In Cina e Asia – La Cina è pronta a riaprire? Solo a chi sceglie i vaccini cinesi

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

Un primo spiraglio si apre nell’impenetrabile barriera agli ingressi nel paese. Secondo un avviso ufficiale pubblicato da Pechino e da alcune sue ambasciate nelle ultime ore, verranno semplificate le procedure per ottenere il visto ed entrare in Cina. I cittadini stranieri che desiderano fare domanda dovranno dimostrare, però, di essere stati vaccinati con un vaccino anti-Covid di fabbricazione cinese. Continuerà a valere l’obbligo di tampone negativo e i viaggiatori “dovranno attenersi alle normative cinesi in materia di quarantena e osservazione dopo essere entrati in Cina”, ribadisce il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. Oggi sono due i vaccini cinesi ad aver superato la fase 3 delle sperimentazioni, soglia oltre la quale si può accedere ai programmi di vaccinazione, mantenendo il monitoraggio sul funzionamento del vaccino. Anche i vaccini cinesi richiedono la somministrazione di due dosi, ma non necessitano di venir conservati a temperature molto basse. Ancora variabili le percentuali di efficacia: il vaccino di Sinovac, per esempio, è stato valutato con un’efficacia del 91%, ma altri test ne davano un’efficacia del 50,4% o 65,3%. A cambiare, secondo alcune valutazioni, è anche l’età consigliata per ricevere i vaccini cinesi, che in alcuni paesi esclude i più anziani, mentre in altri non è ancora stata approvata la somministrazione per i minori. [Fonti: Reuters, SCMP]

Tencent supera Alibaba per investimenti in startup

Il colosso cinese creatore della super-app WeChat ha battuto Alibaba in termini di investimento in nuove realtà emergenti. Nel 2020 Tencent ha investito il 40% in più rispetto all’anno precedente, per un valore di oltre 12 miliardi di dollari distribuiti nell’acquisizione di quote di 163 società – arrivando oggi a un totale di 880. Al contrario del rivale e campione dell’e-commerce, Tencent investe soprattutto nell’industria dell’intrattenimento e del videogame, ma non solo. Mentre Alibaba ha la tendenza ad acquisire – di fatto – il controllo delle aziende, Tencent preferisce rimanere un azionista di minoranza, evitando di immischiarsi troppo nella gestione delle società in cui investe. Ma non tutto fila liscio: rimane l’ombra della presa di Pechino sulle big tech, dopo che venerdì scorso Tencent e altre 11 compagnie sono state multate per aver effettuato delle acquisizioni senza aver notificato prima le autorità – una mossa che andrebbe a infrangere le nuove regole antimonopolio imposte da Pechino negli ultimi mesi. Fino ad ora Tencent è stata in grado di mantenere un’immagine migliore rispetto ad altri competitor davanti ai regolamentatori, in parte anche grazie a questa tendenza a investire con moderazione: ma secondo le analisi la compagnia manca di trasparenza, evitando qualsiasi controllo rigoroso su investimenti e operazioni. [Fonte: Nikkei]

La Cina settentrionale affronta la peggiore tempesta di sabbia degli ultimi dieci anni

Tra domenica e lunedì una tempesta di sabbia ha colpito 12 regioni del nord della Cina, inclusa la capitale Pechino. Non accadeva da dieci anni, anche a causa del cambiamento climatico che sta modificando le correnti. La concentrazione di microparticelle e inquinanti atmosferici è salita drasticamente, anche cento volte sopra la media. Gli abitanti di Pechino si sono svegliati ieri mattina scoprendo di non riuscire a vedere oltre i 20 metri di distanza. Secondo la televisione di stato CCTV sono almeno 80 i dispersi da quando è iniziata la tempesta, e sei i morti. A contribuire al fenomeno sarebbe la scarsità di precipitazioni durante l’inverno e l’innalzamento delle temperature. Ma, secondo le immagini pubblicate dalla stampa statale, stamattina il sole era già tormato a splendere sulla capitale. [Fonte: Sixth Tone]

Lo Sri Lanka lancia una nuova, controversa legge antiterrorismo

Venerdì sono è entrato in vigore il Prevention of Terrorism Act (PTA), la nuova legge per punire e prevenire il terrorismo nel paese. Una legge già contestata dai principali gruppi locali e internazionali di difesa dei diritti umani perché estremamente lesiva delle libertà individuali. Le nuove norme antiterrorismo, per esempio, permetteranno alle forze di sicurezza di trattenere i sospettati fino a due anni. La mossa arriva a pochi giorni dal secondo anniversario degli attacchi avvenuti la domenica di Pasqua del 2019, e da allora il presidente Gotabaya Rajapaksa – salito al potere nel novembre di quell’anno – ha promesso che farà di tutto per combattere l’estremismo islamico e “deradicalizzare le ideologie religiose estremiste violente” – includendo anche la maggioranza buddista, le cui frange estremiste alimenterebbero le tensioni tra comunità religiose. Per le stesse ragioni di sicurezza nazionale verrà vietato, inoltre, l’uso del burqua e, secondo le parole del ministro della pubblica sicurezza, Sarath Weerasekara, chiuse almeno mille scuole islamiche. [Fonte: Straits Times, The Guardian]

Myanmar: escalation della violenza

Crescono le tensioni in Myanmar: sono per ora 183 le vittime degli scontri tra esercito e manifestanti, di cui 76 nella sola giornata di domenica. Oggi si terranno i funerali degli attivisti, dopo una notte di veglia contro l’imposizione del coprifuoco. L’escalation della violenza esercitata dal Tatmadaw preoccupa gli osservatori esterni, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si dice sconvolto dai fatti e in procinto di elaborare delle proposte per agire a livello di comunità internazionale. Nel frattempo, aumentano le città in cui viene imposta la legge marziale (ora sono sei in tutto) e c’è stato un altro blackout di internet – al punto che la terza udienza “virtuale” ad Aung San Suu-Kyi è stata rimandata al 24 marzo. [Fonte: Reuters]

La Corea del Nord “ignora” gli Stati Uniti

L’amministrazione Biden ha confermato che ogni tentativo di contattare Pyongyang si sta rivelando vano. Biden starebbe cercando di contattare il “leader supremo” Kim Jong-un per riprendere i contatti nella fase post-Trump ma – dicono i funzionari – nemmeno attraverso la missione nordcoreana delle Nazioni Unite è stato possibile ottenere una risposta. Sono oramai dodici mesi che Washington non ha avuto contatti significativi con la Corea del Nord, e anche gli incontri degli ultimi anni non si sono rivelati proficui come sperato. Il neopresidente americano ha già annunciato una nuova revisione della politica sulla Corea del Nord, mentre il suo segretario alla difesa Lloyd Austin punta a recuperare il tema nordcoreano e la denuclearizzazione del paese durante gli incontri di questa settimana con Giappone e Corea del Sud. La mossa non ha mancato di irritare Pyongyang. Stamattina la sorella di Kim Jong-un, Kim Yong-jong, si è scagliata contro le esercitazioni militari in corso tra Washington e Seul. “Se [il governo americano] vuole dormire in pace per i prossimi quattro anni, farebbe meglio ad astenersi dal provocare fetore al primo passo”, avrebbe detto Kim, secondo il Rodong Sinmun[Fonte: BBC]

Ha collaborato Alessandra Colarizi

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