Giappone – Fukushima, SOS di Abe

In by Gabriele Battaglia

Il premier Shinzo Abe apre “alle più avanzate conoscenze” provenienti dall’estero per contenere il problema della radioattività e dell’acqua contaminata. Se qualcosa dovesse andare storto, i piani di ripresa da qui al 2020, quando Tokyo ospiterà le Olimpiadi, potrebbero essere compromessi. Suona come una mezza resa la frase del premier giapponese Shinzo Abe a un convegno internazionale sull’energia e l’ambiente domenica scorsa a Kyoto: “Abbiamo bisogno della vostra conoscenza e della vostra esperienza”

Dopo che la scorsa settimana è stata rivelata una nuova perdita di acqua contaminata dalle cisterne di stoccaggio della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, il primo ministro giapponese ha dato la sua piena disponibilità ad aprire “alle più avanzate conoscenze” provenienti da fuori i confini nazionali per contenere il problema. È la prima volta che su Fukushima il Giappone lancia un SOS ufficiale alla comunità internazionale: ora anche il primo ministro sembra ammettere fra le righe che a Fukushima non tutto è sotto controllo.

Giovedì 3 ottobre è arrivato l’annuncio di Tepco: altra acqua ad alta concentrazione di materiali radioattivi (200mila becquerel per litro, secondo le stime della stessa Tepco), usata per tenere sotto controllo la temperatura nei reattori della centrale, sarebbe finita in mare. Dietro la nuova debacle dell’azienda elettrica di Tokyo, ci sarebbe stato il maltempo che negli ultimi giorni ha investito il Giappone: la troppa acqua piovana accumulatasi tra le barriere dove si trovano le cisterne avrebbe costretto gli operatori a pompare nelle cisterne più acqua di quanta ne potessero contenere. Dunque, un grossolano errore di valutazione.

Errore che si è ripetuto a distanza di nemmeno una settimana, quando la Tepco ha dichiarato in conferenza stampa che sei lavoratori sono stati esposti direttamente a una nuova perdita di acqua usata per il raffreddamento dei reattori. Secondo i resoconti dell’azienda elettrica di Tokyo, uno degli operatori avrebbe staccato erroneamente un tubo da un impianto in cui l’acqua contenente isotopi radioattivi viene depurata prima di essere stoccata nelle cisterne.

E l’opinione pubblica appare sempre più preoccupata e sfiduciata. A dare voce alla frustrazione della popolazione della prefettura di Fukushima è stato il governatore della prefettura Yuhei Sato. “Il presidente [di Tepco] Hirose aveva garantito che avrebbe impiegato tutte le risorse a disposizione della sua azienda per fermare le fuoriuscite di acqua contaminata. Dubito seriamente che rispetterà la parola data. La gestione della questione è stata superficiale e insoddisfacente”.

Accuse amplificate appena qualche giorno prima da Shunichi Tanaka, presidente della Nuclear Regulation Authority, la commissione di valutazione degli standard di sicurezza degli impianti nucleari giapponesi: “È unicamente l’operatore – quindi Tepco – a doversi assumere la responsabilità della messa in sicurezza dell’impianto”. Intanto, rivela l’agenzia di stampa Jiji, sarebbe allo studio del governo un piano per la divisione di Tepco in due entità: una gestirà Fukushima, l’altra porterà avanti l’amministrazione dell’azienda.

È proprio a Fukushima che Abe si gioca la propria credibilità. Se qualcosa dovesse andare storto, i piani di ripresa da qui al 2020, quando Tokyo ospiterà per la seconda volta nella sua storia le Olimpiadi, potrebbero essere compromessi. E allora ad Abe non resta che giocarsi anche la carta dell’aiuto dall’estero.

Anche perché negli ultimi giorni sui media nipponici le critiche al premier si sono moltiplicate. In particolare, rispetto alle rassicurazioni date dal premier al Cio e a tutta la comunità internazionale. Affermazioni in aperta contraddizione con quanto titolato dai giornali giapponesi appena due settimane prima. Il 20 agosto, infatti, Tepco aveva rivelato una fuoriuscita di almeno trecento tonnellate di acqua contaminata, passata inosservata per mesi.

In molti quindi oggi si interrogano sulla “bugia” di Abe. “Per quanto si siano volute a tutti i costi le Olimpiadi – scriveva giorni fa il settimanale Shukan Kinyobi com’è possibile che nessuno abbia capito che mentire davanti alla comunità internazionale non farà che diminuire la fiducia nei confronti Giappone?”

[Scritto per ilfattoquotidiano.it; foto credits: wunderground.com]