Il superpoliziotto è un traditore

In by Simone

Secondo le attendibili fonti del South China Morning Post il governo centrale avrebbe etichettato l’ex capo della polizia di Chongqing Wang Lijun come un traditore delle patria del Partito comunista. È l’ennesimo colpo di scena della vicenda politica più intricata dell’ultimo anno.
Il South China Morning Post cita una fonte vicina agli ambienti più in alto del corpo politico cinese e lancia una notizia che è una bomba.

La fonte avrebbe riferito che lo stesso Hu Jintao avrebbe parlato di fronte ai membri del Comitato centrale in un incontro privato avvenuto lo scorso sabato sera e avrebbe bollato Wang come traditore.

Una fonte governativa di Chongqing avrebbe confermato al giornale la stessa storia: “L’altro ieri (il 4 marzo) tutti i funzionari di livello superiore a quello delle prefetture di Chongqing sono stati informati che Wang ha tradito il paese”.

La vicenda Wang Lijun e le implicazioni politiche delle sue azioni, sono un punto di focale dell’Assemblea nazionale del popolo e della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, tutt’ora  in corso.

L’eroe che si era battuto contro la criminalità, vicesindaco di Chongqing aveva cercato asilo politico nel consolato statunitense lo scorso 6 febbraio.
La fonte di Chongqing ha anche aggiunto che Wang era coinvolto in una serie di crimini, tra cui corruzione e degenerazione morale.

In un’intervista alla Phoenix Television di Hong Kong, mandata in onda lunedì, il sindaco di Chongqing Huang Qifan ha dichiarato che Wang Lijun era stato portato via dal Ministero della sicurezza statale e che lo stesso Huang lo aveva avvertito che ci sarebbe stata una crisi diplomatica se Wang fosse rimasto nel consolato troppo a lungo.

L’analista politico di Pechino Chen Zimin ha commentato che se è vero che il Governo centrale ha bollato Wang come traditore, si metterà male per i funzionari più alti in grado di Chongqing.

Le accuse contro Wang sono politicamente molto più severe se viene chiamato traditore piuttosto che malato mentale” ha aggiunto Chen, aggiungendo che se quello che prima era il braccio destro del capo di partito di Chongqing Bo Xilai ha tradito, questo si rifletterà in maniera negativa su di lui.

Dall’altra parte, sempre nell’analisi di Chen, se nelle largamente anticipate dichiarazioni non è stato fatto cenno all’abuso di “estorzione delle prove con la forza” quando Wang era a capo della polizia, signidica che il governo centrale non vuole criticare la campagna contro la mafia di Bo, in cui si pensa che si sia stata fatta largo uso della tortura per ottenere le prove.

Il maxi processo messo su dal capo di partito di Chongqing con nostalgie maoiste e dal sue eroico capo della polizzia ha numeri da capogiro: 9 mila le persone indagate, 50 funzionari pubblici coinvolti, crimini che vanno dal gioco d’azzardo, all’impresa illegale, riciclaggio, narcotraffico, rapine, violenze, estrazioni minerarie illegali, scioperi coatti, minacce, omicidi (perfino di un uomo reo di essere stonato, in una serata al karaoke).

Gli osservatori politici dicono che le possibilità che Bo Xilai venga promosso quest’autunno sono adesso poche, anche se fino a poco tempo fa era sulla via di essere nominato all’interno dell’ufficio che prende le decisioni all’interno del Partito, il comitato permanente del Politburo.

Bo Xilai poteva aspirarci per per due motivi: perché ha dissotterrato dalla memoria cinese la nostalgia maoista sotto forma di canzoni e messaggi di propaganda spediti via sms, insieme alla rieducazione dei giovani nelle campagne (tanto da guadagnarsi l’appellativo di “nuovo Mao”) e per la sua furiosa lotta contro la mafia.

Al momento la sua carriera dipende dal futuro di Waang Lijun che invece di prendersi la famosa "vacanza terapeutica" è ancora a Chengdu dove, secondo quanto riferito da un portavoce della municipalità di Chongqing a  Cqnews.net, un portale web affiliato al dipartimento di propaganda della stessa municipalità, si è precipitato  il sindaco Huang assieme a due funzionari anziani della municipalità per parlargli.