In Cina e Asia – C’è vita sulla Luna!

In Notizie Brevi by Alessandro Zadro

C’è vita sulla Luna!

Nuovo primato per gli scienziati cinesi che, dopo aver fatto sbarcare la sonda Chang’e-4 sul lato oscuro della Luna, sono riusciti a far germogliare una pianta di cotone sul satellite. Questa è la prima volta che un gruppo di scienziati è riuscito nell’impresa di coltivare dei vegetali direttamente su un corpo celeste diverso dalla Terra. Come riporta Repubblica, l’esperimento è finalizzato alla creazione di una biosfera, un ambiente in grado di sostenere la vita attraverso fotosintesi e respirazione, elemento fondamentale per la sopravvivenza di future comunità spaziali che siano indipendenti da rifornimenti terrestri. Il seme di cotone è nato all’interno di una struttura a traliccio, situata in una scatola metallica di 18 centimetri di altezza e 3 kg di peso contenente acqua e terra. Oltre al seme di cotone, sono stati piantati anche semi di arabetta, di patata, lievito e uova di moscerini della frutta che non hanno ancora dato segni di vita. Nel mentre, un piccolo robot telecomandato, di nome Yutu-2, sta effettuando esperimenti nel cratere di Von Karman, creatosi miliardi di anni fa dall’impatto sulla luna di un corpo celeste. La China National Space Administration, l’equivalente cinese della Nasa, ha annunciato altre quattro missioni lunari, confermando la volontà del Presidente Xi di rilanciare il programma spaziale cinese.

Il fondatore di Huawei a difesa del colosso tecnologico

Ren Zhengfei, fondatore miliardario di Huawei e padre di Meng Wanzhou, è uscito da un silenzio mediatico che durava dal 2015 per far fronte alla più grossa crisi affrontata dal colosso tecnologico negli ultimi trent’anni. Ren ha detto di amare il proprio paese e il Partito ma che “non vi è alcuna connessione tra le sue idee ideologiche e il business di Huawei”. Negli ultimi tempi, Washington ha impedito l’utilizzo di tecnologie Huawei a tutti i dipendenti governativi per motivi di sicurezza nazionale, tra la cui la possibilità che le comunicazioni vengano tracciate e che si verifichino gravi episodi di spionaggio. Il Giappone ha seguito la linea inaugurata da Washington, mentre Australia e Nuova Zelanda hanno bloccato un accordo per l’utilizzo dei tecnologie Huawei per la diffusione del network 5G. L’apparizione in pubblico di Ren è la prova che il colosso tecnologico cinese sia profondamente preoccupato per gli sviluppi che la vicenda possa avere anche sul proficuo business lanciato nel mercato europeo, soprattutto a seguito dell’arresto di un dipendente Huawei in Polonia con l’accusa di spionaggio. Secondo Ren, “Huawei è solamente un seme di sesamo nella guerra commerciale in corso tra Cina e Stati Uniti”, ed inoltre “Trump deve riconsiderare le proprie politiche protezionistiche per venire incontro ad aziende e paesi interessati ad investire negli Stati Uniti”.

Approvata la costruzione di una nuova diga lungo il Fiume Azzurro

Pechino ha approvato la costruzione di una nuova diga nel corso superiore del Fiume Azzurro, che segna il confine tra la Cina settentrionale e la Cina meridionale. La diga, una struttura idroelettrica dell’altezza di 239 metri, sarà composta da quattro turbine con una capacità totale di 2 gigawatt (gW), che si vanno a sommare ai 350 gW di capacità idroelettrica complessiva registrata in Cina nel 2018. Il progetto prevede un investimento complessivo di 4.5 miliardi di dollari, in cui sono inclusi i fondi necessari per compensare e ricollocare i cittadini le cui abitazioni verranno distrutte durante i lavori. Ed è proprio su questo ultimo punto che i piani governativi si scontrano con il malcontento dell’opinione pubblica, dubbiosa che progetti di questo tipo giovino effettivamente alla crescita dell’economia locale. L’energia idroelettrica è pulita e rinnovabile ma, negli ultimi anni,  mega-costruzioni nel sudovest della Cina sono state accompagnate da disastri ambientali e da inadeguati compensi per le popolazioni evacuate.

Tra Cina Stati Uniti è ancora disaccordo sulle riforme strutturali

Il Vice-Premier Liu He ha accettato di guidare una delegazione a Washington a fine gennaio allo scopo di raggiungere un accordo per una conclusione pacifica della guerra commerciale. Durante la visita, Liu si incontrerà con Robert Lighthizer, rappresentante statunitense per il commercio, e Steven Mnuchin, segretario americano al Tesoro. “E’ uno sviluppo molto importante, a riprova che le negoziazioni tra i due paesi siano ad uno stato avanzato, ma al contempo è assai difficile che si arrivi ad una risoluzione definitiva della crisi nel prossimo incontro”, ha affermato Nicholas Lardy, in forze al Peterson Institute for International Economics. Secondo quanto affermato alla stampa dal senatore repubblicano Chuck Grassley, Lighthizer ha definito insufficienti i progressi compiuti durante l’ultimo round di colloqui bilaterali sul versante delle riforme strutturali. Leggi: trasferimento forzato di tecnologia e sussidi statali.

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