Il giorno in cui Li Keqiang è andato a Hong Kong

In by Simone

L’ombra della protesta sulla visita di Li Keqiang a Hong Kong, tra telecamere bloccate, studenti fermati e la reazione della società civile di Hong Kong La linea di confine tra Hong Kong e la Cina è ancora ben marcate, almeno nella società civile. Nel 1989, appena dopo gli eventi di piazza Tian’anmen, si riversarono a protestare per le strade circa centocinquantamila persone. A ventidue anni di distanza la veglia per gli stessi martiri ne raduna ancora altrettante: marciano ordinati con le candele in mano, riempiono l’intero Victoria Park e le strade attorno, paralizzando l’intera Causeway Bay. La libertà di stampa e di espressione, a Hong Kong, è qualcosa cui la parte politicamente attiva della popolazione tiene molto.

Li Keqiang, vice presidente della Repubblica Popolare Cinese e probabile prossimo premier, è arrivato a Hong Kong per una visita ufficiale a metà agosto. Mentre visitava un centro per anziani, un cittadino di Hong Kong è stato allontanato dalla polizia con la forza e illegalmente trattenuto poiché indossava una maglietta inneggiante ai martiri di piazza Tian’anmen. Secondo la sua testimonianza non stava protestando: abita vicino al centro anziani ed era uscito di casa con i figli per farli giocare. Dopo aver notato la folla riunitasi per la visita di Li Keqiang, i bambini si sono avvicinati e il padre li ha seguiti.

Fatto ritenuto ancora più grave: la polizia è anche intervenuta, mano sulla telecamera, per fermare un reporter che stava filmando. La versione ufficiale dell’incidente con il giornalista fornita da Andy Tsang Wai-hung, capo della polizia di Hong Kong, è la seguente: un poliziotto, avendo visto un’ombra avvicinarsi con la coda dell’occhio, ha mosso un braccio con un gesto istintivo. Ed il braccio è rimasto accidentalmente agganciato alla telecamera del reporter. Quando Li Keqiang ha visitato la Hong Kong University, alcuni studenti che volevano protestare sono stati condotti e trattenuti contro il proprio volere in un sottoscala per oltre un’ora.

È stato inoltre impedito loro di manifestare dissenso durante il discorso ufficiale. Le reazioni agli abusi di potere della polizia si sono fatti sentire. Non solo i fatti contestati hanno conquistato il loro spazio nei telegiornali, ma sabato 3 settembre si è tenuta una manifestazione intitolata: "Sbattiamo fuori l’ombra della tirannia! Rivendichiamo la libertà per i cittadini di Hong Kong!". L’ombra della tirannia alla quale si fa riferimento, ovviamente, è una satira esplicita delle dichiarazioni di Andy Tsang Wai-hung. L’opinione pubblica considera la sua ricostruzione dei fatti una ridicola farsa. Si vede nelle azioni della polizia e nel tentativo di giustificarle ad oltranza un attacco diretto alla politica della "Una nazione, due sistemi", introdotta da Deng Xiaoping, che da sempre ha marcato una linea tra la Cina continentale ed Hong Kong.

Molte le proteste e le lettere di condanna anche per gli studenti arrestati. In una comunicazione ufficiale della Società degli studenti della Hong Kong University of Science and Technology, si legge: "Condanniamo con enfasi le azioni illegali intraprese dalla polizia nel tentativo di distruggere la libertà di parola tramite il loro abuso di potere" e "se il nostro diritto costituzionale di esprimerci liberamente non è rispettato, che ne sarà di Hong Kong?". Simili dichiarazioni hanno fatto eco dalle associazioni studentesche delle altre università. In una recente intervista, la bambina del cittadino trattenuto dalla polizia per via della sua maglietta si chiedeva "Non capisco perché hanno arrestato mio padre. Non può vestirsi come vuole?".