三十而已 [Sānshí éryǐ] – Nient’altro che trenta. Il titolo sembra richiamare, ma allo stesso tempo scontrarsi di petto, con la frase ripresa anche in una delle puntate: 三十而立 [Sānshí érlì] cioè “essere indipendente all’età di trent’anni”. 三十而立 [Sānshí érlì] è il concetto della cultura cinese secondo cui le donne dovrebbero avere un lavoro e una famiglia prima di compiere i trent’anni, per raggiungere l’aspirata stabilità economica ed emotiva. L’aspettativa della società cinese riguardo la donna sposata e con figli entro il trentesimo anno di età preme molto sulle giovani donne. Coloro che, arrivate alla soglia dei trenta, sono ancora single e senza un lavoro stabile, vengono solitamente etichettate con il termine 剩女[Shèngnǚ], “leftover women”, scarti. All’interno della serie viene sottolineata e capovolta questa convinzione difficile da scardinare, soprattutto per le generazioni più anziane.
Gu Jia –interpretata da Tong Yao – è una donna d’affari, sposata, e che decide di diventare casalinga a tempo pieno dopo la nascita del figlio. Il patto stipulato con il marito, però, prevede che lei torni ad occuparsi degli affari di lavoro non appena il figlio inizi a frequentare l’asilo. È così sbagliato che una donna, una madre, voglia mettersi in gioco e ricominciare una vita professionale?
Wang Manni – interpretata da Jiang Shuying – è indipendente, devota alla carriera e lavora come personal shopper in un negozio di lusso. La sua vita verrà scossa da un incontro fortuito durante una vacanza aziendale. Avrà successo anche in amore?
Zhong Xiaoqin – interpretata da Mao Xiaotong – adora i gatti e suo marito i pesci. È così che descrive la sua relazione di coppia. Lavoro d’ufficio e vita sentimentale non sempre stabili. Inizialmente discreta, timida e compiacente riuscirà a far valere la sua posizione di donna.
Conversazioni tra amiche, litigi di coppia, flirt e incontri di lavoro sono alla base delle vite di tre donne vere che lottano per loro stesse. Dialoghi semplici e chiari per ripassare il vocabolario, costumi e tradizioni per approfondire la conoscenza di un cultura millenaria, il tutto sullo sfondo di una Shanghai frenetica e calma allo stesso tempo, presentata in tutta la sua bellezza.
Di Martina Bucolo in collaborazione con l‘Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano
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