Giappone – Aum, un nuovo capitolo

In by Gabriele Battaglia

“Aum, ancora una volta”. Così attaccava qualche giorno fa un articolo apparso su un quotidiano giapponese. E non a caso. Dopo il processo a 189 e la condanna a morte di 13 membri, tra cui il leader spirituale, Shoko Asahara, la vicenda si arricchisce un nuovo capitolo: Makoto Hirata, ex guardia del corpo del guru dovrà rispondere del rapimento di un avvocato nel febbraio 1995. E l’attenzione del pubblico è alle stelle. Aum ritorna sempre. La setta religiosa che negli anni novanta ha terrorizzato il Giappone con due attacchi al gas sarin, Aum, ribattezzata nel 2000 Aleph ma tuttora attiva e in crescita secondo a quanto emerge dalle indagini della polizia, ritorna in questi giorni sulle pagine dei giornali giapponesi. 

È iniziato ieri il processo a Makoto Hirata, ex quadro della setta, indagato per il rapimento la morte di un avvocato 68enne nel febbraio 1995. Kiyoshi Kariya, questo il nome dell’uomo, era stato rapito dalla setta nel tentativo di rintracciare la sorella, fuggita dalla setta dopo aver ricevuto pressioni per “donare” ad Aum beni immobili per oltre 270 milioni di yen  (poco più di 1,9 milioni di euro).

Durante l’udienza di ieri Hirata ha chiesto scusa alla famiglia di Kariya per i dolori causati nei giorni del rapimento del congiunto, affermando però la sua estraneità alla morte dell’uomo e confermando di avere avuto un ruolo solo nel rapimento. Secondo le ricostruzioni, Kariya è morto in seguito a una inizione letale di anestetici, dopo essere stato interrogato e torturato. Il cadavere sarebbe poi stato bruciato e le ceneri gettate in un lago.

Uno dei figli della vittima, Minoru, era presente in aula. “Voglio solo ascoltare la verità”, ha spiegato alla stampa all’uscita dal tribunale. In un’intervista allo Asahi Shimbun, Minoru ha aggiunto: “Vorrei semplicemente che si facesse chiarezza sul perché mio padre ha dovuto morire”.
Hirata non è stato accusato dell’omicidio dell’avvocato e di fatto si è detto estraneo alla vicenda; tuttavia ha confermato il suo ruolo nel rapimento: una posizione confermata anche dalle testimonianze di altri membri della setta raccolte prima del processo.

Sono passati poco più di due anni dal 31 dicembre 2011, quando Hirata, dopo 17 anni di latitanza, fece capolino alla stazione di polizia di Marunouchi a Tokyo per consegnarsi alla giustizia.
Fino a ieri, giorno della prima sessione di udienze, infatti Hirata era uno degli ultimi leader di Aum a non essere ancora stato processato a quasi vent’anni dall’attentato al gas sarin nella metropolitana di Tokyo del marzo 1995. Secondo una testimone ed ex adepta Aum ascoltata oggi in aula, prima di sparire, Hirata si era rivolto a lei chiedendole 10 milioni di yen (poco più 70 mila euro) per prepararsi alla fuga.

Dal 2011, comunque, Hirata è diventato un personaggio chiave nelle indagini sulla Aum: a pochi mesi di distanza, la polizia è riuscita a rintracciare e catturare altri due fuggitivi della setta, Naoko Kikuchi e Katsuya Takahashi.
A differenza di questi ultimi, però, l’imputato non prese parte all’attentato che portò il nome di Aum al centro dell’attenzione internazionale.

Entrato a poco più di vent’anni nella setta religiosa, per le sue abilità di karate fu assoldato come guardia personale del leader spirituale della setta, ora in attesa dell’esecuzione della condanna a morte, Shoko Asahara. Descritto dai suoi avvocati durante il processo come un giovane “puro”, avvicinatosi al culto Aum come reazione al clima sociale venutosi a creare nel Giappone della bolla economica dei primi anni Novanta, Hirata rischia, se dichiarato colpevole, la pena di morte.

Di certo l’attenzione del pubblico giapponese è tutta puntata sul nuovo capitolo della vicenda che ha segnato con il terremoto di Kobe, nel centro-sud dell’isola di Honshu, e lo scoppio della bolla speculativa l’ultimo decennio del secolo scorso nel Paese arcipelago: oltre mille persone erano in fila ieri mattina davanti al tribunale per accaparrarsi i 56 posti disponibili per il pubblico e assistere all’udienza.

[Foto credits: ajw.asahi.com]