Come in Italia, più che in Italia. Oltre 100mila candidati, “la maggior parte in possesso di diplomi universitari di livello superiore”, hanno fatto domanda online per entrare nel personale civile dell’esercito cinese, riporta l’agenzia di stampa ufficiale, Xinhua. Era possibile candidarsi durante “la finestra” temporale compresa tra il 22 ottobre e il 5 novembre.
È un vero e proprio “concorsone”, ma solo uno su 38 candidati potrà entrare nell’Esercito Popolare di Liberazione (Epl), dopo essere passato attraverso il test che si terrà il 15 dicembre. Quello in corso è il primo “reclutamento unificato di personale civile” per l’Epl – commentano i media cinesi – in un tentativo di attirare nelle forze armate sempre più talenti e di rendere più trasparenti le procedure relative all’occupazione. Le posizioni civili, nell’esercito, ricoprono incarichi “tecnici e professionali”, tra cui l’insegnamento, la ricerca scientifica, l’ingegneria, la salute, la cultura, lo sport e le biblioteche, così come i servizi di logistica.
L’esercito popolare di liberazione conta circa 2.250.000 effettivi ed è il più grande del mondo. La legge stabilisce che il servizio militare è un dovere per “tutti i cittadini senza distinzione di razza e credo religioso”, ma di fatto il sistema di reclutamento è misto. Tutti i ragazzi tra i 18 e i 22 anni di età – e le ragazze diplomate che soddisfino determinati requisiti – entrano teoricamente nell’esercito, con un obbligo di leva di 24 mesi.
Tuttavia, si stima che in base a questi parametri, siano arruolabili circa dieci milioni di cinesi ogni anno, per cui solo una minima parte è di fatto integrata nelle forze armate. E qui subentra una scelta selettiva, basata sulle esigenze di un esercito moderno.
Nell’ambito di successive modernizzazioni, la Cina si è infatti posta l’obiettivo di rendere l’Epl sempre più tecnologico e in grado di sostenere guerra ad alto contenuto informatico. Da questo punto di vista, oltre agli investimenti – 106 miliardi di dollari nel 2012, cifra inferiore solo (ma di tanto) a quella dell’esercito Usa – un aspetto fondamentale è proprio la qualità del personale. Si cerca di attirare sempre più giovani del ceto medio istruito mentre, al contrario, un posto “sicuro” e relativamente ben retribuito è ambito soprattutto dai ragazzi che provengono dalle zone rurali e da aree del Paese dove le opportunità sono limitate.
Nel 2011, l’allora presidente cinese Hu Jintao ammise che, nelle file dell’Epl, i talenti scarseggiavano. Lanciò quindi un appello a tutti i collegi e accademie militari affinché si dessero da fare per alzare il livello della truppa.
L’arruolamento di personale civile va inteso nello stesso senso. E quindi, oltre ai richiami all’aiguo (patriottismo), non guastano anche gli incentivi economici.
Non si sa quanto prenderanno i civili, ma dati diffusi dallo stesso esercito cinese nel 2011 stimavano in 5.373,14 yuan (circa 650 euro) il salario medio di un ufficiale. Non è male, considerando che a livello nazionale il livello salariale medio mensile è di 3.900 yuan (470 euro circa).
Ovviamente poi c’è sempre modo di arrotondare proprio in virtù dei privilegi legati alla divisa. Nell’aprile scorso, per esempio, scoppiò lo scandalo delle false auto militari: in pratica, era diffusa l’usanza per cui singoli ufficiali dell’esercito cedessero in leasing la propria auto a businessmen dal portafoglio gonfio, che con la loro bella targa dell’esercito o della marina potevano tranquillamente evitare il traffico su corsie preferenziali, non pagare pedaggi autostradali e avere perfino sconti alla pompa di benzina.
L’arruolamento di personale civile, oltre a corrispondere ad esigenze di gestione ordinaria, è in linea con una vocazione sia antica sia moderna dell’Epl. Fin dalla sua nascita nel 1927, l’allora “Esercito Rosso degli Operai e dei Contadini” ha fatto della commistione tra attività di guerra e di pace la propria vocazione storica: ogni lavoratore, compreso il soldato, è al servizio del proletariato.
Con il lancio delle “riforme e aperture” di Deng Xiaoping nel 1978, questa vocazione “civile” trova sempre più anche una veste economica, contribuendo al boom dell’economia cinese da soggetto particolarmente attivo.
È soprattutto nel trasferimento di tecnologie dal settore militare a quello civile che l’Epl ha svolto un ruolo chiave: motori, ottica, prodotti elettronici, farmaceutici e strumenti medici. Ma non sono mancate attività speculative, come nel caso tipico dell’immobiliare. A Pechino, per esempio, buona parte della gettonatissima area di Sanlitun è di proprietà dell’esercito. Un dare-avere tra militari e società civile, insomma, che nella Cina voluta da Deng ha assunto sempre più i connotati dell’interesse economico. Una osmosi continua: nulla di strano, quindi, che sempre più personale civile entri nell’esercito più grande del mondo.
[Scritto per Lettera43]