Giornata mondiale contro l’aids: le volontarie silenziose di Aizhixing

In by Simone

Nel distretto di Haidan a Pechino un numero di casalinghe cinesi svolge un lavoro silenzioso e costante nel tempo. Avevano anche un piccolo negozio in un hotel della zona, ma hanno dovuto chiudere. Certe cose in Cina sono ancora off limits. Si tratta dell’organizzazione Beijing Aizhixing: le sue donne, energiche e determinate fanno attività di sensibilizzazione sull’aids nei quartieri di Pechino più a rischio. Oggi hanno esposto uno striscione che recitava: opporsi ad ogni violenza contro le donne. Alcuni passanti si fermano, sorridono, altri fanno domande. Più in generale sull’argomento l’informazione non è tanta in Cina. L’aids fa le sue vittime anche a causa della mancanza di prevenzione e di educazione sessuale. Solo da poco la Cina ha aperto le sue frontiere a chi è malato di aids.

La signora Wu è una delle donne che alimenta il lavoro dell’associazione. «Molti hanno sentito parlare della malattia, dice, ma non tutti capiscono che li coinvolge direttamente. L’altro problema è che le persone non sono fiduciose nei centri di testing, perché l’atteggiamento del personale medico a volte è spiacevole, non mette a proprio agio chi decide di andare a fare il test. Tuttavia, ogni distretto della capitale ha un suo centro».
La zona nella quale erano presenti oggi, il nord ovest pechinese, ospita anche un gran numero di negozi da parrucchiere, luoghi dove il più delle volte alcune ragazze vendono sesso. Gli yellow store aumentano in prossimità dei cantieri di lavoro: i lavoratori migranti sono tra i più assidui frequentatori di questi posti. «Anche le prostitute qui intorno vogliono conoscere i rischi di prendere AIDS e non importa quanto il cliente è disposto a pagare, sanno che devono proteggere se stesse», dice una volontaria.

La signora Wu ha provato anche a trovare qualche sponsor, come ad esempio una società cinese di profilattici femminili: «abbiamo detto alle prostitute che i clienti non hanno bisogno di sapere, basta metterselo e tutti sono protetti».

Un lavoro sfiancante: «Siamo costretti a tornare più volte a spiegare le cose più volte. C’è così tanto da fare». Poi si arrotolano gli striscioni, si ripongono i volantini e i depliant illustrativi. E si va via come si era arrivati. In silenzio.

[foto di Natalia Tobòn tobòn]

[Gallery fotografica del primo dicembre]