In Cina e Asia – Aung San Suu Kyi a Pechino

In by Gabriele Battaglia

Aung San Suu Kyi è a Pechino per una visita di cinque giorni. Previsto un incontro con Xi Jinping. Un articolo del Beijing News, sparito dal web, getterebbe ombre sull’affondamento della Stella d’Oriente sullo Yangtze. La Cina non dirama nessun allarme rosso per la Mers. Pentito un uomo dello Xinjiang accusato di terrorismo. Almeno la metà dei giovani cinesi tra i 12 e i 20 anni hanno bevuto alcol. Blitz dell’esercito indiano in Myanmar. CINA – The Lady a Pechino
Aung San Suu Kyi è a Pechino per una vista di cinque giorni, in cui incontrerà probabilmente il presidente Xi Jinping. È la prima volta che l’icona della Birmania “democratica” è invitata in Cina. La visita capita a proposito per entrambe le parti: da un lato, la Cina non vuole fare l’errore già commesso altrove (es. Sri Lanka) di puntare su una sola parte politica, quella al governo, per poi ritrovarsi con contratti strappati e progetti di investimento bloccati in caso di cambio della guardia; dall’altro, “the lady” vuole mostrare di essere figura politica “matura”, in grado di avere relazioni internazionali di alto profilo, in vista delle prossime elezioni in Myanmar. La Cina è tradizionalmente il protettore di Myanmar, ma con l’avvio del (cosiddetto) processo di democratizzazione nel 2010, il governo ex militare di Naypyidaw si è gradualmente affrancato dall’ingombrante tutela di Pechino per strizzare l’occhio all’Occidente. Pechino ha enormi interessi economici e strategici in Myanmar.

CINA – Speculazioni sulla nave ribaltata
Un rapporto del Beijing News, ripreso dal Global Times e fatto poi sparire in fretta dalla Rete, getterebbe ombre sull’affondamento della “Stella d’Oriente”, il battello con 456 persone a bordo ribaltatosi nello Yangtze lunedì della scorsa settimana. Secondo il rapporto – che non è verificabile – la nave sarebbe stata resa insicura da modifiche succedutesi nel tempo, su cui gli ispettori avrebbero chiuso un occhio anzi due. Si sottolineano soprattutto le modifiche compiute nel 1997, quando il battello ha ottenuto lo status di “nave da crociera” dalla precedente classificazione come “traghetto”.

CINA – MERS: la Cina si sente sicura

Foto credit: abc.net.au

Nonostante l’epidemia di Mers (Sindrome Respiratoria del Medio Oriente), Pechino non ha diramato nessun allarme rosso per dissuadere i propri cittadini a recarsi in Corea del Sud, a differenza di quanto fatto dalle autorità di Taiwan e Hong Kong. Secondo gli esperti, la Cina si sentirebbe garantita dal proprio sistema di prevenzione delle epidemie che si è fatto le ossa ai tempi della Sars, più di un decennio fa. Il sistema prevede che qualsiasi ospedale avverta le autorità nel giro di due ore dall’accettazione di un paziente con i sintomi della malattia.

CINA – Terrorista xinjiangese pentito
Nell’ambito della campagna contro i “tre mali” dello Xinjiang (“terrorismo, separatismo ed estremismo religioso”) e per avvalorare la tesi secondo cui le violenze nelle regione autonoma sarebbero dovute al lavaggio del cervello compiuto sui giovani da “forze ostili” e non a ragioni politico-socieli, il Global Times pubblica la testimonianza di un giovane uiguro che, già promettente studente, sarebbe espatriato per partecipare alla jihad globale e quindi arrestato e rimpatriato. Tursun, questo il nome del giovane, sarebbe oggi sinceramente pentito e invita quindi i coetanei a non abboccare alla propaganda estremista che, oltre a rovinarti la vita, ti allontana dai valori autentici, come l’amore per la famiglia. Scena finale: Tursun se ne rientra mesto nella propria cella.

CINA – Teenager ubriaconi
Un sondaggio svolto tra oltre 30mila giovani cinesi tra i 12 e i 20 anni rivela che il 51 per cento avrebbe già bevuto alcol e il 15 per cento si sarebbe già ubriacato almeno una volta. Tra quelli che hanno già bevuto, il 62 per cento dicono di farlo abitualmente. La legge cinese proibisce la vendita di alcol ai minori ma, come di consueto, c’è qualche problemino a farla rispettare.

INDIA – Blitz oltreconfine contro ribelli Myanmar


Nella giornata di ieri l’esercito indiano di stanza nello stato del Manipur ha condotto un’operazione extra territoriale, sfiorando di alcuni chilometri all’interno dei confini del Myanmar per attaccare una postazione di ribelli. Lunedì le truppe indiane avevano subìto un’imboscata in Manipur ad opera di milizie birmane, in contatto con gruppi separatisti dello stato del nord-est. La rappresaglia indiana in territorio birmano (quindi illegale, e pare senza aver informato le autorità di Yangon) rappresenta un netto cambio strategico nella difesa del paese, mostrando i muscoli dell’amministrazione Modi anche in chiave deterrente per i frequenti blitz pakistani lungo il confine kashmiro. 

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