In Cina e Asia – Covid-19: Nuova stretta sui casi asintomatici

In Notizie Brevi by Serena Console

Continua la stretta sui casi asintomatici. Mercoledì, mentre Wuhan riacquistava la libertà, il Consiglio di Stato ha annunciato misure più ferree per limitare le “trasmissioni silenziose”. Stando alle nuove regole, le istituzioni sanitarie sono tenute a segnalare i casi asintomatici entro due ore dalla diagnosi, mentre i governi locali hanno 24 ore di tempo per individuare tutte le persone entrate in contatto con gli infetti. I pazienti – e le persone potenzialmente contagiate – saranno messi in quarantena collettiva per 14 giorni e considerati casi confermati qualora cominciassero a evidenziare sintomi. Per fronteggiare la rapida diffusione di casi sommersi all’inizio di questa settimana, WeChat ha lanciato una nuova funzione che consente di verificare l’esposizione a vettori asintomatici mentre si è in treno e aereo. Secondo l’ultimo bollettino ufficiale, mercoledì si sono registrati 63 nuovi casi confermati (rispetto ai 62 del giorno prima), di cui 61 importati dall’estero. I sintomatici sono invece 56, per un totale di 657 da quando le autorità hanno cominciato a rilasciare i dati il 1 aprile. Di questi, finora, solo 57 hanno sviluppato la tipica sintomatologia da Covid-19 [fonte: Reuters]

La riapertura di Wuhan tra celebrazioni e critiche sul web

Il giorno della riapertura di Wuhan è stato celebrato come un successo dai media statali cinesi sui social network, rendendo virale un hashtag che ha ricevuto oltre 320 milioni di clic e 166.000 commenti. Gli utenti sono rimasti svegli fino alla mezzanotte per partecipare al conto alla rovescia e per vedere la prima vettura uscire dalla città dopo 76 giorni. Ma sul web non sono mancate le polemiche dei cittadini che hanno criticato le misure per contenere il contagio del coronavirus. Si è anche discusso della presenza dei soggetti asintomatici in città, che potrebbero essere tra i 10.000 e i 20.000. La speculazione è stata fatta da un esperto cinese durante un’intervista con un giornale statale, ma è stata rapidamente cancellata per ragioni sconosciute. [fonte: DELEGATION CHINA PRESS]

Matrimoni in calo a Wuhan

Nel giorno della riapertura di Wuhan, gli uffici matrimoniali della città, che hanno ripreso le loro attività dopo la sospensione del lockdown, si aspettavano di dover sbrigare le richieste di giovani innamorati desiderosi di sposarsi. Ma il personale ha dovuto ricredersi, gestendo un numero di pratiche inferiore rispetto alla media giornaliera del 2019. Mercoledì ci sono state 96 registrazioni di matrimonio e 46 divorzi; l’anno precedente, invece, gli uffici hanno gestito 200 pratiche matrimoniali. Secondo il calendario lunare, però, la giornata di ieri è considerata favorevole per le separazioni, ma infausta per i matrimoni. Tuttavia, la convivenza forzata a causa della quarantena ha provocato un’impennata di episodi di violenza domestica, aumentando le richieste di divorzio. [Fonte: Sixth Tone]

Ren Zhiqiang indagato per “violazioni della disciplina”

A oltre tre settimane dalla scomparsa, martedì è arrivata la conferma ufficiale: Ren Zhiqiang, ex presidente della società immobiliare statale Huayuan Properties, è indagato per “gravi violazioni delle norme disciplinari”, eufemismo utilizzato in Cina nei casi di corruzione. Ren era sparito lo scorso mese dopo aver autografato un articolo molto critico nei confronti del sistema politico cinese e in particolare della deriva autoritaria emersa sotto l’amministrazione Xi Jinping, ritenuta la vera causa della crisi epidemica. Il tycoon non lo nomina direttamente ma le allusioni a un “clown” che si atteggia da imperatore sono piuttosto chiare. Anche perché non è la prima volta che Ren prende di mira il presidente. Era già successo nel 2016, quando il popolare imprenditore aveva condannato la stretta del governo sui media. Un commento che all’epoca sfociò in un’indagine interna di un anno e alla chiusura del suo seguitissimo account Weibo. Perché la storia di Ren è importante? Perché il tYcoon, figlio di un ex viceministro del Commercio, viene considerato un “principe rosso”, ovvero un membro dell’aristocrazia comunista; vanta agganci molto in alto tanto che si dice sia amico del vicepresidente Wang Qishan. Non è un buon segno che le critiche provengano da un insider del partito in un momento tanto delicato. [fonte: NYT, NYT]

La Cina ferma sull’accordo commerciale con gli Usa a causa del Covid-19

La pandemia di coronavirus ha ritardato l’attuazione delle garanzie della proprietà intellettuale fatte dalla Cina nell’ambito della ‘fase uno’ dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti. L’intesa sarebbe dovuta arrivare 30 giorni lavorativi dopo l’entrata in vigore della fase uno il 15 febbraio. Il termine è scaduto all’inizio di aprile, ma nessuna misura è stata ancora avviata. La Cina si è però difesa affermando che non c’è alcun ritardo, dal momento che il numero di giorni lavorativi effettivi nel Paese è stato notevolmente ridotto a causa del lockdown per il Covid-19. I funzionari statunitensi non hanno gradito l’atteggiamento cinese, ma si ritengono comunque soddisfatti per i progressi negli acquisti dei prodotti alimentari e agricoli, nonostante la pandemia.  [fonte: SCMP]

Giappone, Corea del Sud e Singapore attuano misure di contenimento per il coronavirus

Molto in ritardo rispetto ad altri paesi dell’area orientale, il Giappone ha dichiarato lo stato d’emergenza per il coronavirus. La decisione è stata annunciata dal premier giapponese Shinzo Abe nel corso di una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva. Lo stato di emergenza durerà fino al 6 maggio e, oltre alla città di Tokyo, interesserà le prefetture di Kanagawa, Saitama, Chiba, così come quella di Osaka, Hyogo e Fukuoka. Il premier ha esortato i connazionali a ridurre i contatti sociali con le altre persone del 60-70% con l’obiettivo di contenere il picco della malattia entro 2 settimane. Lo stato di emergenza in Giappone non è un vero e proprio lockdown sullo stile italiano: il provvedimento prevede il trasferimento dei poteri ai governi locali che possono espropriare terreni e materiale sanitario ma non possono sanzionare chi esce di casa. In Corea del Sud, invece, l’aumento dei contagi negli ultimi giorni ha spinto il sindaco di Seul, Park Won-soon, a imporre la chiusura fino al 19 aprile di 422 locali, tra cui discoteche, bar e night club. Il picco dei contagi del Covid-19 preoccupa anche le autorità di Singapore. Negli ultimi giorni nella città-stato si è registrato un aumento dei casi di coronavirus soprattutto in residenze abitate da lavoratori stranieri. Per questo il governo ha disposto per 14 giorni l’isolamento delle tre principali strutture che ospitano circa 20.000 lavoratori migranti. [SCMP, The Guardian, Channel News Asia]

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