Un editoriale del noto giornalista cinese Ding Gang sta facendo proseliti on line. Il titolo è piuttosto esaustivo: non leggerò mai più il Wall Street Journal. Il giornalista cinese lamenta il trattamento “inaccetabile” che il giornale avrebbe fatto sugli eventi di Urumqi, sottolineando di essersi disiscritto dal sito e di avere contrassegnato la posta ricevuta dal WSJ come “spam”.
Come già per i fatti di Lhasa di oltre un anno fa, l’opinione pubblica cinese è insorta contro i mezzi di comunicazione occidentali e contro la Turchia, rea di avere parlato di “genocidio” a proposito dei fatti del Xinjiang.
Nel frattempo l’agenzia iraniana Isna, ha riportato le parole del ministro degli Esteri iraniano, in una conversazione telefonica avuta ieri sera con il suo omologo cinese Yang Jiechi. L’Iran avrebbe espresso «preoccupazione» per le violenze nella regione cinese del Xinjiang e «la necessità di garantire la sicurezza e la calma per i Musulmani»