In Cina e Asia – Censura e arresti alla viglia dell’anniversario di Tian’anmen

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I siti di livestreaming e riproduzioni video si preparano per il 30esimo anniversario di Tian’anmen. Secondo il Scmp, le principali piattaforme cinesi hanno annunciato imminenti upgrade che precluderanno il regolare utilizzo di funzioni quali l’aggiornamento delle foto profilo, la registrazione di nuovi account o la pubblicazione di danmu, i commenti che compaiono in tempo reale durante i video. La durata delle operazioni di manutenzione copre esattamente il periodo sensibile fino al 6-7 giugno, un paio di giorni dopo la temuta ricorrenza. Ogni anno l’avvicinarsi dell’anniversario scatena misure preventive per evitare il verificarsi di proteste e commemorazioni. Secondo il quotidiano di Hong Kong, quest’anno il bavaglio ha colpito anche diversi artisti folk noti per aver composto canzoni in ricordo del massacro dell’89, mentre l’usuale campagna d’arresti annovera tra le vittime sei artisti coinvolti nella mostra “A Coscience Movement”, organizzata nella città orientale di Nanjing. Quattro sono invece i dissidenti finiti in manette per aver venduto un liquore con etichette commemorative del 4 giugno 1989.

Rispondendo alle domande dei giornalisti sui preparativi per l’anniversario, il portavoce del ministero della Difesa Wu Qian ha rifiutato l’utilizzo della parola “soppressione ” per descrivere l’intervento dell’esercito contro i giovani manifestanti. [fonte: Scmp]

Huawei mette alla porta i dipendenti americani

Huawei ha sospeso gli incontri tecnici con i partner statunitensi e ha rimpatriato i dipendenti impiegati presso il quartier generale di Shenzhen. Lo ha confermato Dang Wenshuan, capo architetto strategico dell’azienda, secondo il quale i cittadini americani coinvolti nei progetti di ricerca e sviluppo sono stati rimandati negli Stati Uniti due settimane fa, dopo l’inclusione di Huawei nell’Entity List. Stando a quanto riporta il FT, la decisione del Dipartimento del Commercio ha portato all’interruzione immediata di un seminario in corso al momento dell’annuncio, mentre ai delegati americani è stato chiesto di rimuovere i loro laptop, isolare i loro dispositivi e lasciare lo stabile. Da allora la comunicazione con i contatti statunitensi è stata limitata: “a causa del nostro regolamento, non abbiamo il permesso di incontrare i cittadini americani per discutere di questioni relative alla tecnologia”. Mentre la tensione tra le due potenze non accenna a diminuire cresce il rischio di una nuova cortina di ferro nel mondo hi-tech [fonte: FT]

Gli stimoli economici fanno volare il debito

Gli stimoli introdotti da Pechino per puntellare la crescita hanno giovato alla performance economica degli ultimi mesi ma hanno anche catalizzato la crescita del debito dopo un anno di assestamento. Lo rivela uno studio condotto da due think tank governativi secondo il quale alla fine del primo trimestre il debito ha raggiunto il 248,83 % del prodotto interno lordo nominale, il dato più alto dalla fine del 1993 – quando la Cina ha iniziato a tenere il conto – e un 5,1% in più rispetto alla fine del 2018. Da allora, per combattere il colpo di coda della guerra commerciale, le banche cinesi hanno emesso 865 milioni di nuovi prestiti durante i primi tre mesi del 2019 e la crescita si è stabilizzata al 6,4%. Ma come, si suol dire, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca [fonte: Scmp]

Primo “straniero” nella nazionale cinese

Il centrocampista, Nico Yennaris, 26enne nato in Gran Bretagna, è diventato il primo giocatore straniero naturalizzato cinese ad essere convocato nella nazionale. La Cina ha recentemente adottato una nuova politica per attrarre talenti con origini cinesi nella speranza di rilanciare le sorti del calcio oltre la Muraglia che si è qualificata per la Coppa del Mondo solo una volta, nel 2002. Yennaris, che ha il diritto di giocare nella nazionale grazie ai natali della madre, ha rinunciato alla sua cittadinanza britannica quando ha firmato a gennaio con il Beijing Guoan, la maggiore società calcistica della Chinese Super League. Mentre la riforma del calcio cinese risale al 2015, è solo con la clamorosa debacle di quest’anno all’Asian Cup che Pechino ha avviato il nuovo programma di inclusione dei giocatori stranieri [fonte: NYT]

Giustiziati i negoziatori nordcoreani?

Il fallimentare meeting di Hanoi sarebbe costato la vita all’inviato speciale per il negoziato nucleare, Kim Hyok Chol, e a quattro funzionari del ministero degli Esteri. L’esecuzione sarebbe avvenuta presso il Mirim Airport di Pyongyang nel mese di marzo. Secondo il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo, che ha riportato la notizia, Kim sarebbe “stato accusato di spionaggio per conto degli Stati Uniti e di aver riferito male i negoziati senza cogliere adeguatamente le intenzioni degli Stati Uniti”. E’ andata di poco meglio al gerarca settuagenario Kim Yong-chol, condannato ai lavori forzati in un campo di rieducazione. Premessa: è già capitato che l’annuncio di purghe contro i funzionari coinvolti nei colloqui con Washington si siano rivelate infondate. La Casa Blu ha invitato alla prudenza definendo “inopportuno” commentare le indiscrezioni. A sostegno delle proprie fonti, tuttavia, il Chosun Ilbo si è appellato a un avvertimento comparso oggi sull’ufficialissimo Rodong Sinmun contro i funzionari doppiogiochisti. A loro spetterà “il severo giudizio della rivoluzione” perché “è un atto anti-Partito e anti-rivoluzionario fingere di riverire il leader quando in realtà si sogna qualcos’altro”. Il megafono del regime prosegue scagliandosi contro “i traditori e i ribelli che memorizzano parole di lealtà nei confronti del Leader e poi cambiano a secondo del tempo”. Sarebbe la prima volta da quando lo zio di Kim Jang Song Thaek è stato messo a morte che il quotidiano nordcoreano è ricorso a un vocabolario tanto aggressivo [fonte: AFP]

L’Asia bocciata dal Child Labour Index

Secondo l’ILO, in tutto il mondo si contano ormai circa 150 milioni di bambini lavoratori, la maggior parte dei quali impiegati in Africa e Asia. Le nazioni più popolose sono quelle dove la tutela dei minori è più carente, stando al Child Labour Index, rilasciato ieri dalla società di consulenza Verisk Maplecroft, che boccia categoricamente India e Cina, classificate  47esima e 98esima su una lista di 198 paesi, che vede  la Corea del Nord al primo posto per grado di rischio. Locomotiva del manifatturiero mondiale, India e Cina, pur avendo registrato un livello elevato di incidenti, non hanno riportato “alcun miglioramento tangibile” nella lotta al lavoro minorile nei tre anni intercorsi dal 2016, quando Verisk Maplecroft ha iniziato a raccogliere le statistiche. Stando agli obiettivi di sviluppo globale concordati nel 2015 dalle Nazioni Unite, il lavoro minorile dovrebbe essere debellato entro il 2025, ma la situazione attuale spinge l’ILO a ritenere il raggiungimento del traguardo prefissato improbabile [fonte: Scmp]

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