In Cina e Asia – Cade l’impero del magnate Xiao Jianhua

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Venerdì scorso il governo cinese ha sequestrato nove società finanziarie precedentemente controllate dal magnate caduto Xiao Jianhua, indagato dal 2017 per presunta frode fiscale. Il massiccio sequestro coinvolge attività con un valore di oltre 171,5 miliardi di dollari e segna un grande passo per i regolatori cinesi, che da anni lavorano per smantellare l’impero della Tomorrow Holding Co. Ltd. Fondata nel 1999, Tomorrow Holding è un conglomerato di attività che include banche, assicurazioni, industria e proprietà immobiliari. Attraverso complicati e talvolta illegali accordi azionari, Tomorrow Holding controllava un gran numero di istituti finanziari che contribuivano a finanziare l’espansione commerciale di Xiao, spesso basata sulla creazione di società di comodo. Il governo ha anche avviato la ristrutturazione di altri istituti di credito regionali precedentemente controllati da Tomorrow Holding, tra cui Bank of Taian, Bank of Weifang e Harbin Bank. Il crollo dell’impero finanziario di Xiao ha fatto seguito al sequestro di Anbang Insurance Group Co. Ltd., un altro conglomerato controllato dall’imprenditore Wu Xiaohui, ora in carcere. Secondo quanto dichiarato dalle autorità, l’acquisizione delle entità legate a Tomorrow Holding non cambierà gli obblighi di debito delle società o i diritti dei creditori, ed anche le attività commerciali continueranno normalmente. [fonte: Caixin]

Covid-19: consumo ed impiego chiave della ripresa economica

Secondo i dati ufficiali rilasciati da Pechino, in Cina nella prima metà dell’anno il reddito pro capite totale sarebbe diminuito dell’1,3% rispetto all’anno precedente, correlato ad una perdita di reddito per i residenti urbani del 2%. Sebbene il commercio e gli investimenti abbiano aiutato l’economia cinese a tornare in crescita nello scenario post Covid, le preoccupazioni relative al mercato lavoro continuano a diminuire i consumi delle famiglie, facendo della ripresa del consumo l’obiettivo primario di Pechino.A tal proposito, questa settimana la Cina ha permesso agli agenti di viaggio di riprendere alcuni tour interprovinciali, riaprendo inoltre anche i cinema ed i luoghi di intrattenimento nelle aree a basso rischio. Inoltre, pare che Pechino stia anche valutando la possibilità di sussidi diretti da fornire ai consumatori per aumentare i consumi, nonché di favorire la partecipazione delle famiglie nel mercato azionistico. Tali discussioni sono nate dopo il boom delle azioni cinesi iniziato alla fine di giugno, quando gli indici di Shanghai e Shenzhen sono aumentati rispettivamente del 12% e del 32%, prima di scendere rispettivamente del 7% e dell’8%. Sebbene in passato alcuni studi sul mercato americano abbiano dimostrato che la crescita degli indici generi un aumento dei consumi, molti economisti sostengono che i grandi cambiamenti nei prezzi delle azioni sul mercato cinese abbiano in passato esacerbato la disuguaglianza tra ricchi e poveri, con un impatto minimo sull’aumento dei consumi.Per la ripresa economica post-pandemia, molti economisti cinesi suggeriscono politiche che garantiscano minime fluttuazioni nel mercato azionario, combinate alla correzione del mercato del lavoro. Ad oggi, in Cina si registrano ben 1,73 milioni di assunzioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, con uno su cinque laureati in stato di disoccupazione a giugno. [fonte SCMP]

Hong Kong : negati i visti ai direttori dell’ufficio di rappresentanza di Taiwan

Kao Ming-Tsun, capo del Taipei Economic and Cultural Office (TECO) di Hong Kong, è stato costretto dalle autorità a lasciare la città insieme ad altri due direttori, dopo che i tre si sono rifiutati di firmare una dichiarazione che imponeva loro di “sostenere rigorosamente il principio di una sola Cina” come condizione per il rinnovo del visto. La partenza dei tre funzionari potrebbe essere una diretta conseguenza delle crescenti tensioni tra Pechino e Taipei, la quale – sotto la guida di Tsai Ing-Wen – ha mostrato pubblicamente il proprio supporto al movimento pro-democratico di Hong Kong, opponendosi anche all’imposizione della nuova legge sulla sicurezza nazionale. Infatti, sebbene il governo di Hong Kong abbia imposto ai funzionari del TECO l’obbligo di firmare una dichiarazione di appoggio al principio di una sola Cina sin dal 1995, questa prassi era stata abbandonata tra il 2008 ed il 2016, anni in cui le relzioni tra Taiwan e l’ex-colonia britannica beneficiavano del rilassamento dell’attitudine di Pechino verso Taipei, complice la posizione filocinese di Ma Ying-jeou, allora leader del Kuomintang. Il TECO svolge una vasta gamma di funzioni, dalle domande di visto alla promozione delle relazioni economiche e culturali, fungendo de facto da ufficio di rappresentanza di Taipei ad Hong Kong: la rimozione dei tre direttori è stata interpretata da molti come un gesto simbolico, da parte del governo di Hong Kong, per dimostrare a Pechino di volersi adeguare alla legge sulla sicurezza nazionale. [fonte SCMP]

A Bangkok le restrizioni sanitarie non fermano le proteste antigovernative

Diverse migliaia di manifestanti antigovernativi si sono radunati sabato a Bangkok per chiedere una nuova costituzione e la fine del governo conservatore dell’ex capo dell’esercito Prayut Chan-o-cha. A scatenare le proteste è stata l’istituzione dello stato di emergenza nel paese, strumento che concede al governo poteri speciali che molti cittadini considerano come repressivi. Ad aggravare il clima di tensione vi è poi una sentenza di febbraio scorso, che ha sciolto un popolare partito politico pro-democrazia, nonché la sparizione di importante attivista politico thailandese, rapito per mano di sconosciuti nella vicina Phnom Penh e sparito senza lasciare traccia.La manifestazione, organizzata dal gruppo Liberation Youth, è stata una delle più grandi dimostrazioni antigovernative sin dall’introduzione delle restrizioni sanitarie per fermare pandemia di Covid-19, con almeno duemila cittadini ad aver partecipato per chiedere le dimissioni del governo di Prayut. Prayut è al governo sin dal 2014 quando, come capo dell’esercito, aveva guidato un colpo di stato per rovesciare il governo. L’ex-generale ha poi assunto la carica di primo ministro nel 2019, dopo un’elezione ampiamente denunciata come ingiusta da diversi partiti dell’opposizione. Sotto la sua guida profondamente conservatrice, l’esercito e l’elite realista hanno consolidato il loro potere nelle istituzioni, reprimendo gli elementi progressisti della società thailandese. [fonte TheGuardian]

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