Cina e Australia ai ferri corti

In by Simone

"Ricordo poi agli amici cinesi che per la Cina sono in gioco interessi economici troppo significativi nella relazione con l’Australia e con i suoi partner commerciali di tutto il mondo", ha detto il premier australiano Kevin Rudd ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa.
"Diversi governi e aziende stranieri osserveranno attentamente come finirà questa storia, e da come si evolverà trarranno le loro conclusioni".

Nel mezzo del dramma di Urumqi, ha trovato meno spazio del dovuto sui media internazionali, la vicenda dell’arresto di quattro manager della Rio Tinto, impresa australiana specializzata nell’estrazione mineraria, accusati dal governo cinese di spionaggio. Tre degli arrestati sono cinesi, uno è australiano.
La Rio Tinto, una delle più grandi imprese minerarie del mondo, aveva interrotto in giugno le trattative per una joint venture con la cinese Aluminium Corporation e ha scelto al suo posto, come partner, la britannica Bhp Billione.

”Le autorità hanno prove sufficienti per dimostrare che hanno rubato segreti di stato causando gravi danni agli interessi economici e alla sicurezza della Cina”, ha fatto sapere il portavoce del ministero degli esteri di Pechino.

Gli arresti sono scattati lo scorso 5 luglio. L’accusa: i quatto impiegati della Rio Tinto avrebbero corrotto funzionari cinesi per ottenere informazioni sul settore dell’alluminio cinese.