In Cina e Asia – Il numero tre del Pcc a Pyongyang

In Notizie Brevi by Redazione

 

Xi Jinping manderà il suo braccio destro Li Zhanshu in visita a Pyongyang

Su scelta di Xi Jinping, Li Zhanshu, Presidente del Consiglio Nazionale del Popolo, attenderà il settantesimo anniversario dalla fondazione della Corea del Nord in programma questa domenica a Pyongyang. La visita di Li, il politico cinese di più alto rango a visitare la Corea del Nord da quando Xi ha preso il potere nel 2012, sembra essere in risposta alla critica del presidente americano Donald Trump, il quale lo scorso agosto ha accusato Pechino di “non essere di alcun aiuto nel processo di denuclearizzazione”. Le relazioni tra Cina e Corea del Nord sono deteriorate a seguito dei test missilistici voluti da Kim Jong-un e hanno costretto Pechino a supportare le sanzioni promosse dalle Nazioni Unite contro il regime di Pyongyang. Più recentemente, i rapporti tra i due paesi hanno avviato un processo di distensione a seguito di ben tre visite in Cina da parte del leader nordcoreano Kim Jong-un. Li, grazie alla propria esperienza in politica estera, avrà un ruolo essenziale nell’acquisire informazioni in merito alla strategia che Pyongyang intende adottare nei negoziati sul nucleare con Seoul e Washington, che si sono momentaneamente interrotti.

Proteste contro Pechino rallentano i lavori per il lancio delle tre ZES in Vietnam

Il piano del governo di Hanoi di aprire le prime tre zone economiche speciali (ZES) del paese dovrà aspettare a causa di una serie di proteste messe in atto da chi teme una sempre maggiore ingerenza delle attività commerciali cinesi. In giugno, una serie di accese proteste esplose in tutto il paese, ed in particolare nella capitale Hanoi e nella città di Ho Chi Minh, hanno causato la distruzione di negozi e di interi complessi industriali e hanno potato all’arresto di oltre 1000 persone. In quell’occasione, il governo vietnamita ha risposto posticipando le votazioni relative all’approvazione di leggi per l’amministrazione delle ZES ad ottobre. Un punto in particolare è al centro delle proteste, ovvero la possibilità per i nuovi investitori stranieri di usufruire degli spazi all’interno delle ZES per 99 anni.“La parola Cina non compare in alcun progetto di legge finora discusso”, ha affermato il Ministro alla Pianificazione e Investimenti Nguyen Chi Dung, aggiungendo inoltre che “alcuni stanno tentando deliberatamente di creare una minaccia cinese che in realtà non esiste”. Dal 2012, gli investimenti diretti esteri cinesi in Vietnam sono quintuplicati, raggiungendo la cifra di 1.4 miliardi di dollari. Nello stesso periodo, il numero di turisti cinesi verso il Vietnam è triplicato e in alcune aree del paese sono sorte vere e proprie Chinatown.

In Cina, gli smartphone aiutano a combattere l’analfabetismo

In Cina oltre 800 milioni di individui hanno accesso ad internet. Seppure enorme, questo numero rappresenta poco più della metà dei 1.4 miliardi di cittadini cinesi. Tra questi, anziani e analfabeti sono rimasti tagliati fuori dal mondo digitale ma, come riporta il South China Morning Post, le nuove tecnologie presenti sugli smartphone potrebbero invertire questa tendenza. Per ridurre il fenomeno dell’analfabetismo, il governo cinese nel 1950 ha introdotto il pinyin, ossia un metodo per trascrivere i caratteri cinesi secondo la loro pronuncia utilizzando l’alfabeto latino. Una volta inserito il pinyin nel telefono, l’utente può scegliere il carattere desiderato all’interno di una lista di parole con pronuncia simile. Tuttavia, per le generazioni più anziane, le quali hanno terminato le scuole prima che lo studio del pinyin divenisse obbligatorio, la tecnologia offre la possibilità di disegnare il carattere direttamente sullo schermo dello smartphone, proprio come se fosse un foglio di carta. Per chi non fosse in grado di leggere e scrivere, da tempo esistono applicazioni per mandare messaggi vocali, tra cui la popolare WeChat, o altre ancora che tramutano il parlato in testo scritto attraverso la semplice dettatura. Un nuovo fenomeno riguarda le applicazioni per la condivisione di brevi video, come le popolari Kuaishou e Douyin, che hanno riscosso un enorme successo nelle aree più povere del paese con oltre 175 milioni di utenti attivi.

Spagnolo e portoghese sempre più popolari tra gli studenti cinesi

I giovani cinesi, spinti dagli investimenti di Pechino in America Latina, si sono lanciati nello studio del portoghese e dello spagnolo. Venti anni fa, prima che la Cina divenisse il principale partner commerciale del Brasile, era assai raro che studenti cinesi scegliessero di specializzarsi nello studio del portoghese. Anche lo studio della lingua spagnola ha ricevuto nuova enfasi a seguito di nuovi accordi bilaterali tra la Cina e i suoi partner in America Latina: ad oggi oltre 20,000 studenti cinesi si stanno specializzando in questa lingua, rispetto ai soli 500 nel 1999. Studiare questi due idiomi potrebbe essere la scelta vincente per divenire diplomatici, avvocati o giuristi presso i Ministeri cinesi sparsi nel mondo lusofono e in Sud America.  Washington, tuttavia, percepisce la crescente presenza cinese nel continente come una minaccia alla stregua della crisi in Venezuela e dell’immigrazione illegale. A ciò si aggiunge il timore che Pechino, attraverso la Belt and Road Initiative, stia tentando di attrarre i piccoli paesi sudamericani all’interno della sua orbita di influenza, come recentemente successo con El Salvador.