In Cina e Asia – Caso Huawei, Pechino e Ottawa incrociano i guantoni

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L’arresto del CFO di Huawei rischia di minare le relazioni bilaterali tra Cina e Canada, a dieci anni dall’incontro tra l’ex premier  canadese Stephen Harper e il Dalai Lama. E’ infatti proprio contro Ottawa che si stanno scagliando i media statali, fino a oggi piuttosto cauti nei confronti del ruolo esercitato dagli Stati uniti per non vanificare l’intesa raggiunta tra Xi Jinping e Trump a margine del G20. Se il Global Times ha invitato a sostenere l’azienda cinese definendo il caso una “dichiarazione di guerra” contro la Cina, per il People’s Daily “la parte canadese deve correggere i suoi torti e fermare immediatamente la violazione dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini cinesi dando una risposta giusta, altrimenti pagherà un caro prezzo”. Nel weekend, il ministero degli Affari esteri ha convocato gli ambasciatori canadese e americano chiedendo il rilascio immediato di Meng Wanzhou minacciando “gravi conseguenze” . Questo – per il momento – tuttavia non sembra aver allontanato Pechino dal tavolo dei negoziati, nonostante l’arresto di Meng sia avvenuto lo stesso giorno del meeting tra i due leader. Proprio ieri, nove Nobel per l’economia americani hanno partecipato a una conferenza organizzata dalla Tsinghua University per commemorare i 40 anni dalle riforme denghiane. Persino il U.S. trade representative Robert Lighthizer ha sottolineato come quello di Huawei sia un caso di “giustizia penale” separato dalle trattative commerciali.

Intanto quest’oggi, si terrà una seconda udienza per decidere se concedere il rilascio su cauzione della donna. Qualsiasi processo di estradizione può richiedere settimane o mesi, a seconda delle regole del paese che effettua l’arresto.

Chi è Meng Wanzhou?

Nata dalla prima moglie del fondatore dell’azienda, Meng – 46 anni – è l’unica dei tre figli d Ren Zhengfei ad aver fatto carriera in Huawei partendo dal ruolo di segretaria, tanto che si vocifera fosse destinata a succede al padre. A lei è toccato negli ultimi anni l’arduo compito di rappresentare la società nelle relazioni con i media e l’esterno, mentre Ren ha continuato a rimanere nell’ombra alimentando ulteriormente le critiche per la scarsa trasparenza di cui è noto il colosso cinese. Ma Meng risulterebbe essere stata anche nel board di Skycom la società hongkonghese accusata di aver evaso le sanzioni americane nella vendita all’Iran di tecnologia sottoposta a embargo. L’accusa formale è di aver frodato gli istituti internazionali sul trasferimento di denaro a Teheran.

La Cina esplorerà il lato oscuro della luna

Il programma spaziale cinese ha messo a segno un ultimo traguardo. Nella giornata di sabato, il razzo Long March-3B ha lasciato il centro di lancio satellitare Xichang con a bordo il rover  Chang’e-4 . Destinazione:  il cosiddetto “lato oscuro”, quello mai visibile dalla Terra. La missione non solo servirà a studiare la composizione del suolo lunare ma anche a capire se sia possibile effettuare osservazioni radioastronomiche dalla Luna anziché dalla Terra, per evitare le interferenze prodotte dalle attività umane sul nostro pianeta. Secondo l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua, Chang’e-4 porterà sulla Luna alcuni semi e uova di bachi da seta per verificare se possono germinare e schiudersi a una gravità più bassa di quella della Terra. Oltre le finalità conclamate, l’obiettivo di lungo periodo resta il sorpasso della Cina su Russia e Stati uniti come potenza spaziale entro il 2030.

Confucio e Mencio nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Oggi si celebra il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a Parigi. La Cina è tra i paesi firmatari della Dichiarazione e ha svolto un ruolo attivo nella sua redazione. Tra i 9 membri del comitato incaricato della redazione, tra cui spiccava Eleonor Roosvelt e il filosofo Charles Malik, vi fu infatti anche Peng-Chun Chang. Filosofo e drammaturgo (a lui si deve la prima versione di Mulan), Chang era un personaggio fuori dai canoni della diplomazia ordinaria. Con fermezza sostenne l’universalità degli insegnamenti di Confucio e Mencio e riuscì a includerne i principi nella Dichiarazione.

Troppi pochi figli: Seul corre ai ripari

Venerdì scorso, la Corea del Sud ha inaugurato una serie di misure per tentare di invertire il trend intrapreso da uno dei tassi di natalità più bassi al mondo. Maggiori benefici economici alle famiglie si spera aiuteranno ad arrestare il declino della popolazione. Il tasso di fertilità del Paese è sceso a 0,95 nel terzo trimestre dell’anno, scavalcando per la prima volta la soglia dell’ 1 e ben al di sotto del 2,1 necessario per mantenere la uno sviluppo della popolazione equilibrato. Il governo ha speso ben 136 trilioni di won (166 miliardi di dollari) dal 2005 a oggi per cercare invano di aumentare il tasso di natalità. L’ultima manovra prevede l’estensione dei sussidi per i bambini – fino a 300.000 won al mese – al 10% delle famiglie più ricche, attualmente escluse. Non solo. Dalla fine del prossimo anno, i genitori con bambini di età inferiore a otto anni potranno lavorare un’ora in meno al giorno per prendersi cura della famiglia, mentre il congedo di paternità salirà da tre a dieci giorni. Il governo si impegnerà poi a costruire più asili nido e scuole materne con l’obiettivo di consentire l’accesso al 40% dei bambini.