China Files e BeccoGiallo presentano: #35maggio – Ricordare Tian’anmen

In by Gabriele Battaglia

Esce oggi #35maggio, l’ebook che segna l’inizio della collaborazione tra China Files e BeccoGiallo. Da oggi, 16 settembre, potrete acquistarne copia (qui) a soli 0,99 €. E’ anche un modo per finanziarci: la metà del "ricco" bottino, infatti, andrà nei forzieri di China Files. E se non siete ancora convinti, potete leggere un capitolo in anteprima (qui).
Un ragazzo. Una madre. Un funerale. Una piazza. Una sola moltitudine. Un cortile. Il 35 maggio.

Oltre duecento studenti morti in piazza accertati, ma si pensa siano stati almeno dieci volte tanto. Silenzio e negazionismo da parte di uno Stato che non vuole aprire una ferita troppo dolorosa. Il ricordo delle madri che ogni anno chiedono sia ristabilita giustizia e verità.

Piazza Tian’anmen rappresenta una pagina della storia cinese completamente cancellata al grido degli slogan "arricchirsi è glorioso" e "non importa se il gatto sia bianco o sia nero, l’importante è che mangi i topi".

La rete però non dimentica e ogni anno trova nuovi stratagemmi per aggirare la censura. Così inventa il 35 maggio e costringe la grande Repubblica popolare alla situazione ridicola di dover censurare una data che non esiste su nessun calendario.

Buona lettura.

Ventiquattro anni di silenzio di stato. Circa duecento gli studenti morti in piazza accertati, ma si pensa siano stati dieci volte tanti. Zhang Xianling e Ding Zilin hanno ormai superato i settant’anni ma sono rimaste lucide nonostante il dolore, l’umiliazione e la rabbia. Nel 1991 hanno fondato le Madri di Tian’anmen, il gruppo che raccoglie i famigliari delle vittime. Imprigionate, costrette agli arresti domiciliari e sottoposte a sorveglianza costante, dal 1995 ogni anno le madri di Tian’anmen presentano una petizione al governo. Chiedono che venga aperta un’inchiesta sui fatti del 4 giugno. Vogliono che sia ristabilita la verità storica e che i familiari delle vittime vengano risarciti. Ma soprattutto vogliono che la politica confessi i suoi errori. “Tutto ciò – come si legge nel documento – si può sintetizzare in tre parole: verità, risarcimento e responsabilità.” Fino a oggi, sono rimaste inascoltate.

Zhang Xianling ci racconta che suo figlio andava spesso a piazza Tian’anmen a sentire le discussioni degli universitari. All’epoca era solo uno studente delle scuole superiori, ma voleva capire. E poi gli piaceva andare in piazza a far foto.

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[L’illustrazione è di Paolo Castaldi per BeccoGiallo editore]