Per la seconda volta in quattro mesi Kim Jong-il si è recato in visita in Cina. E ha così evitato di incontrare l’ex presidente statunitense, Jimmy Carter, a Pyongyang per trattare il rilascio di un cittadino americano condannato ai lavori forzati. Secondo quanto riferito dall’agenzia sudcoreana ‘Yonhap’, il treno speciale del ‘Caro leader’ avrebbe varcato il confine con la Repubblica popolare intorno alla mezzanotte. A bordo ci sarebbe anche il quartogenito del dittatore, Kim Jong-un, possibile successore del padre al vertice del regime come presidente della della potente Commissione nazionale di Difesa nordcoreana. Sebbene sia morto nel 1994 ufficialmente il capo dello Stato è ancora Kim Il -sung, fondatore della Repubblica democratica di Corea e padre del Caro Leader.
Come già successo per la visita di cinque giorni a maggio, anche questo viaggio del leader nordcoreano è avvolto nel mistero. Pechino non ha ancora smentito o confermato la notizia, data per certa da Seul. Ma è abitudine sia del governo cinese sia nordcoreano riferire dei viaggi del dittatore a visita ormai avvenuta.
Tuttavia è di oggi un editoriale del quotidiano ‘Global Times’, legato al Partito comunista cinese, in cui si sottolinea l’importanza di una “successione tranquilla” al vertice del ‘Regno eremita’. Il cambio al potere “arriverà presto”, si legge, e la Cina “dovrà sforzarsi di garantire la pace nella Penisola coreana e tutelare i propri interessi”. In dubbio anche la tappa finale del viaggio di Kim, che questa volta potrebbe non essere Pechino. Per raggiungere la capitale cinese il convoglio presidenziale percorre normalmente la tratta nordoccidentale e attraversa la città di Dandong. Contro ogni previsione il treno di Kim segue invece la tratta nordorientale. Ma come ha detto un funzionario sudcoreano, la deviazione potrebbe essere l’effetto delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno colpito la regione al confine tra i due Paesi. Confermata invece da insegnati e studenti la visita di venti minuti alla scuola media Yuwen a Jilin, dove tra il 1927 e il 1930 studiò suo padre.
C’è incertezza anche sul perché della visita. Con scambi pari a circa 2 miliardi di dollari la Cina è il principale partner commerciale della Corea del Nord, il cui prodotto interno lordo, secondo le stime del governo americano, è stimato intorno ai 21 miliardi di euro. Nuovi aiuti economici a Pyongyang potrebbero essere i temi in agenda. Oltre alla ripresa dei colloqui a sei sul nucleare -tra Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone, Corea del sud e Corea del nord- che il regime di Kim diserta dall’aprile 2009.
Ma la presenza di Kim Jong-un e l’avvicinarsi della prima riunione dal 1966 del Partito dei lavoratori nordcoreano apre anche il tema della successione. Di fatto in Corea del Nord vige un sistema repubblicano dinastico. E come ha spiegato il professor Shi Yinhong dell’Università del popolo di Pechino al Los Angeles Times: “per imporre il figlio come suo successore, Kim ha bisogno del sostegno della Cina”.
[Anche su NTNN] [Foto: Giladr]