In Cina e Asia – Caccia all’uomo sul confine sinocoreano

In by Gabriele Battaglia

Caccia all’uomo sul confine tra Corea del Nord e Cina, dove due soldati nordcoreani sono entrati in Cina dopo aver disertato. Intanto la Rpc ha nominato un nuovo ambasciatore presso il Regno eremita. Emergenza ambientale, la Cina pensa al varo di ecotasse. L’anticorruzione colpisce le importazioni di vino francese. Cento morti nell’ultimo scontro tra ribelli e forze di Naypiydaw. In Giappone ventesimo anniversario dell’attacco al gas sarin nella metropolitana di Tokyo. COREA DEL NORD – Caccia all’uomo al confine con la Cina 

Soldati nordcoreani alla macchia al confine con la Cina. Due soldati nordcoreani hanno disertato e armati sono entrati irregolarmente nella Repubblica popolare. La polizia cinese ha già fermato uno dei due militari. Continuano le ricerche per il secondo. Si tratta dell’ennesimo episodio del genere. In passato disertori che si ritiene scappino in cerca di cibo e soldi avrebbero assalito cittadini cinesi. 
Intanto Pechino ha nominato il nuovo ambasciatore in Corea del Nord. È il 59enne Li Jinjun, ex interprete di Deng Xiaoping, con studi in Germania, diplomatico di lungo corso. La nomina di Li avviene nel momento più basso delle relazioni tra Pechino e Pyongyang: Xi Jinping e Kim Jong-un non si sono ancora incontrati mentre Xi ha inferto al dirimpettaio lo sgarbo solenne di recarsi già in visita ufficiale in Corea del Sud. Dall’altra parte, la Corea del Nord continua i suoi lanci missilistici, contro le risoluzioni Onu che la Cina appoggia.
La Russia ne ha approfittato per invitare Kim a Mosca per le prossime celebrazioni della vittoria nella seconda guerra mondiale, scavalcando la Cina nelle relazioni bilaterali. Tuttavia, secondo alcuni esperti, le relazioni tra Cina e Nord Corea continuano serrate a livello dei due Partiti comunisti, come antidoto al raffreddamento a livello di Stato.

CINA – Arrivano le ecotasse

Per far fronte all’emergenza ambientale, la Cina si preparerebbe a varare ecotasse per le aziende inquinanti, un’idea in fase di elaborazione fin dal 2007. Si tratterebbe di tassare sia gli scarichi industriali sia le emissioni, ma le polemiche non mancano.
Oltre a porre problemi di sostenibilità economica per le imprese, non si capisce se eventuali ecotasse sostituirebbero le multe inflitte oggi agli inquinatori; in tal caso si tratterebbe probabilmente di un gioco a somma zero. Il dibattito è in corso.

CINA – Anticorruzione, la crisi del Bordeaux


Foto credit: worldcrunch.com

Meno 8 per cento nelle vendite, meno 13 per cento nel valore del vino in totale. Quanto ai dati specifici sull’export in Cina e Hong Kong è sceso del 9 per cento in quanto a volume di vendite e del 17 per cento in quanto a valore. È questo l’impatto della campagna anticorruzione cinese sul Bordeaux, il vino francese che in Cina ha il quasi-monopolio dell’appeal presso i nuovi ricchi.
Nel 2014, complice anche una vendemmia non felice (nel 2013), gli affari sono andati male. Il valore del Bordeaux era letteralmente esploso dalla metà del decennio scorso grazie agli acquisti cinesi, dove il vino non è solo genere di consumo ma anche strumento di speculazione. Oggi, a seguito della campagna anticorruzione, oltre 300 importatori cinesi di vino hanno chiuso i battenti.

MYANMAR – 100 morti nell’ultimo scontro

Sarebbero almeno 100 i morti, quasi tutti governativi, a seguito dell’ultima battaglia tra ribelli Kokang e soldati dell’esercito birmano nella zona contesa ai confini con la Cina. I soldati avrebbero cercato di conquistare una postazione Kokang facile da difendere e difficile da prendere. Gli scontri continuano da circa un mese, quando l’ex capo Kokang Peng Jiasheng è rientrato dalla Cina e ha cercato di riconquistare aree perse nel 2009.
Intanto il governo birmano ha offerto alla Cina un rimborso di 70mila yuan (10.500 euro circa) per ognuna delle quattro vittime cinesi del bombardamento compiuto dai propri caccia al di là del confine, presumibilmente per errore, la settimana scorsa.

GIAPPONE – Vent’anni fa l’attacco al sarin sulla metropolitana di Tokyo

Il 20 marzo 1995 alle 8:00 del mattino alcune sacche di gas sarin, un potente gas nervino, vennero aperte su tre linee della metropolitana della capitale giapponese provocando la morte di 13 persone e il ferimento di altre 6 mila.
I responsabili dell’attacco erano affiliati alla setta religiosa Aum Shinrikyo, un misto di buddhismo esoterico e cristianesimo. Fu la fine, secondo qualche commentatore, del "senso di sicurezza" del Giappone. A distanza di vent’anni tredici membri della setta ritenuti responsabili dell’attacco, sono stati condannati a morte, ma sono tutti ancora in attesa di esecuzione.
Oggi autorità e parenti delle vittime hanno ricordato l’attentato alla stazione di Kasumigaseki, dove nel piano degli attentatori i tre treni carichi di sarin dovevano incrociarsi e dare luogo a una vasta contaminazione, nel cuore della capitale giapponese.

[Foto credit: telegraph.co.uk]