In Cina e Asia – “Haigui” delusi dal mercato del lavoro

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“Haigui” delusi dal mercato del lavoro cinese

Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, l’anno scorso 608.400 cinesi sono andati a studiare all’estero, un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente e oltre quattro volte il numero di 10 anni fa. Come in passato, la tendenza degli “haigui” verso il rientro si mantiene stabile, con oltre l’80% di quanti espatriati negli ultimi 40 anni di nuovo oltre la Muraglia. Le aspettative tuttavia sono sempre più deludenti. Secondo una recente ricerca di CCG, circa l’80% dei circa 2000 rimpatriati intervistati ha dichiarato di percepire uno stipendio inferiori alle attese, con circa il 70% finito a svolgere un incarico non corrispondente alla propria esperienza e capacità. Un bel grattacapo per Pechino che punta ad attrarre sempre più talenti in patria per capitalizzare il loro expertise estero.

Ombre sovietiche dietro gli attacchi sonori contro i diplomatici americani

Ci sono buone possibilità che i casi di malore avvertito dal personale americano in Cina e a Cuba siano da attribuire all’utilizzo di armi a microonde, sviluppate durante la Guerra Fredda dall’Unione sovietica e, in tempi più recenti, dagli Stati Uniti stessi. E’ quanto hanno dedotto medici e scienziati coinvolti nelle investigazioni portate avanti da Washington dopo una serie di presunti “attacchi sonori” a Cuba e in Cina. Nessuno dei rapporti ufficiali fa menzione della misteriosa arma segreta, sebbene il  Douglas H. Smith, del  Center for Brain Injury and Repair presso la University of Pennsylvania, la annoveri tra i principali sospettati in un’intervista rilasciata al NYT. Tutto fa pensare a un “effetto  Frey”, dal nome di Allan H. Frey, lo scienziato ed ex contractor americano che negli anni ’60 scoprì come le microonde venivano percepite dal corpo umano sotto forma di comuni suoni. Secondo l’83enne, dietro l’utilizzo dell’insolita arma potrebbero esserci Mosca e L’Havana, entrambi governi amici di Pechino.

Corea del Sud: natalità ai minimi storici

La Corea del Sud toccherà presto il minimo storico in termini di numero di nascite. Colpa dei costi crescenti e delle difficoltà incontrate dalle donne sul mercato del lavoro   Secondo uno studio commissionato dal giornale sudcoreano Chosun Ilbon, quest’anno il numero medio di bambini nati per donna in età riproduttiva scenderà a quota 0,96, sotto la soglia dell’1 per la prima volta nella storia del paese. Un tasso così basso di fertilità è normalmente visto solo in periodi di guerra, spiega Lee Chul-hee, professore di economia presso l’Università Nazionale di Seoul e uno degli autori dello studio, che mette in guardia dai rischi per il welfare così come per la capacità deterrente di un esercito sempre meno numeroso contro la Corea del Nord.

Seul lancia task force contro l’upskirting

La città di Seul ha lanciato una task force per combattere l’upskirting, la controversa pratica che consiste letteralmente nello “spiare sotto la gonna”. 8000 persone verranno sguinzagliate nei bagni pubblici affinché i cittadini “si sentano sicuri e liberi da preoccupazioni come le spy cams. Ogni giorno verranno controllate tutte e 20.554 toilet della città. Un lavoro gigantesco per un fenomeno virale. Dal 2013 a oggi sono stati riportati oltre 30.000 casi di spionaggio furtivo in luoghi intimi. A maggio e giugno migliaia di donne sono scese in strada per protestare contro questa nuova forma di abuso.

Il Giappone chiude la centrale di Monju

In Giappone sono iniziati giovedì scorso i lavori di decommissionamento della centrale nucleare di Monju. L’impresa avrà una durata prevista di 30 anni e se tutto andrà secondo i piani si concluderà nel 2047. Il reattore di Monju è una delle più grosse debacle del nucleare giapponese. Fu costruito negli anni ’80 con l’intenzione di riutilizzare il grande quantitativo di plutonio in possesso del Giappone, ma a causa di una serie di incidenti, tra cui una fuga di sodio negli anni ’90, non è mai entrato in funzione e ha generato elettricità solo per poche ore.
Il costo del decommissionamento è previsto intorno ai 3 miliardi di yen e il costo totale della centrale ha raggiunto un astronomico 10 miliardi di dollari.