In Cina e Asia — In Cina è (di nuovo) scandalo vaccini

In Notizie Brevi by Redazione

In Cina è (di nuovo) scandalo vaccini

A due anni dal maxi-scandalo dei vaccini scaduti — conclusosi con l’arresto di 200 persone — la salute dei bambini cinesi è di nuovo sotto minaccia. Venerdì la Jilin Food and Drug Administration dopo un anno di indagini ha confermato che gli oltre 250mila vaccini fatti avere dalla Changchun Changsheng Bio-technology al Centro di controllo e prevenzione delle malattie dello Shandong non sono conformi agli standard. Appena cinque giorni prima la stessa azienda si era vista revocare la licenza per i vaccini antirabbici con l’accusa di aver falsificato i dati sulla produzione. A novembre era stata la Wuhan Institute of Biological Products a finire nell’occhio del ciclone in un caso analogo, da cui è uscita illesa. Nonostante l’assuefazione agli scandali, l’opinione pubblica non ha saputo contenere lo sdegno. Un articolo sul tema pubblicato su WeChat ha totalizzato 100mila visualizzazioni nella giornata di sabato, mentre sulle mini-app di Tencent la parola “vaccino” è stata digitata 33 milioni di volte. Uno dei commenti apparsi sulla pagina Weibo dell’ambasciata americana recita: “Signor ambasciatore, dica a Trump di liberare la Cina.”

Il premier Li Keqiang ha chiesto di “punire risolutamente i trasgressori”.

La Cina avrà il suo primo “treno volante” e sarà “made in Usa”

Mentre negli States imperversa la psicosi da furto di tecnologia, la californiana Hyperloop Transportation Technologies si appresta a costruire nella provincia cinese del Guizhou un tracciato ferroviario di 10 km avvalendosi della tecnologia futuribile hyperloop per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all’interno di tubi a bassa pressione in cui le capsule sono spinte da motori lineari a induzione e compressori d’aria. Il sistema dovrebbe riuscire ad assicurare una velocità di percorrenza di 1.200 km/h. Fantascienza anche per il paese che vanta la rete ad alta velocità più estesa al mondo. Il progetto prevede l’istituzione di una partnership tra il governo della città di Tongren e HTT, che contribuiranno economicamente ognuno per il 50%. L’obiettivo è quello, una volta concluso il tratto di prova, di estendere la linea per “operazioni commerciali”. Un bel colpo per il Guizhou, una delle province più povere della Cina ma con conclamate ambizioni tecnologiche.

Il voto in Pakistan getta nuove incognite sulla Belt and Road

Il Pakistan come specchio della Nuova Via della Seta. L’impegno cinese nel paese dell’Asia Meridionale —circa 60 miliardi di dollari per 43 progetti infrastrutturali — viene spesso considerato la cartina tornasole dell’intera Belt and Road. Quest’anno, grazie al nuovo corridoio economico, l’economia nazionale è cresciuta del 5.8 % ma — con i debiti accumulati — le proiezioni per il futuro sono meno rosee. Ora che il Pakistan viene chiamato alle urne (25 luglio) il cambio di governo potrebbe costare una pesante battuta d’arresto. E’ soprattutto la possibilità di un nuovo piano di salvataggio del Fmi — che richiederebbe trasparenza sui nebulosi progetti cinesi — a gettare nuove incognite . Secondo dati del governo cinese, Pechino ha già concesso 200 miliardi di prestiti lungo la Belt and Road, di cui 3 miliardi a Islamabad. Per capire cosa succede quando i debitori non sono in grado di saldare il conto basta guardare allo Sri Lanka, costretto a cedere ai cinesi il controllo del porto di Hambantota per 99 anni.

Il Giappone dice sì ai casinò

Da quando la scorsa settimana il parlamento giapponese ha approvato la prima legge che permette l’apertura di casinò nell’arcipelago (legalizzati in via preliminare nel 2016) la competizione tra province del paese, operatori internazionali, costruttori e aziende turistiche locali è entrata nel vivo. La nuova legge consente inizialmente soltanto la concessione di tre licenze, impone una tassa del 30% sulle entrate dal gioco d’azzardo e limita le dimensione dei casinò al 3% delle dimensioni totali dei resort ospitanti. Ma le proiezioni sugli incassi (25 miliardi di dollari) aiutano a minimizzare le restrizioni e l’impopolarità di cui godono i casinò, tradizionalmente sinonimo di malavita. Se il Japan Inc. freme, i tempi tuttavia sono tutt’altro che brevi. Secondo stime del governo centrale, infatti, le prime tre località pilota non verranno selezionate prima del 2021.