Oggi in Asia – Malala Ambasciatrice di Amnesty

In by Gabriele Battaglia

La sedicenne vittima di un attentato talebano in Pakistan premiata da Amnesty International. In Bangladesh arriva la prima condanna a morte del tribunale speciale per i crimini di guerra del 1971. Nelle Filippine il Fronte nazionale di liberazione moro libera gli ostaggi ma continua lo scontro con le forze dell’ordine di Manila.
PAKISTAN – Malala Ambasciatrice di coscienza di Amnesty

Malala Yousafzai è stata insignita del premio Ambasciatore di coscienza da Amnesty International per la sua lotta a favore dell’istruzione. Il riconoscimento è assegnato a quanti si sono distinti nella vita e con il proprio esempio per la tutela dei diritti umani.

La sedicenne pakistana è sopravvissuta a un attentato dei talebani che la volevano punire per al sua denuncia delle condizioni di vita durante la presa di potere nella valle di Swat.

Malala fu colpita alla testa mentre si recava a scuola lo scorso ottobre. La sedicenne è diventata un simbolo della campagna per garantire l’istruzione ai 57 milioni di bambini e bambine di tutto il mondo, che sono a oggi privati di questo diritto.
La campagna è stato al centro del discorso alle Nazioni Unite pronunciato lo scorso luglio in occasione del Malala Day.


BANGLADESH – Condanna a morte per il leader islamista

La Corte suprema del Bangladesh ha condannato a morte Abdul Kader Mullah, leader del partito islamico Jamaat-e-Islami. A febbraio il politico islamista era stato condannato all’ergastolo dal tribunale speciale incaricato di indagare sui crimini di guerra compiuti durante il conflitto per l’indipendenza dal Pakistan nel 1971, che ha finora visto alla sbarra una serie di figure di primo piano della politica islamica, accusate di essere collaborazionisti di Islamabad.

All’inizio dell’anno la sentenza al carcere a vita aveva scatenato la protesta di quanti chiedevano la pena di morte per gli imputati, contrapposti ai sostenitori della Jamaat-e-Islami, principale partito confessionale del Bangladesh.

Sull’onda delle proteste il governo aveva varato una legge che permette allo stato di ricorrere contro le sentenze del tribunale speciale: se i condannati hanno il diritto a fare appello, lo stato può fare altrettanto chiedendo condanne più pesanti.

Il tribunale speciale è considerato dalla Jamaat-e-islami uno strumento politico in mano al governo da usare contro le opposizioni.
Secondo Dhaka, furono almeno tre milioni i bangladeshi uccisi nel conflitto per l’indipendenza. Altre ricerche ritengono che i morti siano stati tra i 300mila e i 500mila.

FILIPPINE – Liberi gli ostaggi del Fronte moro

Decine di ostaggi in mano ai ribelli del Fronte nazionale di liberazione moro sono stati liberati mentre le forze di Manila guadagnano terreno a Zamboanga, città nel sud delle Filippine da giorni teatro di scontri tra i separatisti islamici e il governo centrale. I guerriglieri sono tuttavia riusciti a rapire il capo della polizia locale.

Gli scontri degli ultimi giorni hanno fatto almeno 60 morti e 70mila sfollati. L’assedio è iniziato la scorsa settimana quando i ribelli hanno cercato di issare la propria bandiera sul municipio

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