Corea del Sud – Traduzione di cablogrammi

In by Simone

Che effetto ha avuto il fenomeno WikiLeaks sulla società sudcoreana? Sicuramente quello di spingere all’apertura di un portale per la traduzione in coreano dei cablogrammi riservati. Un’iniziativa quasi contemporanea con il contestato accordo di libero scambio tra Washington e Seul. Wikileaks unito alle rivendicazioni degli indignati.Ossia, rendere accessibili al 99 per cento dei sudcoreani i segreti delle relazioni tra Seul e Washington, altrimenti in mano soltanto all’uno per cento della popolazione che ha a disposizione informazioni riservate.

L’idea di aprire un portale dove pubblicare, tradotti in coreano, i cablogrammi della diplomazia statunitense in Corea del Sud, è stata di uno studente ventiseienne, Lee Dong yun.

Ho iniziato per verificare le notizie pubblicate sui quotidiani. Volevo capire se nei cablogrammi c’era veramente quanto riportato sulla stampa”, ha detto all’Hankyoreh, “Mi aveva colpito soprattutto l’atteggiamento fin troppo accomodante del presidente Lee Myung-bak verso gli Stati Uniti e il Giappone”.

Dalla fine di settembre il progetto ha già attratto 180 traduttori. In molti, spiega Lee, sono interessati a capire a fondo la natura delle relazioni tra i due governi. Sebbene molti parlino bene l’inglese per aver passato periodi di studio all’estero, nessuno è però un traduttore professionista.

Per evitare errori i testi sono corretti online, permettendo a quanti aderiscono al progetto di commentare i lavori e segnalare eventuali errori. Le riunioni del gruppo sono anche un’opportunità per discutere di politica ed economia.

A dominare gli incontri è l’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Una priorità per il governo conservatore, da ratificare il prima possibile, nonostante la contrarietà delle opposizioni guidate dal Partito democratico, che vorrebbe una rinegoziazione del documento perché troppo sbilanciato a favore di Washington, tanto da costare al ministro del Commercio, Kim Jong-hoon, l’appellativo di traditore.

Secondo i democratici e le migliaia di contadini, sindacalisti e comuni cittadini scesi in piazza per protestare, l’intesa trasformerebbe il Paese in una “colonia statunitense”. A niente è servito al governo ricordare con un video dal sapore di propaganda che il negoziato fu avviato nel 2006 del defunto presidente democratico Roh Moo-hyun.

Per le opposizioni l’accordo tradisce lo spirito e i contenuti di quello voluto dalla passata amministrazione. Il 13 ottobre l’accordo è stato comunque approvato dal Congresso americano, giusto in tempo per l’arrivo di Lee Myung.bak negli States per una visita ufficiale durante la quale gli sono stati tributati tutti gli onori. Al punto che la stampa Usa ha ironizzato sull’arrivo del “nuovo miglior amico” di Obama in Asia.

Un’alleanza rimarcata dalla nella visita a Seul del segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, e che si concretizzerà il prossimo anno con l’acquisto di armamenti “made in Usa” per un valore di 397 miliardi di dollari.

L’immagine di buon amico degli statunitensi, emerge dai cablogrammi tradotti, è gradita e propagandata del leader coreano. In patria la popolarità di Lee e del suo Grande partito nazionale (Gnp) è però in caduta come prova l’elezione a sindaco di Seul dell’attivista per i diritti civili, Park Won-soon, liberale, di sinistra,contrario alla presenza militare Usa in Corea e fiero oppositore del presidente.