Cartellino Rosso – Il calcio sugli altopiani tibetani

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In questi anni abbiamo imparato a conoscere il club Xinjiang Tianshan, della provincia autonoma Uigura, al confine con il Kazakistan, ma ora, nel professionismo cinese, potrebbe fare il suo ingresso una squadra proveniente dal Tibet.

Il Lhasa Chengtou, squadra della capitale tibetana, ha battuto nello spareggio promozione lo Shanxi Xindu sul punteggio di 2-1, conquistando così la promozione nella China League Two, la terza divisione professionistica cinese.

Il club è stato fondato nel 2017 e comprende sia giocatori tibetani, che di etnia Han. Già lo scorso anno il Lhasa Chengtou aveva conquistato la promozione in League Two, ma la Chinese Football Association aveva bloccato il passaggio di categoria per motivi infrastrutturali. Infatti, il Lhasa Cultural Sports Center Stadium (impianto da ben 20.000 posti) si situava a 3600 metri di altitudine, un’altezza eccessiva per poter disputare gli incontri e inoltre la superficie del campo era sintetica, mentre la CFA richiede campi in erba naturale.

Quest’anno il Lhasa Chengtou ha giocato la fase finale della China Amateur Football League a Nyinchi, città che si situa nel versante est della provincia tibetana (Lhasa è in posizione centrale), il cui stadio si situa più in basso ma sempre a 3.000 metri d’altezza, e vanta un terreno naturale (anche se di pessima qualità viste le difficilissime condizioni climatiche). Nella prima partita della fase finale del torneo, il Lhasa Chengtou ha battuto il Qingdao Red Lions, club amatoriale di proprietà di un consorzio di investitori olandesi e cinesi.

La proprietà ha deciso di investire e acquistare giocatori con un passato nel professionismo: fra questi Wang Yongxing (ex Chengdu Blades e Hunan Billows) e  Gao Yunfei (ex Hebei Fortune) vantano esperienze, anche se irrisorie, in Chinese Super League, mentre Huang Haoxuan ha giocato nella Hong Kong Premier League con la maglia del Guangzhou R&F.

Nonostante la situazione politica molto delicata, il calcio gioca un ruolo di unione fra Han e tibetani: “Non c’è nessuna discriminazione nel club” – ha dichiarato il giocatore di origine tibetana Luosang a worldsoccertalk.com – “L’atmosfera è fantastica.” Il presidente del club, Cidan Douji, anch’egli di origine tibetana, ha spiegato quelle che sono le difficoltà nel gestire un club comunque molto particolare: “Reclutare giocatori è difficile, pensano che venire a giocare a queste altitudine possa essere dannoso per la loro salute. Il Lhasa Chengtou è un luogo di interscambio fra culture, vogliamo dimostrare che il Tibet può essere un luogo di sport.”

Se la promozione del Lhasa Chengtou verrà confermata, i club della China League Two dovranno sorbirsi lunghissime trasferte fino agli altopiani tibetani, dove le condizioni di gioco sono estremamente difficili. Lo scorso anno la Chinese Football Association aveva introdotto la ‘oxygen break’, una pausa ogni 15 minuti di gioco per permettere ai giocatori di riprendere fiato attraverso le bombolette d’ossigeno.

Il Lhasa Chengtou non è però il primo club professionistico proveniente dal Tibet. Dal 2002 al 2005 infatti, in terza divisione vi era il Tibet Xuequan, il quale, poi fusosi con un club di Dalian, si trasferì nella provincia dello Shanxi. Oggi il Lhasa Chengtou può rappresentare una nuova opportunità per la provincia tibetana di costituire una vera cultura sportiva e calcistica.

di Calcio8Cina

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