Cina-Ue. L’accordo di libero scambio si farà

In by Simone

Il presidente Xi Jinping porta a casa la promessa dell’Unione europea di prendere in considerazione un accordo commerciale del valore di miliardi di dollari. Un obiettivo che è da tempo nella mente di Pechino e che il nuovo presidente ha chiesto espressamente di prendere in considerazione nonostante sia un accordo che divide l’Europa per la paura che le aziende di stato cinesi violino le regole internazionali.
Xi è stato il primo presidente cinese a visitare le istituzioni europee a Bruxelles dal 1975, quando i due paesi hanno stabilito relazioni reciproche. E per la prima volta le 28 nazioni che costituiscono la Ue si sono impegnate ad aprire un confronto su un accordo di libero scambio (Fta) con prospettiva a lungo termine se prima andranno in porto le negoziazioni in corso su “un accordo sugli investimenti” al fine di migliorare i legami commerciali.

Il viaggio europeo del presidente Xi Jinping visto dai giornali cinesi è tutto rose e fiori. L’Europa è “economicamente, politicamente e culturalmente” importante per la Cina. Secondo il Liberation Daily l’idea è quella di rinforzare gli accordi economici e agire su “diversi livelli di diplomazia”.

L’agenzia di stampa Xinhua evidenzia che il viaggio in Europa di Xi rinforzerà la già esistente partnership strategica tra Europa e Cina e anzi le relazioni tra le due metà del continente euroasiatico raggiungeranno “nuovi picchi”. Il Beijing News scrive che “la cultura francese, le industrie tedesche e le cooperazioni regionali europee sono quello su cui si concentrerà la crescita futura cinese. Per la Cina son tutti argomenti che vale la pena imparare”.

Il dialogo su un accordo di libero scambio che creerebbe un mercato di circa due milioni di persone sarebbe stato impensabile anche solo due anni fa. Le accuse di dumping sui pannelli solari, di certo non avevano facilitato i rapporti tra Unione europea e Repubblica popolare. Nel 2011, infatti, la Repubblica popolare aveva venduto pannelli solari e componenti all’Unione europea per un valore pari a 21 miliardi di euro, ossia il 60 per cento delle esportazioni cinesi nel settore. Le società europee però avevano accusato le concorrenti cinesi di vendere al di sotto dei prezzi di produzione.

Le perdite sarebbero poi state coperte con un accesso al credito praticamente illimitato e a tassi d’interesse favorevoli, concesso dalle banche che dipendono direttamente dallo Stato. Di fatto si trattava di concorrenza sleale. Quello che ancora oggi in Europa sono in molti a temere. Alla fine la questione si è risolta imponendo un prezzo base per le esportazioni cinesi in Unione europea.

C’è da dire che da un incremento delle relazioni commerciali possono guadagnare sia Ue che Rpc. Le due economie, con storie e andamenti completamente diversi, stanno attraversando periodi difficili. L’Unione europea si sta appena riprendendo dopo anni di recessione mentre in Cina la crescita a due cifre è già memoria storica e la crescita continua a rallentare mettendo a dura prova l’obiettivo del 7,5 che si è imposto la leadership.

Ma se il premier britannico David Cameron ha espresso il suo supporto all’accordo già quando a dicembre scorso si è recato in visita a Pechino, importanti membri dell’Unione europea come Francia, Italia e Spagna sono molto sospettosi. La paura è che la Cina tenti di dominare il mercato europeo con beni economici, i cui prezzi sono possibili solo grazie alle politiche cinesi interne che prevedono aiuti alle aziende di stato.

Dopo l’incontro di Xi con Rompuy e Barroso, rispettivamente i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea si è ufficializzato che la Cina vuole andare avanti con l’accordo di libero scambio mentre l’Europa, che pure vede con favore questa possibilità sul lungo termine, preferisce cominciare un un accordo sugli investimenti. Quest’ultimo accordo dovrebbe aiutare i paesi europei a fare affari in Cina.

L’Unione europea è già il più importante partner commerciale per la Cina, mentre quest’ultima si assesta al secondo posto tra i partner europei. La bilancia commerciale tra Europa e Cina è già raddoppiata dal 2003 arrivando all’interessante quota di più di un miliardo di euro al giorno. Nel 2013 infatti i commerci hanno superato i 406 miliardi di euro.

[Scritto per Lettera43; foto credits: www.euronews.com]