di fabbrica del mondo. Solo pochi giorni fa era emerso un nuovo caso di somministrazione di vaccini scaduti.

Capodanno digitale

Nuovo anno, nuovo record per le transazioni online sui social cinesi. Secondo un report di Nets Union Clearing Corporation (NUCC), l’ingresso nell’anno del maiale ha coinciso con un picco di 44.000 operazioni al secondo. Lunedì sera, sulle piattaforme digitali erano già state scambiate hongbao (“buste rosse”) per un valore di 3,5 miliardi di yuan. Secondo WeChat gli user più attivi tanto nell’invio quanto nella ricezione delle hongbao sono i nati negli anni ’90.
Pechino, Chongqing e Chengdu le città  con la concentrazione maggiore di pagamenti. Mentre i numeri confermano un trend ben consolidato, quest’anno il mercato ha visto l’ingresso di nuovi player al fianco dei colossi Alipay e WeChat Pay: Baidu, Sina Weibo e Douyin hanno cominciato a fornire servizi di hongbao digitali, anche grazie alla creazione di sinergie con il Gran Galà, lo spettacolo trasmesso dalla CCTV la notte di Capodanno. Trattandosi del primo Chunjie dall’inizio della guerra commerciale con Washington, quest’anno l’attenzione degli analisti per la festività è anche maggiore. Nel 2018, tra acquisti e ristoranti, i cinesi hanno speso 926 miliardi di yuan (137 miliardi di dollari) per celebrare l’Anno del Cane. Mentre i festeggiamenti sono appena cominciati, sono già evidenti alcuni elementi di cambiamento. A partire dal classico cenone di famiglia. Sulla piattaforma di e-commerce Tmall, lo scorso mese, durante la settimana di promozione del nuovo anno, sono stati venduti oltre 800.000 prodotti alimentari parzialmente cotti, 16 volte in più rispetto all’anno scorso. Altri tempi rispetto a quando riempire ravioli riuniva tre generazioni sotto lo stesso tetto.

Vietnam, un modello per Kim?

Il presidente americano Donald Trump incontrerà ufficialmente il leader nordcoreano Kim Jong-un in Vietnam il 27 e 28 febbraio. Durante il discorso sullo stato dell’Unione tenutosi martedì a Washington, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti “sono impegnati in una diplomazia coraggiosa, volta a garantire la pace nella penisola coreana”. Questo sarà il secondo summit ufficiale tra i due presidenti nel corso dell’ultimo anno e rappresenta la prima volta in cui un presidente americano incontra il leader a capo di un regime autoritario per due volte di fila. Durante il primo summit tenutosi a Singapore lo scorso giugno, Kim e Trump avevano concordato un quadro per i negoziati futuri e la promessa che la Corea del Nord avrebbe avviato il processo di denuclearizzazione totale. Secondo il governo di Seul, questo secondo summit potrebbe avere come risultato la chiusura del sito di test nucleari nordcoreani di Punggye-ri, di quello per test missilistici Tongchang-ri e del centro per la ricerca
nucleare Yongbyon.

Perché il Vietnam? La scelta è spiegabile non solo per la convenienza logistica (Kim potrà raggiungere il paese rimanendo per quasi tutto il viaggio nello spazio aereo cinese, quindi in territorio sicuro). Infatti, la nazione del Sudest asiatico costituisce un esperimento ben riuscito di transizione da un regime stalinista agrario a un’economia di mercato in rapida crescita. Dall’inizio delle riforme del 1986 il Pil è cresciuto cinque volte sotto la guida centralizzata del partito comunista vietnamita. Un modello che certamente fa gola a Kim, ma che presenta ugualmente delle caratteristiche difficilmente conciliabili con la sacralità di cui si ammanta la dinastia nordcoreana al potere: come la condivisione collegiale del potere all’interno del Politburo.

Nepal, morte di chhaupadi

Parbati Bogati, 21 anni, è l’ultima vittima del chhaupadi, una pratica controversa che in Nepal costringe le donne mestruate a lasciare le loro case per dormire in capanne. Bogati, il cui corpo è stato rinvenuto giovedì dalla madre, è morta dopo aver inalato del fumo nella capanna senza finestre. Solo poche settimane prima Amba Bohara, 35 anni, dei suoi due figli, Ramit, 9, e Suresh, 12, sono stati trovati senza vita in una stalla. In entrambi i casi si pensa che le
donne avessero acceso del fuoco per riparasi dal freddo. Il bilancio di questi giorni rende gennaio il mese con il numero più alto di decessi per chhaupadi degli ultimi anni, nonostante la pratica sia formalmente bandita dal 2005. Una nuova inutile stretta era arrivata lo scorso anno con l’introduzione di una multa di 3.000 rupie e tre mesi di reclusione per chi viene scoperto a imporre il rituale.

Pakistan leader nell’industria dei capelli umani

Decine di migliaia di bambini alla periferia di Islamabad campano raccogliendo e rivendendo capelli umani, un business che a livello mondiale vale 81 milioni i dollari e solo in Pakista dà lavoro a 3 milioni di persone. Negli ultimi cinque anni il Paese dei Puri ha esportato 1,6 milioni di capelli umani, di cui la maggior parte verso la Cina, dove vengono utilizzati nel settore della cosmetica per parrucche ed extension. Secondo il quotidiano Dawn, negli ultimi
cinque anni, il Pakistan ha esportato oltre 105.000 di kg di capelli umani verso il Regno di Mezzo, piazzandosi quinto tra gli esportatori a livello mondiale dopo Stati Uniti, India, Hong Kong e Singapore.

Lo Sri Lanka impiccherà i trafficanti di droga

Entro tre mesi, lo Sri Lanka inizierà a giustiziare i condannati a morte per trafficanti di droga con l’impiccagione. Lo ha ha annunciato il presidente Maithripala Sirisena, ponendo fine a una moratoria sulle esecuzioni che durava da 43 anni. Il giro di vite messo in atto da Colombo si ispira alla brutale guerra al narcotraffico delle Filippine. Recentemente Sirisena aveva lodato la campagna di Duterte definendola “un esempio per il mondo”. Circa 20 persone con condanne relative a droghe sono in attesa di essere giustiziate, di cui otto hanno fatto ricorso in appello.

China Files propone alle aziende italiane presenti sul mercato cinese e a tutte quelle realtà interessate a conoscere il paese, servizi di comunicazione quali: newsletter, aggiornamenti su specifici settori e gestione dei contenuti web sui social network locali, oltre a progetti formativi e di approfondimento ad hoc. Contattaci per un preventivo a info@china-files.com