Corea del Nord – Pyongyang lancia la sfida nucleare

In by Simone

Il regime nordcoreano reagisce duramente alla risoluzione di condanna dell’Onu contro il lancio di un razzo a lungo raggio avvenuto lo scorso dicembre. Pyongyang minaccia nuovi test misssilistici con obiettivo gli Stati Uniti e la volontà di condurre un terzo test nucleare. La minaccia doveva arrivare ed è arrivata. La Corea del Nord è pronta a un terzo test nucleare e a test missilistici il cui bersaglio saranno gli Stati Uniti. Il governo di Washington, si legge nel comunicato della Commissione nazionale di difesa, il più alto organismo militare e di fatto il cuore del potere nordcoreano, è considerato l’eminenza grigia dietro la condanna delle Nazioni Unite del lancio di un razzo a lungo raggio lo scorso dicembre e dell’ampliamento della lista di istituzioni e funzionari del regime colpite da sanzioni, tra cui l’agenzia spaziale.

La critica sembra non risparmiare neanche Cina e Russia, ossia quei “grandi Paesi che hanno abdicato ai loro principi sotto l’influenza statunitense” e hanno approvato la risoluzione di condanna che non esclude “significative azioni” nell’eventualità di nuove provocazioni. Analisti leggono la frase come una pietra messa sulla ripresa dei colloqui a sei sulla denuclearizzazione, in stallo dal 2008 dopo che già ieri il comunicato del ministero degli Esteri di Pyongyang aveva dichiarato saltato il dialogo.

La sequenza degli eventi sembra ripetere quando già successo nel 2006 e nel 2009. Prima ci fu un test missilistico, l’unica differenza in questo caso è il successo di quello del 12 dicembre. La comunità internazionale reagì con condanne e sanzioni. Pyongyang rispose conducendo test nucleari.

Già all’indomani del lancio del mese scorso iniziarono a circolare le voci sul rischio di nuove provocazioni atomiche. I servizi di intelligence sia a Washington sia a Seul stanno monitorando la situazione. Foto satellitari mostrano attività nei siti dove sono condotti i test e sulla propaganda nordcoreana non sono mancati riferimenti al deterrente nucleare.

Notizie sui preparativi di un terzo test erano apparse a metà gennaio anche sulla stampa cinese con fonte i servizi sudcoreani. Se avesse luogo, si tratterebbe del primo test sotto il comando del giovane leader Kim Jong-un succeduto alla guida del regime un anno fa per la morte del padre Kim Jong-il.

Il test potrebbe essere anche il primo condotto usando uranio arricchito e non come nei due precedenti casi plutonio. Nel 2010 il regime svelo al mondo circa 2000 nuove centrifughe e ha definito pacifico il programma allo scopo di produrre uranio a basso arricchimento.

La Corea del Nord ha sempre rimarcato il carattere scientifico del lancio di dicembre con cui ha posto in orbita un satellite. Per la comunità internazionale si tratta invece di una violazione delle risoluzioni che vietano al regime test missilistici. Secondo le analisi dei tecnici sudcoreani le componenti del vettore erano in gran parte costruite nello stesso Paese eremita. Il razzo teoricamente avrebbe potuto raggiungere gli Usa, ma sul piano della deterrenza nucleare Pyongyang mancherebbe ancora della tecnologia per fabbricare una testata.

Spetta alla Corea del Nord decidere se condurre il test o no”, ha detto da Seul l’inviato speciale statunitense Glyn Davies che ha esortato Pyongyang a desistere, “Speriamo non lo faccia e la esortiamo a non farlo. Sarebbe un errore e un’opportunità persa”. La questione nordcoreana è il tema nell’agenda di Davies il cui viaggio proseguirà ora verso Cina e Giappone. Ieri secondo quanto riferito dall’agenzia sudcoreana Yonhap, sia Corea del Sud sia Stati Uniti non hanno escluso di imporre sanzioni proprie contro il regime, a esempio controlli più stretti sulle navi.

Per il governo di Seul i programmi missilistici e nucleari a Nord del 38esimo parallelo sono “una catastrofe per il popolo coreano”. In questo clima il Sud si prepara all’insediamento di Park Geun-hye alla presidenza. La cerimonia è prevista per la fine di febbraio. Intanto la squadra che gestisce la transizione tra l’amministrazione di Lee Myung-bak e Park sta preparando l’organigramma del prossimo governo che dovrebbe comprendere anche un ufficio per la sicurezza nazionale direttamente sotto la presidenza e che si potrebbe trovare a gestire da subito una crisi con il Nord. Da Pechino invece arrivano nuovi appelli alla calma ed esortazioni a evitare azioni che possano provocare nuove tensioni.

[Foto credit: cnn.com]