In Cina e Asia – Le risposte asiatiche alla crisi del Donbass

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

 

  • Le risposte asiatiche alla crisi del Donbass
  • Cina: crescere figli costa il 7% del Pil pro capite 
  • Hong Kong: dopo i test di massa non si esclude il lockdown
  • NFT: Studente cinese perde 500mila dollari per frode
  • Giappone: chiede a Pechino scuse ufficiali per arresti di un diplomatico
  • Inflazione record in Sri Lanka

All’indomani delle sanzioni occidentali contro Mosca, la Cina continua a mantenere una posizione ambigua sulla crisi ucraina, sviando le domande della stampa straniera. Nel comunicato ufficiale Pechino, citando lo statuto delle Nazioni unite e gli accordi di Minsk, ha invitato “ancora una volta tutte le parti a esercitare moderazione, apprezzare l’importanza di attuare il principio della sicurezza indivisibile e ridurre la situazione e risolvere le divergenze attraverso il dialogo e la negoziazione.” Sulla stampa statale, tuttavia, sono comparsi interessanti commenti di esperti cinesi. Cui Hongjian, Direttore del Department for European Studies (CIIS), per esempio, analizzando i parallelismi tra l’Ucraina e Taiwan, condanna sia la posizione occidentale sia la posizione di chi in Cina spera che l’indipendenza delle repubbliche del Donbass possa costituire un precedente per le rivendicazioni cinesi sull’isola democratica. Altrettanto interessante è il commento del Global Times. Pur attribuendo tutte le colpe alla NATO, il tabloid chiarisce che “La Cina ha stretti legami strategici con la Russia, ma che si tratti della situazione più recente o della questione della Crimea in passato, la Cina è sempre rimasta neutrale e ha esortato le parti interessate a gestire la situazione attraverso colloqui.” Ma Caixin avverte come anche “l’astensionismo” cinese può costare caro considerando il rapido peggioramento dei rapporti con l’Ue. Intanto la ”questione ucraina” è diventata tranding topic su Weibo, con circa 900 milioni di visualizzazioni e quasi 200.000 discussioni nella giornata di martedì. A movimentare il dibattito il botta e riposta tra gli account cinesi delle ambasciate straniere.

Altre risposte dall’Asia:

Taiwan ha chiesto all’esercito di tenersi pronto e rafforzare la sorveglianza. Il timore è che Pechino possa decidere di sfruttare il caos in Europa per tentare una riunificazione manu militari. In tutta risposta il ministero degli Esteri cinese ha chiarito perché Taiwan non è l’Ucraina: perché “è sempre stata una parte inalienabile della Cina. Questo è un fatto legale e storico indiscutibile”.

Tokyo sospenderà l’emissione di visti ai funzionari delle due regioni e congelerà i loro asset, oltre a proibire lo scambio di merci coi due territori ucraini e l’emissione e lo scambio di titoli di debito sovrano russo in Giappone. Il premier Fumio Kishida ha sottolineato l’importanza di coordinare la risposta alle iniziative della Russia con gli altri Paesi del G7. Le sanzioni sono simili a quelle annunciate dagli Stati Uniti ieri, 22 febbraio. “Sollecitiamo con forza la Russia a tornare agli sforzi per spezzare l’impasse tramite il processo diplomatico”, ha detto Kishida.

L’India, storica amica di Mosca, continua invece a mantenere una posizione ambigua. Come fa notare il SCMP, la Russia è da sempre un importante partner militare, e dal 1991 ha venduto a Nuova Delhi armi per un valore di circa 70 miliardi di dollari dal 1991.

Cina: crescere figli costa il 7% del Pil pro capite 

La Cina deve spendere annualmente tra il 3  e il 5% del suo PIL anno per abbassare i costi dell’educazione. E’ il monito del  YuWa Population Research, secondo il quale nel 2019, in Cina  il costo medio per crescere un figlio dalla nascita all’età di 18 anni è stato di 485.000 yuan. Considerando che nel 2019 il PIL pro capite era di 70.300 yuan, questo vuol dire che la spesa media delle famiglie è stata pari a 6,9 volte il PIL pro capite cinese, molto più che negli Stati Uniti, Francia, Germania e Giappone. Il think tank, che è stato fondato da un gruppo di demografi ed economisti, classifica la Cina seconda a livello mondiale solo dopo la Corea del Sud, dove il costo dell’educazione dei figli ha raggiunto il 7,79% del PIL pro capite. Shanghai è risultata la città cinese più cara, seguita da Pechino. Sottolineando come il fattore economico incida sul calo delle nascite, il centro di ricerca consiglia quindi di introdurre sussidi in contanti mensili da 1.000 yuan per ogni figlio per le coppie con due bambini e 2.000 yuan per ogni figlio per le coppie con più figli. Gli incentivi dovrebbero essere concessi fino al compimento dei 20 anni. Nel frattempo, l’imposta sul reddito e la sicurezza sociale dovrebbero essere ridotte della metà o rimosse per le famiglie con due o più bambini.

Hong Kong: dopo i test di massa non si esclude il lockdown

Hong Kong comincerà a effettuare test di massa sulla popolazione. Da metà marzo. Per tentare di arrestare la rapida diffusione del coronavirus il governo locale ha optato per sottoporre tutta la popolazione a tamponi. La decisione è stata presa dopo i moniti di Xi Jinping e le proiezioni inquietanti degli esperti. Secondo l’Università di Hong Kong, di questo passo l’ex colonia britannica potrebbe arrivare a contare 180.000 casi e 3000 decessi al giorno entro maggio. C’è chi ritiene che le misure annunciate (che includono vacanze estive anticipate ad aprile) siano tardive e insufficienti, soprattutto considerata la densità abitativa nella città. Sulla terraferma i leader cinesi cominciano a valutare la necessità di un lockdown totale. Centinaia di funzionari cinesi, compreso Xia Baolong, responsabile dell’ufficio del Consiglio di Stato per gli affari di Hong Kong e Macao, da giorni si trovano presso la Kylin Villa di Shenzhen, tradizionalmente utilizzata per gli eventi ufficiali; da lì i mandarini impartiscono ordini e ascoltano quanto riferito dai colleghi di Hong Kong. La situazione preoccupa non poco la mainland che da una settimana fronteggia massicci arrivi – con mezzi leciti e illeciti – dalla regione amministrativa speciale. Intanto dall’inizio dell’emergenza Covid i trasferimenti da Hong Kong verso l’estero sono raddoppiati su base annua da 11460 a oltre 21.000. Qualcuno potrebbe chiedersi perché mentre il Porto Profumato arranca, Singapore, una città stato per dimensioni e condizioni sociali equiparabile a Hong Kong, sembra essersi lasciata il peggio alle spalle. Bloomberg prova a dare una spiegazione.

NFT: Studente cinese perde opera da 500mila dollari per frode

Uno studente dell’ultimo anno della Tongji University di Shanghai ha raccontato di aver perso un raro NFT (non-fungible token) del valore di 200 ether (ETH), pari a 548.000 dollari, a causa di una truffa truffa. Niq Chen, questo il suo nome, ha affermato che OpenSea, la più grande e popolare piattaforma per lo scambio di non-fungible token bannata in Cina, ha disabilitato l’acquisto e la vendita dell’opera rubata, un Doodle, dopo la sua richiesta. Ma ormai era troppo tardi. I ladri l’avevano già rivenduta. La frode sarebbe avvenuta attraverso una e-mail per il phishing, che con la scusa di  un imminente upgrade, ha indotto gli utenti a fornire i loro i dati personali degli account. Tuttavia, nonostante la brutta esperienza, Chen non ha nessuna intenzione di abbandonare il business degli NFT.  “L’arte crittografica è ancora una carriera a cui vorrei dedicarmi”, ha spiegato, “Non posso già fare a meno della comunità”.
Pechino, dopo aver condotto una guerra feroce contro le criptovalute e la loro estrazione (il bit mining) ha bollato come “rischi speculativi” tutto quanto si muove all’interno delle blockchain e degli Nft. Per questo motivo le aziende cinesi, grandi e piccole, hanno escogitato diverse soluzioni fatte in casa. Ne avevamo parlato qui.

Giappone: chiede a Pechino scuse ufficiali per arresti di un diplomatico

Il Giappone ha chiesto scuse formali dopo il fermo temporaneo di un diplomatico nipponico in Cina. Secondo il ministero degli Esteri giapponese, un impiegato dell’ambasciata di Pechino è stato arrestato lunedì pomeriggio mentre svolgeva attività legittime. L’uomo è stato rilasciato poche ore dopo dopo uno scambio con le autorità cinesi e non ha subito danni fisici. Il viceministro degli Esteri Takeo Mori ha convocato martedì sera Yang Yu, incaricato d’affari ad interim dell’ambasciata cinese a Tokyo, al ministero per chiedere scuse, secondo il ministero degli Esteri giapponese. Mori ha descritto l’incidente come una violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e che la Cina deve prevenire che si ripeta. Negli ultimi anni una dozzina di cittadini giapponesi sono stati arrestati in Cina, perlopiù con l’accusa di spionaggio.

Inflazione record in Sri Lanka

Nuovo record dell’inflazione in Sri Lanka a gennaio, il quarto mese consecutivo: l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 16,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. I generi alimentari hanno subito un rincaro del 25 per cento. Il Paese asiatico attraversa una crisi causata dalla pandemia di coronavirus e dalla sospensione del turismo, aggravata dalla carenza di valuta estera, necessaria per importazioni di beni essenziali, come cibo, carburanti e medicinali. La situazione ha già portato al razionamento degli alimenti: i supermercati stanno limitando le quantità di riso, latte in polvere, zucchero, lenticchie e conserve di pesce vendute ai consumatori. Anche le stazioni di rifornimento hanno razionato il carburante distribuito agli automobilisti, mentre numerose centrali termoelettriche sono state costrette a interrompere le attività con conseguenti interruzioni della corrente.

A cura di Alessandra Colarizi