I Diari di Bollophur – Uomini e donne televisive

In by Simone

Siamo ufficialmente abitanti del villaggio di Bollophur, periferia di Santiniketan, periferia di Bolpur, a tre ore da Calcutta, Bengala Occidentale. Questi sono i nostri diari.
Da quasi un mese abbiamo messo la televisione in casa e siamo quindi entrati nel magico mondo della divulgazione di massa indiana.

I canali di cinema in inglese trasmettono quasi esclusivamente film d’azione. Oggi ad esempio, domenica, per la serie Bang Bang! un canale trasmette dalle 7:30 di mattino fino a notte fonda solo pellicole in cui si danno le mazzate.
Titoli come Kickboxer III – The art of War, Wanted (un giovane impiegato viene addestrato per diventare un superkiller che riesce a sparare pallottole che curvano di traiettoria tipo le punizioni in Muppet vs Newteam), Chronicles of Riddick, Tekken.

C’è violenza, ci sono ossa rotte, c’è sangue, ma le scene più cruente vengono tagliate in un modo brutale. Ragion per cui i suddetti film, nelle scene d’azione, sembrano quasi dei video in stop motion. 
L’India ripudia la violenza.

C’è un sacco di pubblicità, dove i testimonial sono divisi in due categorie.
Gli attori di Bollywood – Shahrukh Khan, John Abraham, Kareena Kapoor e Priyanka Chopra su tutti – che si destreggiano tra gioielli, motociclette, vernici per la casa, prodotti per il corpo, dentifrici, telefoni.
E poi gli onnipresenti eroi della nazionale di cricket indiana, che vivono in simbiosi con la loro divisa: ci dormono, ci vanno in bagno, ci prendono il gelato in giro, ci telefonano seduti nella vasca da bagno. Tutto.

Altro indice dell’importanza del cricket in India: il mese scorso Sachin Tendulkar, probabilmente il più grande giocatore di cricket indiano di sempre e molto vicino al ritiro, è stato chiamato dalla presidente della repubblica Patel ad occupare un seggio alla Rajya Sabha, la camera alta del parlamento indiano.
E’ come se domani Napolitano chiamasse Totti e lo nominasse al senato. Come reagiremmo noi in Italia (fan della Roma esclusi)?

Qui nessuno sembra aver protestato, anzi! Su Firstpost si può scaricare un e-book intitolato “Indian politics doomed? Can Sachin save us?”.

Tornando agli spot tv: cosa si pubblicizza di più?
Motociclette – con tutto il repertorio di canottiere, muscoli e Ray Ban – telefoni cellulari e macchine fotografiche compatte, condizionatori, automobili.

L’uomo indiano della tv è un duro, muscoloso, abbastanza rozzo, ama i motori e proietta l’apoteosi della sua immagine sexy se a cavallo di una moto.
E’ un Lorenzo Lamas abbronzato, coi capelli corti e che parla pronunciando dentali e retroflesse.

E poi i prodottini sbiancanti.
Fantastici. Sembra che la donna indiana non abbia altro sogno che diventare “fair and beautiful”.

Creme solari, bagnoschiuma, deodoranti: ogni prodotto diventa fondamentale se aiuta a schiarire la pelle, sia per uomini che per donne. In India bianco = bello, e vaglielo a spiegare a metà della popolazione del sud che nasce con una pelle quasi africana.

Una pubblicità mostra un deodorante sbiancante, incoraggiando le donne indiane a non aver paura a mostrare le proprie ascelle in pubblico, “alzate le mani”, non per via dei peli, ma perché là sotto la pelle è un po’ più scura.
Lo spot finisce con tre amiche vestite di bianco che ridono e si abbracciano salutando la telecamera, mostrando con orgoglio la loro immacolata cavità ascellare.

Le donne, nelle pubblicità, passeggiano tranquillamente scollate con vestitini leggeri di cotone lungo i viali di Mumbai, protette da una bolla di un prodottino che respinge i raggi del sole e ti fa sbiancare a livelli cadaverici, incrociando donne un po’ più scure intabarrate sotto strati di vestiti e veli, grondanti di sudore.

Il divario siderale tra la fiction della tv e la realtà lo si può riassumere con un episodio capitato ad un’amica.

Sono le otto di sera, a Santiniketan fa già buio, e l’amica sta tornando a casa a piedi. Le strade sono poco illuminate ma Santiniketan è un’isola felice e progressista, un posto molto tranquillo, si lasciano le porte aperte e di giorno molte ragazze girano senza problemi con magliettine e jeans.

Da dietro un non meglio identificato giovinastro, in sella alla sua bici – una motocicletta in potenza – sfreccia vicino all’amica, le palpa in corsa una tetta, e scappa.

A casa lo aspetta una tv piena di film d’azione censurati e di donne che passeggiano libere, orgogliose di mettere in mostra la loro pelle bianca.