La prima Repubblica cinese è il frutto di un armonioso concordato tra i rivoluzionari guidati da Sun Yatsen, i militari di Yuan Shikai e i costituzionalisti di Liang Qichao. Cento anni fa è caduto l’ultimo imperatore, e non c’è stato nessuno spargimento di sangue. In questo senso, la Rivoluzione del Xinhai è stata un esempio di saggezza civile. La Repubblica [cinese] non è stata il frutto di lotte bensì di discussioni e di dialogo. Sedersi al tavolo, risolvere la crisi politica attraverso dei negoziati pacifici fu un approccio senza precedenti nella storia cinese.
[…] Nel 1911, in una Suzhou non ancora indipendente, tra i banchi di scuola media Ye Shengtao scriveva sul diario: «D’ora in poi… la canzone dei compatrioti cinesi sarà quella della libertà. A occidente dell’Oriente, nella Repubblica Cinese è stata scoperta la Repubblica. Che gioia! » mentre Li Yuanhong, due volte presidente del governo repubblicano provvisorio a Pechino, parlava con entusiasmo del futuro della Cina: «immagino una futura Repubblica federale costituita sul modello degli Stati Uniti d’America». […] In quella grande rivoluzione che fu, le tre forze principali, sebbene sembravano percorrere strade diverse, riuscirono alla fine ad accordarsi. […] Tra estremismo, fermezza e pragmatismo sembra non ci sia molto in comune. […] Il primo sparo a Wuchang fu invece la miccia della rivoluzione. […]La rivoluzione Xinhai non ha scosso le strutture profonde della società, né l’ha rovesciata né tanto meno ha sconvolto i valori fondamentali della cultura confuciana. Ma l’imperatore Qing ha abdicato, la Repubblica è stata costituita e la guerra è finita. […] E’ stata la soluzione più economica in termini di prezzo sociale.
[…] In questo senso, la rivoluzione Xinhai rappresenta un precedente positivo nella cultura politica cinese. Tale precedente sarebbe dovuto diventare tradizione per le generazioni successive. Queste avrebbero dovuto capire e poi ricordare che in qualsiasi epoca esistono le fondamenta di una saggezza civile capace di ottenere un consenso. […] Le rivoluzioni e le riforme fatte con il minimo spargimento di sangue possibile sono quelle più degne. Sono queste che danno valore alla vita umana.[Qui si ripropone solo parzialmente il testo scelto e tradotto da Tania Di Muzio. La traduzione integrale e le note al testo sono su Caratteri Cinesi]
*Fu Guoyong è uno scrittore e intellettuale cinese. È nato nel 1967 nella provincia dello Zhejiang, dove ha insegnato e dove tuttora risiede dedicandosi alla scrittura e a ricerche sulla storia contemporanea della Cina. Dal 1999 pubblica articoli su riviste letterarie e di attualità.