Coree – Ricongiungimenti, a fine febbraio gli incontri

In by Gabriele Battaglia

Un primo segnale di distensione tra le due Coree. Seul e Pyongyang hanno trovato l’accordo sui ricongiungimenti delle famiglie divise nel periodo del conflitto degli anni Cinquanta. Il Nord sembra però innervosito dalle esercitazioni congiunte Seul-Washington. E la tensione potrebbe risalire da un momento all’altro. Le due Coree hanno trovato un’intesa sul ricongiungimento delle famiglie divise dalla guerra degli anni Cinquanta. I colloqui, i primi da ottobre 2010, si terranno tra il 20 e il 25 febbraio. Salvo imprevisti. Già lo scorso settembre gli incontri tra 100 famiglie erano saltati per contrasti sulla priorità da dare ai colloqui sulla riapertura del complesso turistico congiunto del monte Kumgang, una delle principali fonti d’entrata per le casse nordcoreane, scelto proprio per tenere i colloqui a fine mese.

Sugli incontri pesa tuttavia l’incognita delle esercitazioni congiunte tra sudcoreani e statunitensi, che il Nord non esita a presentare come un addestramento per una futura invasione. Il rischio è che Pyongyang faccia nuovamente saltare il tavolo. Non si farà alcuna riunione in mezzo alle sparatorie, è il messaggio che il Nord ha inviato a Seul e Washington.

Nelle scorse settimane, al riguardo, i diplomatici nordcoreani hanno in più sedi cercato di dissuadere con toni più o meno duri gli Usa e la Corea del Sud dal portare avanti le manovre militari. L’ultimo intervento in ordine di tempo è stato ieri quello del rappresentante di Pyongyang a Mosca, Kim Yong Jae, che, a colloquio con l’agenzia Interfax, ha esortato a mettere un freno a “ogni atto militare ostile e manovre di mare e aria lungo la linea di demarcazione”, aggiungendo che, considerata la situazione nelle penisola coreana, un incidente potrebbe degenerare in conflitto.

“Le esercitazioni si svolgono ogni anno. Per quanto la questione dei ricongiungimenti ci interessi, non sono in discussione”, ha detto un funzionario sudcoreano all’agenzia Reuters.

Milioni di coreani furono separati dai propri famigliari durante i tre anni di conflitto tra il 1950 e il 1953. Gli incontri sono un tema sensibile nel rapporto tra le Coree, scrive l’agenzia Yonhap. Sono decine di migliaia i sudcoreani, molti dei quali oltre gli ottant’anni, che attendono l’occasione di rivedere i proprio familiari, anche se soltanto per incontri brevi e irregolari, i primi dei quali risalgono al 1985.

L’intesa per il ricongiungimento arriva in un periodo in cui i nordcoreani hanno lanciato segnali di distensione verso il Sud, dopo un anno di contrasti e tensioni per il terzo test nucleare condotto a febbraio dello scorso anno e dopo l’epurazione e l’esecuzione a dicembre del numero due del regime Jang Song Thaek e della sua cerchia. Una situazione che, scrive Reuters, ha reso ancora più difficile capire le intenzioni reali dei nordcoreani e della leadership del giovane Kim Jong Un.

Se gli incontri dovessero andare bene potrebbero aprire la strada ad altre questioni. Le due parti sono d’accordo, o almeno così sembrerebbe, a provare a risolvere altri punti di frizione. Un riferimento, secondo la Yonhap, alla sorte dei sudcoreani imprigionati durante la guerra o sequestrati negli anni dal Nord. “Faremo del meglio per iniziare l’anno nuovo con il piede giusto nei rapporti tra Sud e Nord”, ha detto Lee Duk-haeng, a capo delle delegazione di Seul, in una dichiarazione prima dell’inizio dei colloqui con la controparte. Se poi alla annunciata politica della fiducia, seguiranno altri passi concreti o rimarrà soltanto sulla carta, si vedrà nelle prossime settimane.

[Foto credits: lifestyle.inquirer.net]