In Cina e Asia – La Cina presenta all’Onu il suo piano di riduzione delle emissioni

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • La Cina presenta all’Onu il suo piano di riduzione delle emissioni
  • Chi sono i volontari patriottici che hanno incastrato il pianista Li Yundi 
  • Hong Kong inasprisce i controlli anti-Covid
  • Pechino pensa a un piano nazionale per regolamentare la gig economy
  • Vertice Asean e gli interessi incrociati di Cina, Giappone e Usa

 

A due giorni dalla COP26, ieri la Cina ha presentato alle Nazioni Unite un aggiornamento al suo “contributo determinato a livello nazionale”, il piano nazionale presentato nel quadro dell’accordo di Parigi che tutti i paesi si sono impegnati a revisionare ogni cinque anni. La reazione degli esperti è quasi unanime: sconforto e delusione. Secondo l’ultima la Cina si impegna a raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica prima del 2030; ridurre l’intensità delle emissioni di carbonio del 65 per cento rispetto ai livelli del 2005; garantire che le fonti energetiche rinnovabili costituiscano un quarto del suo mix energetico; e aumentare la sua copertura forestale. Tutti obiettivi già annunciati da Xi Jinping lo scorso anno. L’assenza del presidente cinese dal suimmit di Glasgow non lascia molto spazio a annunci più ambiziosi. Va detto che la Cina non è l’unico paese a disattendere le aspettative. Tre giorni fa, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha dichiarato che tenendo conto degli impegni presi a livello internazionale “siamo effettivamente sulla buona strada per un catastrofico aumento della temperatura globale di circa 2,7 gradi Celsius”. [fonte Guardian, NYT]

Intanto, secondo un piano annunciato stamattina dal Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente, quest’inverno 64 città concentrate nel nord industrializzato del paese si impegneranno a ridurre la concentrazione del particolato PM2,5 in media del 4% su base annua. Mediamente, ogni città dovrà avere due giorni di smog in meno. La roadmap segue un aumento vertiginoso dell’inquinamento atmosferico, tanto a Pechino quanto nel Sud della Cina, a causa dell’incremento del carbone richiesto per far fronte alla crisi energetica degli ultimi mesi [fonte Reuters]

Chi sono i volontari patriottici che hanno incastrato il pianista Li Yundi

Il “il popolo di Chaoyang” serve gli interessi delle autorità cinesi fornendo informazioni sulla moralità e la condotta di cittadini ordinari e di importanti celebrità nazionali. Si tratta di una comunità di volontari che si occupa di informare la polizia di attività sospette che si svolgono nel quartiere. Il tema è tornato in voga la scorsa settimana, quando la polizia del distretto di Chaoyang di Pechino ha annunciato di aver arrestato il famoso pianista Li Yundi con l’accusa di avere relazioni con una prostituta. Le autorità hanno dichiarato di aver ricevuto “una soffiata sul fatto che alcune persone stavano ricorrendo alla prostituzione in un complesso residenziale di Chaoyang” e di aver conseguentemente indagato, arrivando poi all’arresto di Li. Secondo un articolo del 2018 del Comitato per gli Affari politici e giuridici della Municipalità di Pechino, ci sono circa 190.000 volontari nel distretto di Chaoyang che contribuiscono a garantire la sicurezza del vicinato. In un articolo del Beijing Youth Daily del 2015, si legge una descrizione di questa comunità di informatori che collaborano con zelo con la polizia: “Sono tutti residenti entusiasti che indossano fasce rosse, o proprietari di negozi. Quando comprano cibo o camminano, ogni volta che individuano qualcosa di sospetto, lo segnalano immediatamente alla polizia”. In Cina queste pratiche non sono una novità: esiste da tempo una tradizione conosciuta come “qunfang qunzhi”, o “prevenzione e governo delle masse pubbliche”, lanciata dal presidente Mao negli anni Cinquanta, che coinvolge privati cittadini che collaborano con i funzionari del partito per il rispetto dell’ordine pubblico e della moralità. [fonte SCMP]ù

Hong Kong inasprisce i controlli anti-Covid

Hong Kong incrementa le restrizioni per allinearsi ai protocolli di contenimento del Covid-19 imposti dalla Cina continentale. Non sono bastate le pressioni da parte della comunità imprenditoriale della regione ad amministrazione speciale per allentare le misure di prevenzione. Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong, ha tenuto martedì una conferenza stampa in cui ha annunciato che la maggior parte delle esenzioni dai periodi di quarantena obbligatori e autofinanziati saranno presto annullate. Mentre il resto del mondo si riapre ai viaggi internazionali, la Cina impone la sua strategia di contenimento causando una pressione tale sulla cittadinanza da costringere molte persone ad allontanarsi dalla città. Questo esodo si aggiunge a quello dovuto alla repressione delle proteste pro- democrazia nella regione e all’inasprimento delle leggi sulla sicurezza nazionale. Tale incertezza rispetto alle politiche per la salute pubblica sta causando danni anche alle attività imprenditoriali. Il numero di società straniere non continentali sta diminuendo, con le società statunitensi in calo per il terzo anno consecutivo. Lo scorso fine settimana l’Asia Securities Industry and Financial Markets Association ha avvertito il governo che il suo approccio sta mettendo a rischio lo status di Hong Kong come crocevia finanziario globale. [fonte Guardian]

Pechino pensa a un piano nazionale per regolamentare la gig economy

Secondo la rivista cinese Caixin, Pechino sta lavorando a un programma pilota nazionale per fornire assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro per chi è impiegato nella gig economy senza contratto o con contratti impropri. Secondo i dati del governo, nella metropoli meridionale di Guangzhou, da gennaio a novembre 2020 il numero totale degli incidenti stradali che hanno coinvolto passeggeri è aumentato del 22,2% rispetto a un anno prima. Li Lingyun, professore presso l’Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza della Cina orientale, ha affermato che è stato avviato un numero considerevole di controversie per l’identificazione di incidenti sul lavoro. Il professore ha dichiarato che è necessario istituire un sistema di assicurazione contro gli infortuni, che tuteli anche i cosiddetti “lavoratori flessibili”, forza trainante della crescita economica nazionale. La campagna pilota dovrebbe essere lanciata nel primo trimestre del 2022 e coinvolgerà alcune delle principali big tech. [fonte Caixin]

Vertice Asean e gli interessi incrociati di Cina, Giappone e Usa

Stati Uniti, Cina e Giappone hanno preso parte al vertice ASEAN tenutosi in Brunei questa settimana per discutere di temi come la ripresa post-pandemica, la sicurezza regionale e la cooperazione. Il presidente Joe Biden ha detto in un intervento che gli Stati Uniti saranno al fianco delle nazioni del Sud-Est asiatico per la difesa della libertà marittima e della democrazia. Il Sud-Est asiatico è diventato infatti un campo di battaglia strategico per la competizione USA-Cina: il Presidente americano ha condannato l’assertività cinese nel Mar cinese meridionale definendo le recenti azioni cinesi contro Taiwan come “coercitive” e una “minaccia alla pace e alla stabilità”. Le dichiarazioni del Biden sul tema hanno anche convinto alcuni osservatori che gli Stati Uniti sarebbero pronti ad abbandonare la tradizionale “ambiguità strategica” nei confronti della questione taiwanese, e l’intervento al vertice ASEAN confermerebbe questa rinnovata risolutezza. Nel suo intervento, Biden ha anche espresso preoccupazione per le continue violenze in Myanmar, affermando che intende incrementare la cooperazione con i partner regionali e che sta pensando di condividere con le nazioni del Sud-Est asiatico un’iniziativa economica inedita. Durante il suo discorso, anche il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha redarguito la Cina per le sue azioni provocatorie. Le rivendicazioni territoriali cinesi e l’incremento delle forze armate di Pechino sollevano preoccupazioni per la stabilità regionale, ha detto, oltre che per la tutela dei diritti umani. Il premier cinese Li Keqiang ha invece dichiarato che Pechino fornirà 3,1 milioni di dollari per forniture mediche di emergenza, svilupperà una piattaforma globale di analisi dei dati di Covid-19 e continuerà a cooperare per sviluppare il potenziale digitale della regione. La Cina cerca legami più stretti con i suoi vicini ASEAN anche per contrastare l’influenza statunitense nella regione. A questo fine le relazioni con il blocco del Sud-est asiatico sono state elevate al livello di partnership comprensiva strategica [fonte SCMP, NIKKEI]

A cura di Agnese Ranaldi, ha collaborato Alessandra Colarizi