Il compagno Han, provocatore moderato

In by Simone

Han Han, il celebre blogger (ma anche scrittore,  pilota di rally e sex symbol) ha scritto due articoli: uno sulla democrazia e uno sulla libertà. Per la prima volta sostiene “un graduale avvicendamento politico” contro una rivoluzione democratica che vedrebbe la fine del Partito comunista. L’apprezzamento del Global Times.
Han Han è una figura di spicco pubblico in Cina, ha uno dei blog più letti, ha coltivato per un decennio circa l’immagine da personaggio ribelle attraverso articoli, libri e riviste che hanno sempre usato l’umorismo per criticare, anche in modo pesante, le autorità cinesi.

Ha pubblicato libri, aveva anche fondato una rivista aperta e poi chiusa dalla censura e nel 2010 dal Time è stato considerato uno dei blogger più influenti del pianeta. In Cina, specie tra i giovani, è conosciuto e viene considerato un importante opinion leader.

Han Han, 29 anni, e spesso è stato considerato “ambiguo” nelle sue critiche anche pesanti, ma mai veramente radicali.

Pur essendo sempre stato molto diretto nelle sue critiche al governo sul suo blog, subendo anche censure, non ha mai avuto grandi problemi con la polizia, sapendosi sempre muovere a proprio agio sul filo pericoloso del rapporto con il Partito.

Negli ultimi due pezzi pubblicati sul suo blog, però, il suo approccio sembra andare in una direzione di moderazione mai vista prima.

I due post intitolati “Sulla rivoluzione” e “Sulla libertà” esprimono infatti una posizione più moderata sul cambiamento politico rispetto a posizioni radicali che sono state spesso evidenziate anche dalla comunità cinese che ha fatto di Han Han un punto di riferimento intellettuale.
 
Quando l’organizzazione del Partito raggiunge una certa dimensione, esso diventa il popolo stesso”, ha scritto Han Han nel saggio sulla democrazia. “Quindi – ha proseguito – il problema non ha a che fare con il Partito comunista. Il Partito comunista è solo un nome. Il sistema è solo un nome. Se si cambia la gente, tutto cambia”.

Mentre da un lato Han Han ha chiesto al governo cinese di bloccare l’immensa opera di censura che ogni giorno si prodiga a creare, in realtà nel suo saggio ha scritto che “il partito di governo può marciare coraggiosamente in avanti e diventare immortale negli annali della storia che essi stessi scrivono”.

La rivoluzione – inoltre – non sarebbe la risposta giusta, secondo il noto blogger di Shanghai: “la democrazia perfetta non esisterà mai in Cina. Possiamo solo migliorare, un piccolo passo alla volta. La riforma è la migliore risposta”.

Secondo Zhan Jing, aka Michael Anti, altro blogger noto per le sue posizioni liberali, gli scritti di Han Han sarebbero un “annuncio di lealtà al governo”.

La risposta più secca ai due “discorsi” di Han Han arrivano però da Ai Weiwei, artista e attivista che invece ha mantenuto un approccio più radicale: “il tono è troppo ortodosso e la sua posizione è troppo vicina a quella delle autorità”, ha scritto sul suo blog, “la sua scrittura manca di un discorso onesto e risulta troppo arrendevole, quasi adulatorio. Sembra che si sia arreso volontariamente, sarebbe un buon pezzo per il Global Times”.

E proprio da un editor del quotidiano iper nazionalista cinese è arrivata una reazione entusiastica alle parole di Han Han. Il commento sul blog di Hu Xijin, editor del giornale è stata chiara: “le parole di Han Han costituiscono una verità che raramente si sente oggi in Cina”.

[Scritto per Lettera43; foto credit: asiapacificwatch.wordpress.com]