Corea del Nord – Le prime pagine del giorno dopo

In by Simone

Il giorno dopo la morte del Caro Leader la stampa coreana si interroga sul futuro della penisola, senza mancare valutazioni a caldo. Secondi il Korea Times esisterebbero sospetti sulla morte di Kim Jong Il, mentre in Corea del Sud la polemica è sui servizi segreti: hanno appreso la notizia dalla tv nordcoreana. Ci sono alcuni nordcoreani fuggiti in Corea del Sud, che sarebbe sospettosi circa la morte del Caro Leader, “sollevando con molta cautela – ha scritto il Korea Times – la possibilità che Kim possa essere stato assassinato”.

Un Chan-il, uno scienziato politico, non ha escluso la possibilità che il leader della Corea del Nord possa essere stato ucciso da coloro che hanno sempre espresso malcontento rispetto al modo in cui ha governato il paese.

Dopo che il suo terzo figlio Jung-un è stato nominato per una successione dinastica della leadership, molti ufficiali militari, soprattutto quelli intorno ai 50 anni, sono stati respinti. Credo che queste persone potrebbero avere avuto un profondo risentimento verso Kim e nei confronti del prossimo leader della Corea del Nord” ha detto il politologo che ha aggiunto: “una voce che sta circolando è che un alto funzionario della Corea del Nord è stato ucciso. Questa notizia è ancora da confermare, ma questi discorsi sono la prova che il malcontento sta serpeggiando tra alcune persone del Nord”.

Secondo alcuni dissidenti nord coreani riportati dal quotidiano coreano, ci sarebbero molte persone nei ranghi militari del Nord, i cui interessi sarebbero “rimasti feriti a causa di Kim Jong-il” tanto da non escludere la possibilità che alcuni ufficiali militari, i quali hanno visto il loro peso e l’influenza danneggiata, possano aver giocato un ruolo nella sua morte.

Rep Yo Chun-ok del Grand National Party (GNP) ha inoltre sollevato la possibilità che Kim potrebbe essere stato ucciso a seguito di una lotta di potere all’interno del Nord. Kim Seong-min, il rappresentante di Radio Free Corea del Nord con sede a Seoul, ha detto però di ritenere vero l’annuncio del Nord sulla morte di Kim in quanto non vi era alcuna prova rispetto ad altre possibilità.

Venire a sapere della morte dell’acerrimo nemico dalla televisione di stato di Pyongyang è stato uno smacco clamoroso per Seul. Dopo l’annuncio, l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud è finita sotto al fuoco delle critiche, quando si è scoperto che anche il presidente Lee Myung-bak era all’oscuro fino a quando Pyongyang non ha dato la notizia al mondo due giorni dopo.

In una commissione parlamentare sull’intelligence, Won Sei-hoon, il capo della principale agenzia di spionaggio sudcoreana – la National Intelligence Service (NIS) – ha detto di aver appreso della morte di Kim dopo l’annuncio del Nord.

Altri paesi, tra cui la Cina, erano in una situazione simile”, ha detto per difendere l’operato dei suoi uomini. Anche il ministro della difesa Kim Kwan-jin, come ha riportato il Korea Herald, ha fatto una simile osservazione: “ho saputo della morte di Kim solo dopo aver visto la notizia”, aggiungendo che “altre potenze regionali, tra cui Stati Uniti e Giappone, non erano a conoscenza della morte in anticipo per quanto è dato sapere”.

[Foto credit: abcnews.go.com]